5 Star Frog Splash #172 – The WWE Experience

5 Star Frog Splash #172 - The WWE Experience

Benvenuti al primo numero della 5 Star Frog Splash Experience dopo la Wrestlemania Experience, qui come al solito sulla Tuttowrestling Experience. La WWE Experience di queste settimane è praticamente all'opposto di quello che dovrebbe essere: abbiamo appena passato l'evento più importante dell'anno e gli show dovrebbero essere spumeggianti, carichi di novità e di sorprese, non dovremmo vedere l'ora di guardarli. Eppure, lasciando perdere la Wrestlemania Experience di cui i miei colleghi hanno parlato abbondantemente in queste settimane e con i quali concordo pienamente quando la definiscono priva di emozioni, troppo lunga, abulica, ecc, anche la Raw Experience e la SmackDown Experience sono stato quantomeno grossolane e tutt'altro che imperdibili. E non stiamo parlando di show qualunque, stiamo parlando degli show post-Wrestlemania Experience e degli show che hanno ospitato la Superstar Shakeup Experience. I primi hanno lasciato molto a desiderare, tant'è che mi ricordo veramente poco di entrambi se non la Sassy Southern Belle Experience che imperversa come una Spada di Damocle Experience sulla The Man Experience quando dovrebbe essere impegnata in tutti altri lidi, ovvero cercare di farsi un nome nel roster battendo gente, non guadagnarsi una titleshot immediata, soprattutto non una titleshot a quella che dovrebbe essere un'attrazione speciale come la Becky 2 Belts Experience. Gli show di questa settimana io li ho trovati insignificanti. Una sfilza di match in cui appariva gente da altri roster e vinceva la loro contesa. A parte la EC3 Experience ovviamente, lui è stato spappolato senza alcun motivo dalla Monster Among Men Experience. Che futuro roseo che lo attende se la sua prima apparizione (sì, è come se lo fosse) è stata un disastro di questa maniera.


Per evidenziare il totale senso di ridicolo e la completa assenza di idee valide basta parlare della Viking Experience. E no, questo nome non è una palese presa per il culo alla WWE come ho fatto nello scorso capoverso. È purtroppo un nome reale, il nuovo nome di Hanson e Rowe, i War Raiders, che ora si chiamano rispettivamente Ivar ed Erik. Ora, a qualcuno di voi viene in mente un modo peggiore per fare a pezzi completamente la credibilità di questo tag team? Perché a me sinceramente non viene. Penso che questo sia stato l'ennesimo atto che testimonia la gestione RIDICOLA di questa compagnia nel main roster. Una compagnia che non solo prende l'opinabilissima decisione di prendere l'ennesimo tassello da NXT, arrivando stavolta a privarlo dei Tag Team Champions, ma che li rende l'ennesimo tag team banalissimo, ipercaratterizzato, quasi una caricatura di loro stessi. E non me ne frega niente se rimarranno anche a NXT, non dovevano andare nel main roster. Il main roster non ha bisogno dell'ennesimo tag team che viene mandato al macello. Troppo facile prendere a piene mani da NXT, che prospera con personaggi sviluppati e ben caratterizzati, quando nel main roster non sai che pesci pigliare. Un main roster nel quale vegeta gente che a NXT c'è stata, che è stata portata su e che è stata ridotta al fantasma di se stessa. Qualche esempio? Gli Ascension (nonostante la pochezza a livello lottato di Konnor e Viktor), gli American Alpha, The Revival, la Wyatt Family e chissà quanti altri me ne dimentico. Tag Team che hanno fatto la storia di NXT e che ora nel main roster non sono nulla. E chiudo questo discorso con uno sfogo: Vince McMahon ha rotto il cazzo. Non so se le motivazioni adducibili al cambio di nome che ho sentito siano veritiere (la parola “War” non sarebbe ben vista da McMahon, d'altronde i tizi che lottano nel suo main roster si fanno le carezzine e si allenano per il balletto, non si cartellano di mazzate su un ring), fatto sta che la gimmick della Viking Experience è opera sua e si vede lontano un miglio. Un tag team che avrebbe potuto andare bene negli anni '80 forse, dove i neuroni di Vince evidentemente si sono fermati, ma che nel 2019 non è ammissibile. E nel 2019 non è ammissibile nemmeno la pochezza della scrittura di una puntata come lo scorso Raw. Io sono del parere che nel wrestling si possa fare tutto, basta farlo con una motivazione e basta saperlo fare. Tu non mi puoi presentare i War Raiders con un nuovo nome DAL NULLA PIÙ TOTALE, devi spiegarlo. Dato che pare siano passati tra gli heel nel main roster, costava molto far fare loro un promo in cui rinnegavano la loro discendenza americana e abbracciavano quella “vichinga”, che tra l'altro è uno stile di vita che osservano regolarmente come abbiamo visto dal matrimonio di Rowe e Sarah Logan? Avresti potuto facilmente motivare un cambio di nome… ma non Viking Experience, che è un nome ridicolo e che veramente solo quel coso tossico di Vince McMahon avrebbe potuto elaborare. E questa sarà anche l'ultima volta che troverete questo nome ridicolo nel mio editoriale visto che continuerò a chiamarli War Raiders per sempre, o almeno finché la WWE non si deciderà a rinominarli in modo decente.

Inutile stare qui ad analizzare i vari cambi di roster e come sia cambiata la situazione nel main roster, tanto con questa carenza di inventiva a livello creativo tutto quello che stanno facendo è completamente inutile. Inoltre sono sicuro che i miei colleghi del WWE Planet sapranno farlo molto meglio di me. Mi concentrerò quindi ad analizzare le situazioni di alcuni wrestler. E cominciamo da Becky Lynch dato che sono semplicemente furioso per come stanno trattando The Man. Continua la totale incapacità della WWE di bookare un wrestler face, persiste la volontà (mi sono ormai persuaso sia una volontà precisa) di rovinare la storyline di Becky continuando a presentarla ogni settimana nel modo peggiore. Abbraccio completamente tutto quello che è stato detto da Mattia Di Noi nella TW Web Radio immediatamente post-Wrestlemania: l'irlandese doveva uscire da Wrestlemania con una consacrazione, consacrazione che a conti fatti non è avvenuta. Si è ritrovata con le due cinture in mano e un altro po' non sapeva nemmeno come, dopo uno schienamento completamente anticlimatico che invece di far emozionare il pubblico lo ha colto completamente alla sprovvista impedendogli di partecipare emotivamente all'evento. O almeno è così che mi sono sentito io, anche se scommetto di non essere il solo. E poi post-Wrestlemania cosa fai? La fai stendere due sere di fila da Lacey Evans? La campionessa di entrambi i roster che ha appena battuto Charlotte Flair e Ronda Rousey? “Come DEMOLIRE Becky Lynch in 10 pratiche mosse”, WWE editore.

Parliamo di Seth Rollins? Anche se non so nemmeno esattamente cosa dirvi considerando che anche lui, come Becky, avrebbe dovuto uscire da Wrestlemania fortissimo per aver battuto Brock Lesnar e invece… invece no, se ne sta lì con il titolo, e questo è un bene, ma la cosa si ferma lì. E questo è figlio ancora una volta della WWE, del fatto che non capisca che una cintura è un pezzo di metallo e plastica e che non vale assolutamente niente se non è supportata da una storia forte. Vincere con un low blow e tre Curb Stomp consecutivi non è una storia forte, è una specie di miracolo/botta di culo che se Rollins riprova altri 73 milioni di volte non gli riesce. E non è questo che la storia doveva raccontare. Doveva raccontare di un Rollins che buttava il cuore oltre l'ostacolo e che riusciva a sfiancare la bestia, ammazzandola e strappandole il titolo. Ma no, Lesnar deve lottare per primo e perdere il titolo in cinque minuti perché ha di meglio da fare, deve volare a Las Vegas. E parliamo di un performer che la WWE paga fior di milioni, che però fa il cavolo che gli pare. E se non dovessimo vedere mai più Lesnar in WWE (e io francamente me lo auguro con tutto il cuore) AD OGGI Lesnar chi avrebbe mandato over? Ditemelo. Sono quanto, sette anni che questa sottospecie di parassita è tornato in WWE? E che ha risolto? A cosa è servito se non a mettere su una dozzina di match mediocri e tenersi lo Universal Title a casa sul divano per il 99% del tempo dal suo concepimento a oggi? Io ripeto, mi auguro di non vederlo più. Perché non è di questo che ha bisogno la WWE. Anche se forse è il campione che il writing team si merita, tanto la loro capacità di scrivere una storia è probabilmente ferma a Eat, Sleep, Suplex, Repeat. E basta.

Kofimania. Ecco, qui devo abbassare i toni e fare un plauso alla WWE perché onestamente mi sta piacendo il modo in cui stanno gestendo Kingston. Senza snaturare il New Day, uscito anche enormemente cresciuto dalla storia che hanno raccontando e stanno continuando a raccontare. Ma allo stesso tempo senza esasperare i toni buffoneschi e ridicoli della stable, facendo comunque sì che Kofi risalti in quanto WWE Champion. E se il capolavoro di booking della scorsa settimana, il Winner Takes All ovviamente andato in fumo contro Seth Rollins, è stato l'ennesima prova dello scadente writing team WWE e del suo ottuagenario leader, bisogna comunque fare i complimenti a chi sta portando avanti la storyline di Kofi Kingston campione. Perché nonostante si sia trovato a dover rendere campione quello che a conti fatti è un upper-midcarder, la storia che lo ha supportato è raccontata logicamente e in modo perfetto. E anche il New Day stesso, come dicevo, è uscito rafforzato da questa storia, sia come stable sia nel rapporto tra i singoli membri. Ed è per questo che Vince McMahon salterà dal letto una mattina e deciderà di far turnare Big E e/o Xavier Woods.

Chiudo intervenendo sulla bagarre che ha coinvolto Sasha Banks negli ultimi dieci giorni. E intervengo chiedendomi come sia possibile che la Internet Wrestling Community si sia schierata dalla parte della WWE in questa vicenda, ennesima prova ridicola di un writing team ridicolo ed ennesima gestione schizofrenica di una compagnia che dovrebbe avere chiari i propri piani mesi prima. È vero che la IWC è una comunità particolare, perché comunque racchiude fan dalle tipologie diversissime, ma per quanto mi riguarda ignorare il valore di una Sasha Banks significa non capire che cosa si sta guardando. Sasha è la migliore wrestler del roster, a pari merito con Becky Lynch. Probabilmente non a livello di tecnica in ring, dove comunque eccelle, ma forse molti hanno dimenticato cosa era veramente The Boss a NXT, cosa ha significato e cosa ha provocato il suo regno. Forse molti hanno dimenticato i capolavori di storytelling che sono stati alcuni suoi match. Certo, per avere storytelling ci vuole una storia, e dato che nel main roster sono completamente incapaci di produrne una è normale che Sasha abbia perso tipo il 50% del suo potenziale. Ma da qui a ritenerla peggiore di gente assurda alla quale è stata paragonata nelle ultime settimane… ho sentito qualcuno dire che Ruby Riott, Sarah Logan, Bianca Belair siano migliori di lei. E questo, ripeto, significa semplicemente non capire cosa si stia guardando. Senza contare che Sasha è stata totalmente sprecata dal Day 1 nel main roster. Ho visto gente sorprendersi del suo malumore, dire “Ma come, ha vinto cinque titoli nel main roster, cos'altro vuole?”. Magari vuole una storia a supporto di questi titoli. O magari, chissà, vorrebbe poter difendere con successo i suoi titoli almeno UNA VOLTA. Due volte dai, effettivamente su cinque titoli vinti UNA difesa titolata l'ha sostenuta, quella recente dei Women's Tag Team Titles contro Nia Jax e Tamina a Fastlane. Un regno che si è fermato comunque a soli 49 giorni. E che si aggiunge ai quattro regni da Raw Women's Champion che TUTTI INSIEME arrivano a 82 giorni. A fronte, con persino un titolo vinto in meno, dei 398 giorni di regno di Alexa Bliss, un'altra che sul ring le è nettamente inferiore. Ma chissà come mai Sasha è così contrariata della sua gestione. Forse perché erano anni che lei e Bayley premevano per l'istituzione di questi titoli di coppia femminili che sono già una barzelletta dopo due mesi? E non di certo per colpa di Sasha e Bayley, un'altra che proprio fa male a recriminare per il proprio trattamento nel main roster. Era stata ribattezzata la “John Cena in gonnella”, una wrestler che mai e poi mai avrebbero potuto rovinare nel main roster. E invece, quando si ha a che fare con il writing team WWE, abbiamo scoperto che non c'è mai limite a quello che si può raggiungere.

Scritto da Lorenzo Pierleoni
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