5 Star Frog Splash #25 – Change Ahead

“Penso che Daniel Bryan abbia l'”it” factor. Daniel è un wrestler estremamente entusiasmante nel ring. È molto forte tecnicamente, ma oltre a quello ha anche un'enorme personalità e un grande carisma, sono qualità che non si può non notare. Tu vuoi andare a vederlo. Intriga la gente e credo che sia tutto ciò che serva per essere una Superstar della WWE. Non per citare la theme di CM Punk, ma si tratta di culto della personalità e lui ce l'ha. Lui ce l'ha, John Cena ce l'ha, CM Punk ce l'ha, Brock Lesnar ce l'ha, le più grandi stelle di questo business ce l'hanno sempre. Daniel ce l'ha e come lo dimostra? Come prende quella personalità e quel carisma e le trasforma nella miglior cosa possibile, ovvero essere WWE Champion? È così bravo, ha davvero quell'abilità ? Ed è questo tutto ciò che importa perché, come ha detto Cena, sta arrivando a quel punto e poi ci resterà . Arrivarci è questione di un momento, restarci è un processo che occupa tutto il tempo. Speriamo che possa farcela. Non vedo l'ora di vederlo, sono ansioso di vederlo. Non ci sono molte occasioni in cui senti di essere sul punto di vedere un cambio di rotta o sul punto di vedere un momento 'Wow, questo potrebbe cambiare tutto'. Ecco a che punto ci troveremo domenica. Siamo al punto 'Wow, questo potrebbe cambiare tutto'. Sarà interessante vedere come finirà .”
(Triple H, 13/08/13)
Futuro. Il magnifico main event di Summerslam che ha visto la vittoria pulita di Daniel Bryan su John Cena e la conquista del WWE Title da parte del primo aveva questa parola stampata sopra a caratteri cubitali. Due settimane fa, commentando la rivalità tra Bryan e Cena avevo detto che non ricordavo da tempo immemore una storyline così diretta verso un obiettivo preciso, così orientata ad un fine perfettamente chiaro: la consacrazione di Daniel Bryan. E così infatti è stato, domenica a Summerslam la WWE non ha tradito le aspettative e ha messo su un vero e proprio capolavoro, regalando una perla a tutti gli amanti della nostra disciplina. Personalmente John Cena vs Daniel Bryan di domenica è stato uno dei match più belli a cui io abbia mai assistito per moltissimi motivi. Innanzitutto da un punto di vista prettamente legato all'esecuzione, dato che entrambi i contendenti hanno messo su una prova eccellente e hanno dimostrato di intendersi alla perfezione; John Cena è un ottimo performer che viene messo in condizione di tirare fuori il meglio di sé solo quando messo di fronte a qualcuno di livello pari o superiore, mentre Daniel Bryan è semplicemente uno dei migliori wrestler a livello mondiale. Poi allo storytelling: che dire di quel magnifico scambio di schiaffi nel bel mezzo del match legato a quanto detto da Daniel Bryan nel Raw precedente o di Bryan che cerca di far cedere John Cena in tutti i modi, tra cui proprio con la sua STF. O di psicologia, il cui tocco sublime è stato quell'incredibile Running Knee Strike con il quale si è chiuso l'incontro e che potete ammirare sopra. Non c'è dubbio, John Cena vs Daniel Bryan appartiene senza ombra di dubbio alla cerchia ristretta di capolavori del wrestling.
“Wow, questo potrebbe cambiare tutto”: lo ha detto Triple H, nello stralcio d'intervista da lui rilasciata qualche giorno fa e che ho citato sopra, riferendosi proprio al match tra John Cena e Daniel Bryan. E devo ammettere che la mia sensazione domenica mattina, pensando a quel match, era esattamente quella: il presentimento di stare per assistere a qualcosa di epocale, qualcosa di troppo bello per essere vero ma che in effetti stava per realizzarsi. Ed infine si è realizzato: Daniel Bryan ha schienato pulito John Cena, una frase che a leggerla solo qualche mese fa sarebbe potuta sembrare pura fantascienza. Eppure è accaduto e tutto, dall'inizio alla fine di quel match (o forse dovrei dire della magnifica storyline partita un mese e mezzo fa) è stato fatto solo ed esclusivamente in funzione di Daniel Bryan. Anzi, mi correggo: anche tutto ciò che è successo dopo quel match, con il turn di Triple H contro Bryan ed il successivo incasso di Randy Orton che ha privato Bryan della corona appena guadagnata è stato fatto in funzione di Bryan. E anche tutto ciò che è successo la sera dopo a Raw. Futuro, dicevamo.
E come si fa a non parlare di futuro, di cambiamento guardando il segmento iniziale di Raw? John Cena l'ha riconosciuto apertamente: Daniel Bryan lo ha battuto nettamente ed è stato l'uomo migliore, meritando di vincere il WWE Title. Nessuna scusa, nessuna giustificazione, semplicemente l'ammissione di aver perso nella sconfitta più pulita di Cena che si ricordi in tempi recenti. E poi, tra i “Cena Sucks” del pubblico (e qui appoggio totalmente quanto detto da Erik Ganzerli nello Stamford Report per quanto riguarda i fan deficienti che vogliono ergersi a centro dello show), ha introdotto l'idolo del momento, colui a cui dovrà lasciare la scena e che dovrà simbolicamente caricarsi la compagnia in spalla al suo posto, nessun altro se non Daniel Bryan. La scena ha avuto un impatto emotivamente forteÂ… e francamente l'infortunio di Cena non poteva capitare in un momento migliore. Daniel Bryan è passato in 24 ore da underdog nella sua opportunità della vita a ex WWE Champion con tutte le attenzioni concentrate su di sé: il futuro. Perché questi mesi in cui Cena non ci sarà non saranno nient'altro che l'ennesimo banco di prova per Daniel Bryan. È in grado di reggere la federazione? È in grado di esserne il volto? Cena lontano dalle scene, CM Punk impegnato in tutt'altro: sta tutto a Bryan. Perché poi Cena e Punk torneranno e lui dovrà necessariamente confrontarsi con loro su palcoscenici più grossi di quanto abbia mai calcato finora.
E poi l'ingresso di Stephanie McMahon: lì ha iniziato a delinearsi l'attuale situazione di Raw. Una situazione che si è esplicitata perfettamente nel segmento finale, con un promo che ha spiegato perfettamente il turn di Triple H. Un Triple H diverso rispetto a quanto intravisto fino al giorno prima, un Triple H sceso più a miti consigli rispetto alle posizioni estremiste raggiunte in opposizione al suocero Vince McMahon, un Triple H che si è reso conto di dover scegliere al meglio per il business. E la scelta non poteva essere Daniel Bryan, troppo diverso dai canoni che la WWE ha incarnato fino a questo momento, troppo estraneo alle dinamiche che regnano in casa WWE dall'avvento di Vince McMahon se non prima. La scelta era Randy Orton, quel “carbone trasformatosi in diamante” che Triple H ha scelto solo ed esclusivamente per il business, passando sopra proprio a quel Daniel Bryan a cui Triple H “piace pensare come ad un amico”. E qui la WWE ha fatto una scelta assolutamente perfetta, ovvero non slegare dal passato la situazione attuale in casa WWE ma anzi legarvela a doppio filo. Triple H e Randy Orton: uniti da dieci anni in una storia perfetta, fin da quel promo che risale ai fasti dell'Evolution nel 2003 e che richiama a “carbone che diventerà diamante”, in rappresentanza di un futuro appena diventato presente. Ma non solo, Triple H non ha negato nemmeno gli anni di rivalità con Orton, compreso quel 2009 in cui il Viper aveva fatto fuori l'intera famiglia McMahon per arrivare a Triple H. Ma Triple H è un uomo d'affari ora: il business è più importante. Lo sa Triple H, lo sa Vince McMahon e tantopiù lo sa Stephanie McMahon, nel 2009 stesa e baciata a tradimento da Orton sotto gli occhi di un impotente Triple H, nel 2013 stretta in un abbraccio a quello stesso uomo.
È solo ed esclusivamente business: Daniel Bryan non può entrarci. Daniel Bryan “non è una A, è una solida B+”, a detta di Stephanie McMahon. E Triple H non può dare al pubblico, che pure sostiene Bryan, una scelta mediocre: no, lui è responsabile di dover dare il meglio al WWE Universe. E quindi la scelta di tradire Bryan, che pure ha battuto John Cena, ed estorcergli così il suo sogno. Ma Daniel Bryan non ci sta e, seppur cacciato dall'arena, torna per confrontarsi con Triple H per l'ingiustizia subita, venendo immediatamente steso prima dallo Shield (unica nota stonata per me in tutta la vicenda: da Hounds of Justice a Puppets of Power, completamente spogliati di tutta la loro valenza ed il loro significato) e poi dallo stesso Orton sotto gli occhi dell'intero roster, costretto a guardare senza poter intervenire. È dunque Daniel Bryan solo contro tutti: solo contro Randy Orton che gli è costato il titolo, solo contro lo Shield che è la nuova forza armata della dirigenza, solo contro i poteri forti che gli si oppongono senza pietà . Solo in una storyline che non può fare altro che puntare al futuro: Daniel Bryan, appunto, la vera A, che rappresenta un cambiamento sia per quanto vediamo on screen sia in quelle che sono le vere e proprie linee guida della federazione e che forse possono iniziare a pensare di poter prescindere dal solo John Cena.
Perché non è Randy Orton il futuro, non più. Randy Orton era il futuro dieci anni fa, agli albori dell'Evolution. Adesso è solo uno strumento, perché di strumento si parla, per creare la storyline potenzialmente più potente degli ultimi dieci anni e che potrebbe rovesciare le carte in tavola in casa WWE. In una intervista che ho tradotto recentemente, Randy Orton dichiara di essere felice del suo status “per essere tornato a fare qualcosa di rilevante dopo quasi due anni”. Ma la WWE non è stupida, non si era dimenticata di Orton. Anzi, aveva compreso esattamente ruolo e limiti dell'Apex Predator, tanto da attendere pazientemente ed inserirlo in una storyline perfetta per lui: questa. In cui non a caso Randy Orton ha esordito con un promo di due minuti in cui fondamentalmente ha riconosciuto che tutto il suo successo è merito di Triple H, lasciando i riflettori proprio al suo mentore e ai McMahon. Per una ragione molto semplice: il cambiamento non è Randy Orton. La WWE lo sa, se n'è resa conto in questi anni, e ha imparato a sfruttarlo nel modo migliore. Fino ad adesso, quando finalmente Randy Orton può rendere al meglio per innescare il vero cambiamento. Un cambiamento personificato in un uomo per cui la WWE stravede sin dal suo arrivo nella compagnia, nonostante non sia mai stato coerente con il canone classico della WWE. Un uomo che la compagnia ha minuziosamente costruito tassello per tassello da tanto tempo a questa parte, fin da un promo fuori dal comune nella prima stagione di NXT in cui quell'uomo ci disse che qualcosa sarebbe cambiato, che non sarebbe finita lì. Un uomo che da quel momento in poi ha scalato le gerarchie nella compagnia poco alla volta e che finalmente inizia a vedere i frutti del proprio lavoro. Sto parlando, ovviamente, di Daniel Bryan.
“BUSAIKU KNEEEEEEEEE~!”