5 Star Frog Splash #29 – A Midcarder Night’s Dream

Ahimè, da quanto ho potuto leggere o udire di racconti e storie vissute, la strada del main event non è mai piana. (Vince McMahon: atto I, scena I)


L'ultima puntata di Raw ed il suo spettacolare main event, che ha visto Cody Rhodes e Goldust strappare i WWE Tag Team Titles allo Shield grazie al provvidenziale e fondamentale aiuto di Big Show, mi ha fatto riflettere parecchio sullo status attuale del più giovane dei fratelli Rhodes, ultimamente in grande spolvero e coinvolto in una storyline ad ampio respiro come non accadeva ormai da diversi anni. Era almeno dal periodo Wrestlemania 28, infatti, che il buon Cody non era coinvolto in una storia… a voler essere generosi, data la futilità e il poco peso di quella storyline con Big Show per l'Intercontinental Title, che non mi sorprenderei si ricordassero veramente in pochi. Quella storyline terminò il regno da campione Intercontinentale di Rhodes che era partito benissimo grazie alla ottima interpretazione del personaggio dell'Undashing, character piuttosto inusuale e che Cody interpretava in modo molto particolare distinguendosi all'interno del roster, per poi perdersi allo scemare del character stesso e della scrittura che vi era dietro, lasciando Cody ad arenarsi privo di direzione fino allo scorso Money in the Bank. Situazione che è un po' la sintesi della carriera di Cody Rhodes, un continuo altalenare tra alti e bassi, tra push e depush che non aggiungono né tolgono niente alla sua storia. Questo continuo saliscendi, però, non contraddistingue il solo Rhodes, ma è esteso a diversi membri dell'attuale roster della WWE ed i casi più eclatanti di questa tendenza sono senza dubbio Dolph Ziggler e The Miz.

Lo strano caso di Dolph Ziggler è piuttosto esemplare di questo discorso. Stiamo parlando di un wrestler il cui albo d'oro conta svariati titoli, tra cui due World Heavyweight Championship, ma che a conti fatti non è altro che un midcarder con punte di uppercarding nel proprio curriculum. Il promo che John Cena dedicò a Ziggler l'anno scorso nell'ultima puntata di Raw dell'anno espresse molto bene le problematiche relative al character dello Show Off: Dolph è in WWE da sette anni (che nel frattempo sono diventati otto) e non ha ottenuto niente. A livello di status Ziggler è lo stesso ragazzo che andava in giro per il backstage presentandosi a chiunque incontrasse. Ha ricevuto titoli, push, opportunità varie, ma poi per un motivo o per un altro è sempre tornato irrimediabilmente al punto di partenza. E ora, dopo il suo secondo regno da World Champion finito nel dimenticatoio ed un altro tentativo di push persosi chissà dove, forse nelle interviste fin troppo sfacciate che il buon Dolph rilascia spesso, si trova in un ennesimo limbo creativo dal quale non sembra possa uscire così presto.

E che dire di The Miz? Miz è addirittura un ex WWE Champion. Il problema è che la sua carriera termina lì, nel senso che dalla faida con Alex Riley dopo aver perso il WWE Championship non si è più trovato coinvolto in alcuna storia minimamente degna d'interesse, con forse unica eccezione il periodo negli Awesome Truth. A conti fatti ciò vuol dire che è più di due anni che non fa nulla di quantomeno interessante. E ciò è dovuto anche e soprattutto a causa di un face turn fallimentare ideato male, realizzato peggio e proseguito nel disinteresse più totale. Allo stato attuale delle cose The Miz non interessa a nessuno. Basta vedere il colossale buco nell'acqua che hanno fatto con la sua mini-faida con Randy Orton, che poteva essere un discreto trampolino di lancio e che invece non ha portato l'Awesome One da nessuna parte. E ora? Ora Miz è impegnato in una faida con Bray Wyatt priva di alcuno sbocco per lui. Senza contare che Wyatt al momento è infortunato e che quindi il tutto si trascinerà almeno fino a Survivor Series. E se questo tipo di rivalità può essere costruita per Kane, professionista consumato e che ormai poco altro ha da chiedere al wrestling, non può valere lo stesso per The Miz la cui carriera è un gigantesco punto interrogativo.

Vale la pena analizzare queste “montagne russe creative” su cui sono saliti Rhodes, Ziggler e Miz (anche altri in realtà, ma loro tre sono i casi più evidenti e forse anche più preoccupanti) per trovarne le cause e per capire se ci sia una possibilità per loro, se abbiano modo di poter scalare ancora le gerarchie, stavolta magari stabilmente. È colpa dei performer? Rhodes, Ziggler e Miz non sono adatti ad essere più di semplici midcarder che ogni tanto vedono da lontano il main event? Secondo me no, o quantomeno la causa principale non sono loro. Innanzitutto è bene mettere in chiaro che, perlomeno per il momento, non stiamo parlando di materiale da main event. I tre al momento a livello di status sono lontani anni luce dai main eventer del roster “stabile”, ovvero privo di part-timers, e mi riferisco a John Cena, CM Punk e anche Daniel Bryan – quest'ultimo non è ancora un vero e proprio main eventer ma mi auguro possa diventare tale al termine della storyline attuale di cui è il fulcro. Anche dal punto di vista delle capacità sul ring il paragone è impietoso, ma bisogna dire che Cody Rhodes, Dolph Ziggler e The Miz, chi in un campo chi in un altro, lavorano duro da anni e sono costantemente migliorati nel corso del loro stint in WWE.

Personalmente ritengo Cody Rhodes quello con più talento dei tre e quello con più prospettive. Il suo punto forte è sicuramente la sua abilità sul ring, dato che lo ritengo un buon storyteller in grado di raccontare una storia coerente sul ring e di trascinare il pubblico raccontandola. Basta vedere quello che è in grado di fare con una storia alle spalle: la foga incredibile con la quale ha eseguito quella Cross Rhodes su Seth Rollins a Battleground mi ha fatto riguardare quella scena una decina di volte. Una narrazione esemplare, condotta principalmente dal buon Rhodes che è riuscito anche a coinvolgere il pubblico e a spingere la gente a voler vederlo vincere, cosa che si era già vista nel match con la sua carriera in palio contro Randy Orton. Il problema è che, per quanto bravo sia a narrare una storia, senza di essa cala irrimediabilmente a picco e non riesce ad emergere. Sta invece a galla Dolph Ziggler, che grazie al suo stile sul ring un po' più grezzo ma anche più spettacolare riesce a farsi seguire dal pubblico abbastanza incondizionatamente. Fuori dal ring però Ziggler è abbastanza legato e, per quanto sia assolutamente migliorato da questo punto di vista nel corso degli anni, non riesce ad essere incisivo al microfono, cosa che invece a Cody riesce abbastanza bene. The Miz invece ci riesce sempre perché al microfono è ad un altro livello rispetto agli altri due ed è proprio lì che si concentra la sua bravura, quando può avere un microfono in mano e raccontare una storia. Sul ring invece è il peggiore dei tre perché applicare lo storytelling e la psicologia gli riesce ancora piuttosto male anche in cose basilari come applicare la sua finisher. Certo è che anche lì è migliorato enormemente dagli esordi e non connette più mosse a caso senza un perché, anche se questo non basta a porlo al livello degli altri due.

Come si può far emergere Rhodes, Ziggler e Miz in modo da farli scendere da queste montagne russe immaginarie? La soluzione è abbastanza banale: coinvolgendoli in una storia. Basta vedere l'immenso miglioramento che ha tratto Cody Rhodes dal suo coinvolgimento nella storyline principale con una storia alle spalle rispetto a prima. Sembra piuttosto semplice a parole, ma non è così, perché coinvolgere il midcarding in delle storyline che possano risaltare è indubbiamente il punto debole della WWE negli ultimi anni… facciamo nell'ultimo decennio. Si esalta tanto l'Attitude Era ed il suo valore che molti ritengono ineguagliabile, ma ciò a cosa è dovuto? Alle storie. TUTTI avevano una storia, dal maineventer al midcarder, dal lowcarder al jobber. E tutti avevano una caratterizzazione ben precisa e che li faceva risaltare in un roster tanto affollato quanto di valore. Nell'ultimo periodo la WWE ha indubbiamente fatto passi avanti da questo punto di vista proprio con la storyline principale che sta portando avanti, ma occorre che l'attenzione che la WWE sta dedicando a questa narrazione si allarghi a tutto il roster e che non lasci a spasso wrestler potenzialmente di valore solo perché non si è in grado di ideare o raccontare una storia che possa metterli in luce agli occhi dei fan.

Lorenzo Pierleoni
Lorenzo Pierleonihttps://www.tuttowrestling.com/
Dicono che sia il vicedirettore di Tuttowrestling.com ma non ci crede tanto nemmeno lui, figuriamoci gli altri. Scrive da otto anni il 5 Star Frog Splash, per un totale di oltre 200 numeri. Cosa gli abbiano fatto di male gli utenti di TW per punirli così è ancora ignoto. A marzo 2020 si ritrova senza niente da fare, inizia un podcast e lo chiama The Whole Damn Show. Così, de botto, senza senso.
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