5 Star Frog Splash #26 – Real Life Shards

La realtà e la finzione sono due facce intercambiabili della vita e della letteratura. Ogni sguardo dello scrittore diventa visione, e viceversa: ogni visione diventa uno sguardo. In sostanza è la vita che si trasforma in sogno e il sogno che si trasforma in vita, così come avviene per la memoria. La realtà è così sfuggente ed effimera…
(Gesualdo Bufalino)
Dopo quanto accaduto a Summerslam il panorama in WWE è drasticamente mutato. Con John Cena fuori dai giochi e i turn di Triple H, dei McMahon e di Randy Orton, la storyline principale che, come dicevo qualche settimana fa, era stata costruita e mirata unicamente alla consacrazione di Daniel Bryan come main eventer della compagnia ha deviato un po' la rotta dai discorsi di rispetto e di “entertainment vs wrestling” su cui si era basata inizialmente. Il nuovo regime di tirannia di Triple H ha preso piede, Randy Orton è il nuovo WWE Champion nonché “nuovo volto della compagnia” e nessuno può ribellarsi a ciò che è meglio per il business, almeno nella visione di Triple H, a costo di pagarla a caro prezzo. Notare che ho scritto “deviato un po' la rotta” e non “cambiato bruscamente rotta” perché a conti fatti l'obiettivo non si è spostato di un millimetro da Daniel Bryan, che continua ad essere il fulcro della storyline e a dover combattere contro pregiudizi su di sé, sul suo modo di essere e sulla sua possibile ascesa in WWE.
Ciò non toglie che una storyline di tale caratura faccia obiettivamente bene a diversi wrestler, non solo a Daniel Bryan. Fa bene in primis a Randy Orton, tornato prepotentemente al centro delle storyline della WWE dopo due anni in cui aveva combinato poco o nulla e proposto nel main eventing forse per la prima volta nella maniera corretta dalla compagnia. Tutto merito del legame a doppio filo (ri)stabilitosi con Triple H, che aiuta non poco l'Apex Predator a proporsi come WWE Champion di livello e allo stesso tempo a non scadere nei difetti che Orton ha incontrato praticamente ogni volta che è stato proposto al top. Senza dimenticare il lavoro fatto sul character stesso di Orton grazie a questa liaison, un lavoro che risale addirittura a dieci anni fa e riprende il legame che c'era tra i due all'epoca. Randy Orton è quel “carbone infine forgiato in diamante” almeno agli occhi di Triple H.
E che dire dello Shield? Ci sono pro e contro a mio parere. Chi mi legge qui e sul forum sa che non sono entusiasta del modo in cui lo Shield è stato trasformato da “hounds of justice” a “poodles of power”, ma è innegabile che i tre siano usciti da quella dimensione di mediocrità che li aveva attanagliati negli ultimi tempi e che li aveva ridotti a battagliare con i Mark Henry e gli Usos per i titoli attualmente in loro possesso. I tre sono ormai la guardia armata di questo nuovo regime di Triple H, il Big Bossman di quella che fu la Corporation, per coloro a cui piace fare paragoni con quella storica stable (ma anche sulla fondatezza di questi sono piuttosto scettico in merito). Onestamente non so se questo essersi “asserviti” a Triple H e compagnia possa servire loro per emergere e ritornare ad essere quella fonte di attenzione che Dean Ambrose, Seth Rollins e Roman Reigns sono stati per mesi nella loro pura essenza, dato che effettivamente non hanno mai spiegato chi siano e cosa vogliano, almeno non hanno dato seguito a quelli che furono i loro proclami iniziali. Era ovvio che non potesse durare per molto e spero che questa dimensione di braccio forte del regime lo sia altrettanto, perché i tre componenti dello Shield sono molto più di questo. Credo che il tutto sia piuttosto legato alla volontà o meno di continuare a tenere unito il trio ancora per molto. Che pop prenderebbe un Rollins (dico lui perché dei tre mi sembra un po' il “natural born face” del gruppo) che inizia a dubitare che le azioni che lo Shield ha iniziato a intraprendere siano effettivamente giuste e lecite ed infine si ribellasse al regime rivoltandosi contro Ambrose e Reigns? Sarebbe un metodo immediato per spedirlo nell'uppercarding e per lanciarlo a dovere, date ad esempio le sue lacune nel lato dell'entertaining che normalmente potrebbero rappresentare un ostacolo.
Come d'altronde può essere una rampa di lancio per qualsiasi midcarder/uppercarder face attualmente presente nel roster che alla fine non ce la facesse più e sbottasse di fronte ai metodi dittatoriali imposti da Triple H. Basta anche solo guardare alle ultime settimane: Big Show, Dolph Ziggler, The Miz, ora anche Cody Rhodes sono stati vittime della tirannia e all'improvviso l'interesse un po' affievolito nei confronti di alcuni di loro è schizzato alle stelle. Tutti loro, soprattutto gli ultimi tre, se coinvolti in maniera appropriata in questa storyline che diventa sempre più ad ampio raggio con il passare del tempo, possono sfruttare l'incredibile potenziale che potrebbe dare loro questa storyline e sfruttarlo in funzione di un'evoluzione futura che possa portarli più in alto. Un esempio lampante è stato il bel match tra Randy Orton e Cody Rhodes visto a Raw, dove quest'ultimo ha messo insieme una prestazione più che buona con dell'ottimo storytelling che ha tenuto gli spettatori attaccati alla tv a sperare che Rhodes battesse Orton e ad urlare insieme al sempre miglior Michael Cole “Kick out Cody, kick out!”. Moltissimi possono usufruire di questo potenziale: oltre ai summenzionati vedrei bene un ottimo Christian che, com'era stato saggiamente suggerito da salettone sul forum, fino alla commozione cerebrale riportata lo scorso lunedì contro Randy Orton ci sarebbe stato benissimo nella storyline in virtù della sua esperienza dell'Attitude Era e delle dinamiche di potere dei McMahon. Purtroppo l'ennesimo infortunio ci ha temporaneamente privato di Captain Charisma, vedremo se i piani possano volgere in suo favore al rientro.
E una delle carte vincenti che costituisce il potenziale di questa storyline, come ci è stato reso evidente anche nell'ultimo Raw, è senza dubbio la vita reale, i frammenti di vita reale ai quali assistiamo saltuariamente negli show. D'altronde l'intera magnifica costruzione della storyline Cena vs Bryan si è concentrata su questo: sulla vita reale, o meglio sull'applicazione di alcuni sprazzi di vita reale all'interno del mondo del wrestling. Che è fondamentalmente il fulcro del successo di Daniel Bryan, dato che credo sia innegabile che buona parte del suo seguito derivi dal fatto che Daniel Bryan è Bryan Danielson, l'ex fenomeno delle indies dalle abilità straordinarie, in particolar modo sul ring, che ha girato il mondo e che sta trovando la definitiva consacrazione in WWE solo ora, dopo 15 anni nel business. Come abbiamo visto il discorso non vale solo per Bryan: anche Big Show e Cody Rhodes sono entrati nel meccanismo e questo, come abbiamo visto, ha appassionato il pubblico. È indubbiamente un'arma molto potente in mano alla WWE, che potrebbe fare lo stesso anche per altri, basti pensare a Ziggler e a quelle potenzialità che sono state solo esplorate nel promo di fine 2012 di Cena contro di lui. Tutto sta a non esagerare (e Big Show a Raw lo ha fatto) e a giocarsi con parsimonia questa carta senza scadere nel banale e nel già visto.
Tuttavia, questa storyline concentra inevitabilmente in sé tutti gli sforzi del creative team della WWE. E ciò crea dei “buchi” nel resto della narrazione, cosa che per esempio non era successa fino a Summerslam. Il discorso World Title è una questione a parte, dato che a mio parere il punto debole di Summerslam è stato proprio il contesto del World Title totalmente campato in aria, con una narrazione secondo me interrotta rispetto a quello che suggeriva inizialmente e che non ha dato né allo stesso Christian né ad Alberto Del Rio la rilevanza ed il seguito che avrebbe dovuto. E la musica non è cambiata, anzi è ancora più stonata, in vista di Night of Champions, con un Rob Van Dam mandato contro Del Rio ed il cui feud consiste in Ricardo Rodriguez affiancato ad RVD e a rispettive interferenze nei match dell'uno da parte dell'altro. Oltre al World Heavyweight Championship, ho trovato interrotta la narrazione ancora una volta in quel midcarding che indubbiamente è stato uno dei punti di forza di Summerslam. Dolph Ziggler e Cody Rhodes sono stati salvati grazie al loro inserimento nella storyline principale, ma che dire di Damien Sandow totalmente abbandonato a sé stesso? Di Bray Wyatt che continua a bucare lo schermo ma che ormai girovaga senza meta per gli show? È un peccato vedere come diverse situazioni interessanti che si erano create stiano venendo abbandonate per fare posto alla storyline principale. Non che mi stia lamentando di quest'ultima, affatto, ma non credo che la situazione sia giustificata in quella che dovrebbe essere la compagnia di wrestling più importante del mondo, tutto qui.
Per quanto mi riguarda, la cosa più importante a cui questa storyline deve puntare è non distogliere mai l'attenzione da Daniel Bryan. In WWE sono consci di questo, la complessa narrazione di Big Show a Raw non a caso è stato contrapposta proprio a lui, ma non vorrei che la storyline sfuggisse pian piano di mano. Come ho detto prima, questa a poco a poco sta diventando sempre più ad ampio spettro e sta includendo sempre più persone: ciò potrebbe essere positivo, ma essere anche un'arma a doppio taglio nel momento in cui la WWE abbassi un attimo la guardia e cessi di svolgere l'ottimo lavoro che sta portando avanti, cioè lo spiegare e il motivare ogni scelta puntualmente nella maniera corretta, consentendo alla storia di rimanere coerente con se stessa. La storyline punta alla consacrazione di Daniel Bryan e per fare ciò si sta servendo di frammenti di vita reale, frammenti che alla fine dovranno essere inevitabilmente ricondotti a lui per poterlo ergere al livello dei vari John Cena e CM Punk, un livello che Daniel Bryan merita a pieno titolo e che si è conquistato sul campo da ormai tanto tempo.