5 Star Frog Splash #22 – The Creative-Crowd Effect

“Dai Chicago, un applauso al nuovo World Heavyweight Champion! E per tutti i latini, grazie Chicago! Stanotte ho provato a voi e al mondo intero perché Alberto Del Rio merita di essere il vostro campione! Ho fatto qualsiasi cosa dacché sono in WWE e l'ho fatta solo per voi, ogni notte! Per cui stanotte Chicago, ma non solo Chicago, tutto il mondo, vi chiedo il vostro supporto!” [fischi] “Tutti voi sapete che Alberto Del Rio è uno dei migliori nel business, ogni notte vado sul ring e do la mia vita, do più del 100%. Per cui dopo stanotte sento di meritare di essere il vostro campione. Per cui un applauso ancora una volta per il World Heavyweight ChampionÂ…” “ALBERTOOOOOOO DEEEEEL RIOOOOOOOOOOOOOO!!!”
“Non mi avevi mai definito un tuo cliente prima, sai? Non sono tuo cliente. Avanti, parla. Curtis Axel è tuo cliente, Curtis Axel ha bisogno del tuo aiuto, ha bisogno che qualcuno lo guidi per arrivare ad un traguardo. C'è stato un tempo in cui avevo bisogno di te, in cui tu mi hai guidato, ma non sono mai stato un tuo cliente, ero tuo amico. Curtis Axel ha bisogno del tuo aiuto. Brock Lesnar ha bisogno del tuo aiuto. Loro sono tuoi clienti, io sono tuo amico, sii solo mio amico.” “Ok.” “Per favore.” “Ok.” “Bene.”
A volte l'attenzione per i dettagli fa la differenza. E la nuova direzione creativa che ha preso la WWE da qualche tempo a questa parte si è distinta in particolar modo proprio per questo: la cura per il dettaglio, la scrupolosità nel curare ogni sfumatura. E il cambiamento si è visto, considerati gli ENORMI passi avanti fatti da Extreme Rules a Payback. Qualche mossa accorta e qualche piccolo cambiamento ben studiato hanno permesso al creative team della WWE di risolvere diverse situazioni spinose che da tempo affliggevano il roster della compagnia, nonché di proporre alcune storyline ben fatte e che hanno catturato in massa l'interesse del pubblico. Ed è stato proprio questo l'elemento di spicco, la svolta decisa verso storie interessanti che ora coinvolgono gran parte dello show (e la situazione del WWE Championship non è tra queste), non pochi eletti che hanno il privilegio di poterne far parte.
Parlando di situazioni spinose, il match di Payback tra Dolph Ziggler e Alberto Del Rio valido per il World Heavyweight Title è riuscito a raddrizzarne ben due che da mesi si presentavano irrisolte negli show. La prima è quella relativa al fatiscente turn face di Del Rio, avvenuto in condizioni pietose e che non ha mai permesso al nuovo character del talentuoso messicano di esplodere davvero. Del Rio ha riscosso qualche consenso soprattutto all'inizio per via della novità nel suo personaggio, heel fin dal suo debutto in WWE, che tornava ad essere interessante praticamente da Extreme Rules 2011, quando la sua costruzione si fermò bruscamente dopo quel Ladder match perso contro Christian che fruttò al canadese il suo primo titolo mondiale in WWE. Successivamente il personaggio si è arenato, rivelando tutte le sue contraddizioni e soprattutto tutti i limiti nell'extraring di Del Rio, che non pare mai troppo a suo agio con un microfono in mano. Particolare la situazione di Del Rio. La sua difficoltà ad esplodere in WWE, nonostante una carriera brillante in Messico, mi ha sempre incuriosito. E dire che il figlio di Dos Caras è stato praticamente sempre un babyface in terra messicana, riscontrando un grande consenso di pubblico. Ma se non seguito con particolare attenzione, Del Rio mi ha sempre dato l'impressione di arrancare alle prese con un microfono. Sarà la lingua diversa, sarà che proprio l'extraring non è il suo forte, al contrario della sua abilità in-ring, ma mi è sempre sembrato innaturale.
Payback, come dicevo, ha risolto questa situazione. Non solo restituendo a Del Rio lo status di heel nel quale francamente il messicano mi sembra più a suo agio, ma restituendo interesse al suo character che dopo mesi sembra suscitare un minimo d'interesse. Merito della costruzione apportata al suo character. E non è una costruzione elaborata eh, non a caso due settimane fa dissi che Del Rio vs Ziggler era l'unico match che, per forza di cose, non aveva alle spalle una storia solida per le assenze dello Show Off che avevano costretto il creative team (ma anche no) a imbarcarsi in una serie di interessantissimi e avvincentissimi match tra Del Rio e Big E Langston (sarcasmo richiesto). È bastato impostare il match di Payback nella maniera corretta, con Del Rio deciso a fare qualsiasi cosa, anche la più scorretta come infierire sulla testa di un avversario appena guarito da una commozione cerebrale, pur di tornare in possesso del World Title e Ziggler classico babyface in pericolo che cerca di vincere il match in ogni modo ma si deve arrendere alle troppe avversità , per la disperazione della sua ragazza fuori ring. Il commento di Cody Rhodes, Big Show e R-Truth ha poi rafforzato entrambe le posizioni delle due Superstar, spingendo ancora di più sulla strada intrapresa del double turn. Infine, il successivo promo di Del Rio ha fatto il resto, sfruttando un punto debole del messicano, la sua poca attitudine con il pubblico, per dare ancora di più quella sensazione surreale tipica di un turn. E dando così a Del Rio un pretesto.
Ma il double turn è stata una mossa efficace anche perché ha coinvolto quel Dolph Ziggler con uno status fermo da troppo tempo, che non vedeva uno sviluppo rilevante ormai da mesi. E considerato che fino a dieci giorni fa lo Show Off era il World Heavyweight Champion, ciò dovrebbe essere esemplificativo della sua precedente condizione. Nemmeno consegnargli un titolo massimo (anche se ormai il World Title lo è più di nome che di fatto) lo aveva smosso: Ziggler aveva semplicemente cominciato ad andare in giro con il titolo piuttosto che con la valigetta del Money in the Bank come faceva fino ad un momento prima. E la cosa preoccupante era l'incredibile involuzione in cui lo Show Off era incorso rispetto a gennaio, rispetto al feud con John Cena: quello spunto dato dall'attuale WWE Champion, “sei qui da 7 anni e non hai combinato nulla”, sembrava essere il preludio per qualcosa di interessante nel futuro di Ziggler. Invece solo passi indietro, preoccupanti passi indietro, fino a domenica scorsa. Ziggler non ha ancora parlato da allora e si è limitato ad agire, ma rendendo perfettamente chiare le sue azioni (ed il suo turn). Altra mossa molto intelligente da parte della WWE, che stavolta ha incontrato anche un chiaro gusto del pubblico che da tempo sostiene Ziggler e quello che fa, nonostante il suo precedente status di heel.
E arriviamo infine ad una delle storie che due settimane fa avevo giudicato tra le più interessanti in WWE: il ritorno di CM Punk ed il suo nuovo atteggiamento, con conseguente distacco da Paul Heyman. C'è chi ha visto dell'incoerenza nelle parole della Straight-Edge Superstar fin dal suo ritorno, soprattutto nel suo atteggiamento con Paul Heyman. Non sono assolutamente d'accordo. Come ripeto ormai in continuazione, la storia di CM Punk è una narrazione in fieri da due anni e da quel promo che ha praticamente definito il futuro del Best in the World. Già , il “Best in the World”, un appellativo che si sono dati in tanti ultimamente. Ma CM Punk, dopo Wrestlemania, è andato via proprio perché dubbioso sul suo essere ancora il migliore in circolazione. Quel promo nel Raw post-Mania fu esplicativo: Punk non era più convinto, aveva bisogno di ritrovare se stesso. E lo ha fatto, in parte assentandosi, in parte battendo un Chris Jericho (finalmente usato nella maniera consona) adattissimo al ruolo di avversario di Punk. Ma Punk stava per perdere per colpa dell'intervento di Heyman, un intervento che lui non aveva mai richiesto: CM Punk è un amico di Paul Heyman, non un suo cliente, il Best in the World lo ha ribadito più volte per poi chiedere al suo mentore di non accompagnarlo più al ring. E sta proprio lì la non-contraddizione: tutto è perfettamente coerente, tutto funziona in virtù di quel rapporto Punk-Heyman che in passato ha plagiato l'ex WWE Champion, che però ora ha la lucidità per essere di nuovo se stesso. Alla fine la tanto attesa redenzione è arrivata.
A volte l'attenzione per i dettagli fa la differenza. E rende un PPV potenzialmente di transizione come Payback, a metà strada tra Wrestlemania e Summerslam, il più godibile evento dell'anno fino a questo momento.