5 Star Frog Splash #23 – Match Point

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La marcia in più ingranata dalla WWE da Payback in poi continua in quel di Money in the Bank, PPV che ci attende domenica e che ha molto in comune con quello del mese scorso che tanto aveva sorpreso i più. La costruzione minuziosa di ogni match (tranne quello per il WWE Title), quel senso di incertezza generale (tranne per il match per il WWE Title), quella sensazione che le cose possano cambiare da un momento all'altro (tranne nel match per il WWE Title)… l'aria sembra proprio diversa rispetto ad appena un paio di mesi fa in casa WWE.
Certo, come al solito ci sono pro e contro. E questi ultimi, in un momento in cui la WWE non sembra sbagliare nulla in tutto ciò che fa, risaltano ancora di più. Risalta, ad esempio, l'appiattimento della storyline per il World Heavyweight Title dopo quel colpo di genio di gestione avvenuto a Payback e che aveva messo il tutto su binari perfetti. La costruzione di Dolph Ziggler da babyface non c'è stata: certo fare gli splendidi con i 3MB io non la considero una costruzione. E di conseguenza è decaduto un po' anche il momentum di Alberto Del Rio, il cui grande limite è che, contro chiunque sia, deve comunque farsi condurre sui binari giusti perché ha costantemente bisogno di qualcuno a guidarlo per rimanere interessante. Credo e spero che questa situazione sia dovuta al voler far trascinare la storia tra Ziggler e Del Rio fino a Summerslam, ma ciò non giustifica il ridimensionamento della situazione più interessante intorno al World Title da eoni a questa parte. E oltre a questo risalta anche la caduta d'interesse nei confronti dello Shield, che mesi fa sembrava l'unica cosa interessante di una WWE sciatta e apatica mentre ora, almeno in due delle sue tre componenti, viene confinato al pre-show. Certo era prevedibile che sarebbe accaduto qualcosa del genere nel momento in cui gli fossero consegnati i titoli secondari della federazione – che nonostante tutto hanno valore come credo mai negli ultimi anni con lo Shield e Curtis Axel a detenerli – ma passare dal lottare contro Undertaker, Kane e Daniel Bryan al feudare con gli Usos nel pre-show di Money in the Bank mi sembra veramente un dietrofront troppo deciso.
Ciò che non risalta, invece, è il discorso relativo al WWE Championship che da Extreme Rules in poi sembra aver fatto passi indietro di svariati anni. Siamo tornati al “Cena vs mostri” che tanto aveva ammorbato gli show della WWE tra il 2007 e il 2008 e che la WWE ha pensato bene di riprendere, facendo sprofondare il WWE Title in un baratro di disinteresse. Il problema non è tanto l'averlo fatto, ma l'averlo fatto coscientemente considerato che la WWE è perfettamente a conoscenza della pochezza e del poco appeal generati da questa situazione. E infatti fa poco o nulla per promuoverla e ridimensiona il discorso per il proprio titolo massimo alla prima ora di Raw, facendolo vivere in una propria dimensione “a parte” rispetto a tutto il resto del canone della WWE. Le ragioni di tutto questo possono essere molteplici: io credo semplicemente che questa sia l'eredità di un periodo post-Wrestlemania che generalmente dovrebbe essere il più prolifico dell'annata e che invece quest'anno è sembrato quasi un peso, quasi una situazione da smaltire il più velocemente possibile. Ed il risultato di tutto questo è stato Extreme Rules, PPV di una superficialità e di contenuti a dir poco disarmanti.
A mio parere la motivazione è che nessuno degli uppercarder/main eventer della WWE, dopo Wrestlemania, aveva lo status adatto per andare contro John Cena ed avere qualche chance di vincere il WWE Title. CM Punk a parte, ormai main eventer acquisito e con lo status giusto praticamente in ogni momento, basta guardare ai componenti del Money in the Bank “All-Stars” di domenica per rendersi conto della cosa: Daniel Bryan, Kane, Randy Orton, Sheamus, Christian, Rob Van Dam. I primi due erano impegnati nella loro dimensione di coppia contro Dolph Ziggler e Big E Langston (e ho dovuto ricorrere all'Archivio PPV del sito per ricordarmelo), Sheamus e Orton erano occupati a perdere contro lo Shield e Christian e RVD non erano nemmeno on screen. Altri papabili? La situazione di Chris Jericho la conosciamo bene, per il resto non avrei visto davvero altri pronti nell'immediato ad andare contro un Cena che aveva appena battuto The Rock se non Ryback e Mark Henry. Siamo dunque tornati, come dicevo a “Cena vs mostri”: la dimostrazione sta proprio nell'ultimo episodio di Raw, con Cena che collassa sotto il peso di Henry e poi per magia al PPV lo solleverà e vincerà . Quantomeno c'è la consolazione che stavolta il tutto venga coscientemente messo ai margini dello show, il cui centro è occupato da altri molto più meritevoli. Proprio i componenti del Money in the Bank “All-Stars”, dal quale dovremmo avere le rassicurazioni adeguate riguardo al futuro, considerato chi dovrebbe uscire vincitore da quel match.
Già , chi dovrebbe uscire vincitore da quel match? Inutile nascondere che tutte le strade portano a Daniel Bryan. L'ex American Dragon è attualmente coinvolto in un percorso che lo ha portato a battere praticamente tutti i suoi avversari all'interno del Money in the Bank Ladder match, compresi Randy Orton e Sheamus che solitamente sono protettissimi dalla WWE. Un percorso magistrale portato avanti dalla WWE e che ha visto Bryan scrollarsi di dosso l'appellativo di weak link per lanciarsi alla rincorsa del WWE Championship passando per il Money in the Bank All-Stars. Negli ultimi tempi ho sentito diverse proteste verso questa scelta, proteste incentrate sul fatto che con il percorso che sta seguendo Bryan affrontare Cena per il WWE Title a Summerslam sarebbe stato uno sviluppo naturale, il Money in the Bank non sarebbe stato necessario. Ma io non sono d'accordo: la conquista del Money in the Bank da parte di Bryan sarebbe solo l'ennesimo tassello di una storyline che sta procedendo in maniera perfetta e che vedrebbe Bryan incassare la shot a Summerslam, lanciandosi alla caccia del top player della WWE dopo aver battuto moltissimi avversari di valore.
Uno dei pro più convincenti di questo PPV, ad ogni modo, è proprio la gestione dei due Money in the Bank Ladder match. Tutti face in quello per il WWE Championship, tutti heel in quello per il World Title: meccanismo molto inusuale per le dinamiche della WWE che generalmente evita di proporre confronti tra face o tra heel mentre qui ce ne sono addirittura sette che interagiscono tra loro. Quel che è certo è che sta dando vita ad interazioni particolari e che non sanno di già visto: a mio avviso è stato innanzitutto un ottimo modo per gestire Bryan a piacimento. C'è stato chi ha urlato al turn heel lunedì a Raw dopo l'attacco di Bryan ai danni di CM Punk e Randy Orton, ma il percorso di Bryan al momento non vede ombra di turn: è solo un modo per far interagire Bryan con i migliori del roster, con gli All Stars appunto. Metodo simile, con le dovute differenze, anche nell'altro Money in the Bank Ladder match: in realtà i sette heel hanno interagito poco tra di loro, ma la rivalità tra loro c'è e si sente. La riprova sta proprio in quel Backstage Fallout di Raw che ho postato all'inizio dell'editoriale, dove ognuno dei partecipanti ha espresso con un promo le proprie motivazioni. I sette partecipanti del Money in the Bank per il World Title non sono All Stars ma quasi tutti stelle in rampa di lancio… beh, chi più (Ambrose, Cesaro, Rhodes, Sandow) chi meno (Swagger, Fandango, Barrett).
Chi ha più probabilità di portare a casa la valigetta? Come nel Money in the Bank All-Stars, anche qui la contesa ha un vincitore che sembra scritto: Dean Ambrose. Come ha detto lo stesso Ambrose nel promo, lui ha qualcosa di speciale che gli permette di tramutare in oro tutto ciò che tocca: lo Shield è la dimostrazione evidente di questa tesi. Seth Rollins, per quanto mi piaccia come wrestler, e Roman Reigns non sono al suo livello: Ambrose è il perno dello Shield e lo dimostra in ogni uscita sul ring o al microfono. Sarebbe quantomeno interessante vedere cosa ne farebbe della valigetta blu e come potrebbe usarla, anche perché la dimensione dello Shield costituisce qualcosa di inedito rispetto all'incasso classico di rapina del Money in the Bank, dato che i tre potrebbero tranquillamente uscire alla loro maniera, mettere KO il World Champion ed incassare. Tuttavia, credo che questo pronostico sia un po' più aperto rispetto all'altro Money in the Bank Ladder match. La situazione nascente tra Damien Sandow e Cody Rhodes sembra far presagire qualcosa in un futuro più o meno prossimo: la conquista della valigetta da parte di uno dei due potrebbe essere la molla che fa scattare il confronto. Personalmente sarei interessato a vedere Rhodes con la valigetta: il figlio dell'American Dream ha tutte le carte in regola per esplodere e ha solo bisogno di una chance per rilanciarsi dopo il periodo grigio che ha attraversato. La conquista della valigetta blu potrebbe essere la soluzione, tuttavia, averla e tenerla come ha fatto Ziggler non porterebbe a nulla: occorre che il Creative Team della WWE si inventi qualcosa e renda particolare il tempo che Rhodes – o chiunque vincerà la valigetta tenendola per un periodo medio-lungo – passerà con il Money in the Bank a disposizione. Buon Money in the Bank, dunque, con la speranza che la WWE prosegua sull'ottima strada tracciata da qualche mese.