5 Star Frog Splash #5 – I’m Lyin’, I’m Cheatin’, I’m Stealin’

5 Star Frog Splash

“Dolph Ziggler e Vickie Guerrero sono nel backstage, impegnati a vantarsi della vittoria dello Show Off a Raw, che ha consentito ai due sia di mantenere il possesso della valigetta del Money in the Bank sia di far licenziare Chris Jericho. Ziggler dice che ora il suo prossimo obiettivo è il World Heavyweight Championship… ma arriva Eddie Guerrero! Guerrero deride Ziggler come al solito per il suo rapporto con la ormai ex moglie e poi provoca il biondo wrestler, dicendogli che potrebbe anche pensare di essere il prossimo a cercare di sottrargli la sua valigetta, 'homes'…”


“…Alberto Del Rio batte Randy Orton! Del Rio afferra un microfono e urla rabbiosamente di essere lui il nuovo Apex Predator della WWE e che nessuno può batterlo… ma la theme di Eddie Guerrero risuona nell'arena! Guerrero arriva nell'arena con una delle sue low-rider, al suo fianco c'è una bellissima ragazza! Guerrero supera la Ferrari che Del Rio ha lasciato all'ingresso dell'arena… poi fa marcia indietro e la prende in pieno! Del Rio è fuori di sé sul ring! Eddie prende un microfono, guarda la ragazza al suo fianco e chiede a Del Rio di permettergli di presentare la sua nuova ring announcer, mentre Ricardo Rodriguez inizia a protestare…”

“…Dopo aver battuto Sheamus nel loro rematch a Survivor Series, il World Heavyweight Champion Big Show è sul ring e dice che non darà altri rematch a Sheamus! Il Great White è stato ormai battuto due volte e adesso per avere una nuova shot al World Title dovrà rimettersi in fila come tutti gli altri, ma lui ora vuole un nuovo avversario. Non che cambi poi molto, dato che qualunque avversario gli si parerà di fronte farà la fine di Sheamus e verrà distrutto dalla sua WMD… ma arriva Eddie Guerrero! Latino Heat appare sullo stage con un ghigno beffardo e si rivolge direttamente al campione: 'Parole forti per un uomo che una volta a causa mia si è ritrovato a sguazzare nel letame!'. Il pubblico esplode, mentre Big Show sul ring è furibondo…”

Quanto ci manca Eddie. Sono ormai passati quasi sette anni dalla sua dipartita in quella camera d'albergo di Minneapolis quando la morte ha deciso di essersi fatta imbrogliare abbastanza e ce lo ha portato via, ancora con lo spazzolino in bocca. Latino Heat era da solo, forse stava pensando al prossimo modo in cui avrebbe potuto prendere in giro Randy Orton o a quale spot particolarmente bello avrebbe potuto proporre a Batista per il loro Thriple Threat titolato che si sarebbe disputato da lì a due giorni. Ma tutto è stato cancellato via quel giorno, quando Eddie Guerrero è stato strappato via alla sua famiglia e ai suoi amici. E a noi, che amavamo le sue gesta e che non vedevamo l'ora di guardare Smackdown per ammirarlo.

Sì perché per chi di noi che, come me, ha iniziato ad interessarsi al wrestling nel 2002 nel pieno boom di Smackdown! su Italia 1 Eddie Guerrero era l'uomo simbolo. Lo show blu della WWE arrivò sul canale Mediaset in un periodo molto positivo dal punto di vista qualitativo, il roster contava nomi stellari tra cui un Brock Lesnar ed un Kurt Angle forse nel picco della loro forma fisica. Eppure, l'uomo che ricordo più vividamente e con più piacere di quel periodo è proprio Latino Heat. Come dimenticare il tag team con Chavo, i Los Guerreros? Come dimenticare il periodo da United States Champion e la rivalità con Big Show che ho indirettamente menzionato nell'incipit? E, soprattutto, come dimenticare No Way Out 2004 e la vittoria del WWE Title contro Brock Lesnar? Impossibile.

Eddie era semplicemente Eddie, un uomo che lasciava il segno e la cui storia è ormai scolpita nella storia del wrestling. Il talento straordinario e la carriera internazionale, gli stint in ECW e WCW, gli usi e gli abusi che hanno poi inciso così tanto sul suo corpo da portare a ripercussioni anche dopo anni di sobrietà. Eddie ha segnato così tanto quel periodo e tutti coloro che in quel momento si avvicinavano al wrestling che la sua morte è stato un momento sconvolgente per molti, moltissimi di noi. Ricordo benissimo quella domenica del 13 novembre 2005, quando aprii il sito di Tuttowrestling e trovai quella notizia. Piansi come se fosse morta una persona cara e passai il resto della giornata a sentire a ripetizione la sua theme song. “I Lie, I Cheat, I Steal”. Già, tutti noi pregavamo che fosse ancora una volta tutto un suo scherzo, che saltasse fuori dal nulla e ci chiedesse ridendo come avessimo fatto a cascarci.

Eddie e la sua capacità di tirare fuori una buona storia con chiunque hanno ispirato l'incipit del mio editoriale e le rivalità “inedite” con Dolph Ziggler ed Alberto Del Rio, nonché un ipotetico prosieguo di un feud contro Big Show che a suo tempo mi colpì moltissimo. Sarebbero delle rivalità che, visti il character e la storia di Eddie Guerrero, si scriverebbero da sé. Tuttavia, riflettendo su questo mi è capitato del tutto inconsapevolmente di rendermi conto di un grave problema della WWE di oggi: la totale incapacità di creare dei nuovi wrestler face.

I dati sono piuttosto impietosi: basta dare un'occhiata al roster attuale della WWE per rendersi conto che delle nuove leve pochissimi sono riusciti ad avere successo come face. Gli unici degni di nota sarebbero Ryback e Sin Cara, ma il primo è arrivato al top “per imposizione”, non facendo la classica gavetta, ed il secondo ha uno status un po' particolare, ancora in costruzione tra l'altro, a causa delle sue difficoltà di ambientamento. Il resto delle nuove leve è composto quasi esclusivamente da heel o da face che sono jobber o poco più. Basti pensare al momento che sta vivendo Antonio Cesaro, che non dispone di avversari face di livello con cui battersi. Tanto che a Night of Champions avevo pronosticato correttamente chi avrebbe vinto la Battle Royal nel preshow e lo avrebbe affrontato nel PPV, ovvero Zack Ryder per il suo costante essere over che persiste, in maniera piuttosto ridotta rispetto ad un anno fa, ancora oggi. Zack Ryder però non è un wrestler che ha sfondato grazie alla WWE, tutt'altro, essendosi imposto da solo dopo essersi conquistato con le proprie risorse una fetta di pubblico considerevole.

Ed infatti negli ultimi tempi la WWE dà l'impressione di riuscire a focalizzarsi e a curare solo la zona main event, disinteressandosi del resto e lasciandolo al suo destino. Tuttavia, un wrestler face per funzionare ha bisogno di una buona costruzione e, nella maggior parte dei casi, questa non è riscontrabile nel roster di oggi. Le uniche eccezioni alla regola sono coloro che, appunto, riescono ad imporsi per cause indipendenti dalla volontà della WWE e che quindi la WWE deve solo mettere sul ring senza preoccuparsi di altro.

Questa è anche la differenza più evidente rispetto alla WWE di quel periodo, dove ogni wrestler del roster aveva una sua caratterizzazione precisa e ben delineata, dove anche midcarder e lowcarder destavano l'interesse e le reazioni della gente. Oggi tutto ciò è molto diverso: la WWE di oggi si dimostra bravissima nel costruire (quando vuole) main event stellari, nel mettere su rivalità tra top star già costruite e che vanno solo indirizzate nel modo giusto; tuttavia, quando si tratta di creare un percorso per nuovi talenti che devono emergere non è in grado di concentrarsi su più di un paio di fronti, va in crisi. Infatti, la WWE si sta impegnando in maniera importante da ormai 16 mesi sulla storyline riguardante CM Punk e tutti gli altri wrestler che non sono ancora top star lo pagano: esempio lampante è quello di Dolph Ziggler, sul quale la WWE sembra navigare a vista e senza un apparente piano finale.

E poi in svariate occasioni la WWE si trova a pagare questa politica: Survivor Series è l'esemplificazione più recente di questa teoria. Era stato costruito un Survivor Series Tag Team match tra il Team Punk ed il Team Foley, si prevedeva anche l'aggiunta dei match Sheamus vs Big Show e John Cena vs Dolph Ziggler… ma poi? Come si sarebbe completato il resto della card? Mancava un vero piatto forte, la WWE se n'è accorta e ha cercato di rimediare come poteva, non riuscendoci. Perché se ora c'è un Triple Threat match per il WWE Championship piuttosto intrigante ed incerto, dall'altra il 5 vs 5 è diventato insulso e senza senso, vi si affrontano il Team Ziggler ed il Team Foley senza che Ziggler e Foley abbiano avuto il benché minimo screzio ed è evidente che l'unica attrattiva di questo match è proprio il suo essere un Survivor Series Tag Team match… e questo decisamente non basta.

Come risolvere questa situazione che sembra ormai perenne nel roster WWE? La soluzione consiste nel concentrarsi nuovamente sul fattore fondamentale del wrestling: le storie. Ma non solo per le top star, non solo per The Rock, John Cena e CM Punk; le storie sono il fulcro di questa disciplina e costituiscono la determinante fondamentale per cui un dato wrestler ha successo o meno, viene tifato o meno. E, tornando al discorso di prima, i face pagano questa mancanza di storie proprio perché il pubblico deve potersi identificare nel “buono” della situazione, mentre per gli heel per assurdo è più facile farsi fischiare e immedesimarsi nel “cattivo” di turno. È come se i produttori di un telefilm si aspettino che il pubblico adori un personaggio ricorrente che arriva sullo schermo, non dice una parola e se ne va. È più o meno la stessa cosa che accade quando si sceglie Justin Gabriel come sfidante di Antonio Cesaro. Chi è Justin Gabriel? Perché lotta? Qual è il suo obiettivo? Queste domande, rivolte nei confronti di un qualsiasi wrestler di dieci anni fa, trovavano risposta. Oggi, invece, cadono nel vuoto esattamente come i character interpretati dai wrestler privi di caratterizzazione, senza che si possa fare nulla per recuperarli.

Scritto da Lorenzo Pierleoni
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