Non so bene come cominciare questa edizione dell'editoriale. Nel momento in cui scrivo sono passate poco meno di 48 ore dalla Royal Rumble e credo di non averla ancora assimilata per bene. Di solito sono una persona molto analitica, alla quale piace molto schematizzare le cose, e per farlo bisogna giocoforza avere le idee chiare. Ma in questo momento più che idee ben organizzate in cassetti diversi nella mia testa ci sono emozioni, emozioni ingarbugliate che la Rumble ha fatto vivere non solo a me, ma probabilmente a qualunque fan di wrestling di lunga data. A chiunque si ricordi Edge, la passione che metteva in questa disciplina, il livello di adrenalina sempre elevatissimo quando c'era lui sul ring. A chiunque abbia pianto come un bambino quando un brutto giorno di quasi nove anni fa Edge fu costretto a lasciare sul ring il World Heavyweight Title appena difeso a Wrestlemania 27 contro Alberto Del Rio, a togliere giacca e stivali e a chiuderli in un cassetto che non pensava avrebbe mai più riaperto, ad annunciare il suo ritiro definitivo dal mondo del wrestling. La vita però spesso è beffarda. A volte prende un campione assoluto come Kobe Bryant, uno dei più grandi e amati cestisti di tutti i tempi, e lo toglie al mondo improvvisamente, senza un vero perché. Altre volte invece ti dimostra che qualcosa è “definitivo” solo se lo decide lei e decide di restituire Edge al mondo del wrestling.
E vedere live quel momento (e poi rivederlo altre centocinquanta volte nei giorni successivi) è stato bello. È stato bello, emozionante e soprattutto vero, perché la faccia che ha fatto Edge una volta uscito dal fumo, quando si è forse reso conto davvero per la prima volta che lui era lì, che ce l'aveva fatta, che non era lì per essere preso come ostaggio da Seth Rollins o per presentare un Cutting Edge ma per fare quello che amava e che ama, per tornare finalmente a lottare… è stata impagabile. E ha consegnato al mondo del wrestling un altro momento che resterà negli annali e che noi non dimenticheremo facilmente. Poco importa che non sia stata una sorpresa assoluta – erano mesi che si rincorrevano voci che avesse avuto il permesso dei medici WWE per tornare a lottare, che si stesse allenando e rimettendo in forma per poter fare il suo trionfale ritorno – e che gli analisti di wrestling in giro per il mondo dessero ormai praticamente per scontata la sua partecipazione al Rumble match maschile, come se fosse una cosa naturale. È stato comunque un momento magico, uno di quei momenti in cui ti ricordi come mai dopo tutti questi anni sei ancora qui, perché non hai smesso di guardare il wrestling, perché fai le 6 del mattino per guardare uno show (o per farne il report, come nel mio caso) invece di andare a dormire ed essere produttivo nella giornata lavorativa che ti aspetta. E il motivo è che il wrestling è una disciplina unica al mondo, capace di suscitare emozioni che probabilmente nient'altro riesce a trasmettere.
Ok, direi che per quanto riguarda la parte emotiva del ritorno di Edge abbiamo dato. Ma per quanto riguarda quella “pratica”? Cosa lo aspetta nel prossimo futuro? Randy Orton, a quanto pare. E devo dire che, considerando il semplice nome, non sono enormemente entusiasta di questa scelta. Edge è qui, è vero, ma non sappiamo per quanto e lo ha detto lui stesso che non sa quanto tempo durerà questo suo nuovo stint. Quindi, se devo parlare egoisticamente, prima che si ritiri nuovamente io voglio vederlo interagire con il maggior numero di nuove Superstar possibile, non con un wrestler “vecchio” quanto lui e con il quale soprattutto ha già una storia, un passato in tag team e una rivalità alle spalle. Edge vs AJ Styles, Edge vs Roman Reigns, Edge vs Seth Rollins, Edge vs Daniel Bryan, Edge vs Kevin Owens: queste sono le rivalità che voglio vedere. Quindi non condivido la scelta di Orton come primo avversario… però la giustifico e la comprendo. Edge non lotta da nove anni. È nella miglior forma della sua vita, come ha detto lui lunedì sera, e lo ha dimostrato nel Rumble match. “He hasn't missed a step” direbbero gli americani. Ma deve anche riabituarsi a lottare e forse nessuno può aiutarlo meglio in questo processo di Randy Orton, performer notoriamente safe in grado di proteggere gli avversari come pochi. In più, appunto, si conoscono. Sanno come interagire, cosa fare e cosa non fare. Fermo restando che per me i piani sono cambiati in fretta e furia perché Orton ha turnato face due mesi fa ed era nel bel mezzo di una faida con AJ Styles. Lo stesso AJ Styles che si è infortunato domenica proprio “a causa” di una Spear di Edge, dato che è caduto male e si è lussato una spalla e ora dovrà stare fuori circa due mesi, cosa che lo mette a rischio per Wrestlemania. Quindi chissà, magari doveva andare contro AJ Styles e i piani sono cambiati a causa dell'infortunio. La figura barbina fatta dagli OC a Raw è un altro elemento che mi fa propendere per questa ipotesi.
A proposito della figura barbina degli OC, a proposito del Royal Rumble match maschile… vogliamo parlare di chi lo ha vinto quel match? La settimana scorsa lo avevo detto che per me solo Roman Reigns e Drew McIntyre potevano vincere la Royal Rumble perché erano gli unici che avevano una simil-costruzione per farlo, avevo detto che in caso di eliminazione di Lesnar e vittoria della Rumble McIntyre sarebbe stata una stella fatta e finita. Ma avevo detto anche che non ci credevo nella vittoria di McIntyre e che al 99,9999% avrebbe vinto Reigns. Avrei dovuto avere più fiducia, ma purtroppo la WWE ci ha abituati male da questo punto di vista. Poco da dire: il Rumble match maschile è stato uno dei più belli e meglio costruiti degli ultimi anni. Non ho gradito tutto di questo match, devastazione iniziale di Brock Lesnar in primis che per me è stata troppo lunga e ha coinvolto gente come l'attuale Intercontinental Champion e John Morrison che è tornato da dieci minuti ed è già stato protagonista di un episodio del genere. Ma il livello di costruzione di questo match è stato talmente elevato che non ne parlerò. Perfetta l'eliminazione di Lesnar che paga il Low Blow a Ricochet che gli è costato carissimo e viene fatto fuori da un Claymore Kick. E maestosa dall'inizio alla fine la prova del futuro vincitore, quel continuo guardare a Lesnar è una perla di storytelling che ho apprezzato tantissimo. Molto bello anche il finale, con un Final Four che nessuno avrebbe mai immaginato e che è stato gestito alla perfezione. Buona anche l'idea di non far colpire Edge dalla Spear di Reigns, che anzi se n'è presa una lui in pieno petto. Un Reigns per il quale sono tornati a fare capolino dei fischi, ma non è questa la sede in cui parlarne, avremo modo di approfondire nelle prossime settimane.
E la Rumble femminile? Molto carina, ben gestita, impossibile da pronosticare visto che erano note meno di un terzo delle partecipanti e quindi sorprendente. Buone prove da parte di varie wrestler, Alexa Bliss, Bianca Belair e Beth Phoenix su tutte. Prova solida di Alexa, che non fa niente di straordinario ma riesce a resistere un bel po' e a eliminare un po' di gente prima di essere fatta fuori da Bianca che ha fatto una prova stratosferica, considerando che è una wrestler di NXT, eppure si è comportata come se fosse già nel “main roster” (termine ormai improprio ma tant'è). Beth è un'amazzone. Pronti via ed entra con una faccia come se fosse pronta ad ammazzare qualcuno e già lì mi aveva conquistato. Poi si fracassa la testa contro il paletto e continua quasi come se nulla fosse. Elimina varia gente, elimina Natalya che l'aveva fatta fuori nella prima Rumble femminile, si piazza terza. Oggi il wrestling è uno spettacolo molto più coreografico di quanto lo fosse anni fa, ma la parte di storytelling che ha portato Beth in questo match io l'ho apprezzata tantissimo. Non ci sono tanti wrestler in grado di raccontare una storia solo con la loro espressione: i coniugi Copeland ci riescono perfettamente.
Veniamo alla parte dolente: la vincitrice, che è un errore madornale. Vi dico la mia: Charlotte Flair ha stancato. Mi ha stancato per circa un milione di motivi diversi, il principale è che non è possibile che debba costantemente gravitare intorno ai titoli mondiali per essere rilevante. Il 2019 è stato un “anno no” per lei, eppure ha vinto comunque due titoli mondiali. Provate a pensare a un match o a una rivalità rilevante di Charlotte che non abbia avuto un titolo di mezzo. Uno ve lo dico io: quello con Trish Stratus (e stiamo parlando del Retirement match di quella che la WWE considera la più grande wrestler femminile di tutti i tempi, penso di aver detto tutto). Trovarne altri non vi sarà facile. Un altro motivo è che la WWE non è assolutamente in grado di scriverla. Io non capisco chi dice che Charlotte sia meglio da heel che da face: io da heel la trovo semplicemente insopportabile, non perché sta facendo bene il suo lavoro da heel ma perché è veramente insopportabile. Fa sempre lo stesso promo, crede di mettere intensità gridando nel microfono come un'oca giuliva, porta all'estremo il suo character che è veramente insostenibile. Per questo la preferisco da face, almeno tutte queste caratteristiche sono per forza di cose mitigate. Per quanto riguarda la Rumble, davvero una che ha vinto dieci titoli mondiali ha bisogno di vincere una Rumble per avere una shot titolata? Anche perché le campionesse dei due roster sono Becky Lynch e Bayley, ovvero la gente con cui Charlotte ha feudato non stop nell'ultimo anno. E infatti, secondo rumor che girano, Charlotte non sfiderà nessuna di loro, bensì Rhea Ripley per l'NXT Women's Title. E pare anche che a sfidare Becky Lynch a Wrestlemania sarà Shayna Baszler, cioè colei che avrebbe dovuto legittimamente vincere la Rumble. Quindi, se questi rumor dovessero rivelarsi veritieri… qualcuno è in grado di spiegarmi perché Charlotte ha vinto la Rumble? Perché per me questa è una cosa che non ha senso, hai cancellato un altro momento potenzialmente epico come quello di McIntyre per fare spazio a una che ha dieci titoli mondiali in bacheca. E sono anni che la WWE giochicchia con Charlotte, la quale non ha mai avuto gli stessi problemi di reazioni avverse solo perché è figlia di Ric Flair, perché è sempre stata messa a feudare con le migliori e soprattutto perché ha qualche capacità in più di Reigns. Ma a forza di tirare la corda questa prima o poi si spezza. E se la WWE continua a bookare Charlotte in questo modo secondo me la corda si spezzerà presto.