5 Star Frog Splash #149 – Here We Go Again: Reigns and Bryan

5 Star Frog Splash #149 - Here We Go Again: Reigns and Bryan

Corsi e ricorsi storici, una teoria evidentemente valida anche nel wrestling. Altrimenti non si spiega come passino gli anni, le ere e le stagioni e la WWE continui imperterrita ad arrovellarsi sugli stessi problemi che non è evidentemente in grado di risolvere, nonostante la tenacia e la testardaggine con cui ci si applichi. Parliamo di Roman Reigns e Daniel Bryan, wrestler opposti per una miriade di motivi, due facce di una stessa medaglia della quale la WWE non ha idea di come venire a capo. Il primo designato prossimo volto della WWE, top babyface sopraffatto da fischi e insulti un po' come un re senza sudditi e senza corona; tifato, anzi troppo tifato il secondo, che pur essendo un wrestler fenomenale, in grado di attirare le masse come pochi e di infiammare i cuori di tutti, è da anni quasi un fastidio piuttosto che un valore aggiunto. Bryan è arrivato al top in un periodo di magra, quando nel main roster non si sapeva su chi puntare con decisione, quasi costringendo la dirigenza a dargli un titolo quando quest'ultima non voleva saperne. Poi un infortunio ha spalancato la porta al “Big Dog” Reigns, che negli anni ha raccolto il testimone di una cinquantina di leggende e top player vari tra cui lo stesso Bryan in quel celeberrimo Fastlane di tre anni fa, nel fatidico giorno in cui un wrestler affrontò un manico di scopa e a vincere fu il manico di scopa. E oggi? Oggi, in fin dei conti, la situazione non è poi tanto diversa rispetto al 2015.


Perché Roman Reigns è intrappolato in un limbo dal quale non riesce a uscire ormai da quanto, da quattro anni? Sempre lì, sempre a un passo dall'investitura definitiva a top player assoluto per poi crollare a un centimetro dal traguardo. In un circolo vizioso senza fine, come un cane che instancabile continua a rincorrersi la coda da un quadriennio. Perché il problema è che Roman Reigns non è tifato. La WWE vuole renderlo IL volto, IL top player, IL main eventer e va avanti per la sua strada spedita, senza sentire il suo pubblico, senza curarsi del fatto che a ogni suo ingresso il samoano sia accolto da un nugolo di fischi e boati di disapprovazione. E quindi la WWE continua, continua a spingere Reigns e a farlo ascendere nell'Olimpo dei wrestler. Solo che poi al momento di dargli la vittoria definitiva non ce la fa. Perché Reigns non è tifato. Ma come, WWE? Sei andata avanti per la tua strada finora, te ne sei fregata del fatto che gli avversari di Reigns avrebbero anche potuto iniziare a sgozzare bambini innocenti in mezzo al ring e sarebbero stati tifati lo stesso… e poi quando arriva il momento clou ti tiri indietro? “Eh sì, peccato. Dobbiamo fare in modo di farlo tifare. Lo incoroneremo quando sarà pronto, tanto ce la faremo”. D'altronde negli ultimi 14 anni hanno solo avuto come main eventer un certo John Cena, che pure è un altro pianeta come wrestler rispetto a Reigns e soprattutto la gente non si mette a piangere quando prende in mano un microfono, perché mai avrebbero dovuto imparare qualcosa?

Solo che di John Cena ce ne può essere uno. John Cena può essere “il campione più controverso della storia della WWE” perché sa il fatto suo, sa fare il suo mestiere, ha un carisma tale che lo rende in grado di gestire la situazione. Roman Reigns no. I piani della compagnia ormai vegetano da anni in attesa che Roman Reigns cresca, riesca a farsi tifare e guadagni finalmente questa corona che la WWE vuole dargli disperatamente ma che non è disposta a dargli a queste condizioni. Doveva succedere per la prima volta a Wrestlemania 31 ma non successe, perché fortunatamente scese dal cielo il deus ex machina Seth Rollins a incassare la sua valigetta e a diventare un campione WWE di successo. Da quel momento Reigns ha cominciato la sua personale via crucis, sempre intorno alla scena del main event senza mai esserne veramente padrone, collezionando faide con Bray Wyatt, Seth Rollins, l'orribile Sheamus del periodo League of Nations, Vince McMahon, Triple H, Rusev, Kevin Owens e Chris Jericho, Braun Strowman, The Miz e il Miztourage che avevano tutte il solo evidente scopo di farlo tifare, senza riuscirci nemmeno lontanamente. Non che nel frattempo non si sia preso le sue vittorie importanti eh, basti pensare alle vittorie contro Undertaker a Wrestlemania 33 e contro John Cena, tra le altre, e sicuramente me ne dimentico qualcuna.

Eppure la situazione è esattamente la stessa di tre anni fa. O meglio è peggiorata, perché più si va avanti con i mesi e gli anni e più è evidente che allo stato attuale delle cose Reigns non avrà mai l'appoggio del pubblico. La WWE sta continuando a provarci ancora con Lesnar, poi con Samoa Joe e ora ci proverà anche con Jinder Mahal, ma se davvero la WWE per dare il titolo a Reigns vuole aspettare che il pubblico lo tifi… beh, dovrà aspettare ancora molto. Così come dovrà aspettare molto chi invece sta guadagnando meritatamente posizioni nei ranghi, si è creato un momentum e avrebbe bisogno di coronarlo ORA, non dopo mesi o anni di Reigns in bilico e la WWE con lui. Braun Strowman, per esempio, che è stato uno degli avversari di passaggio di Brock Lesnar appena qualche mese fa. Di passaggio perché figuriamoci, il titolo a Lesnar può toglierlo solo Reigns. Fatto sta che Strowman è già da qualche mese in una situazione di stallo, in cui vivacchia senza fare nulla di concreto. Vince i Raw Tag Team Titles ed è costretto a renderli vacanti la sera dopo perché ovviamente non saprebbe che farsene. Adesso ha passato settimane ad asfaltare Owens e Zayn senza un preciso motivo; nel mezzo, la sua vittoria alla Greatest Royal Rumble. E ora è nel Money in the Bank Ladder match, che presumo non vincerà. D'altronde che senso ha dare la valigetta a uno che potrebbe vincere il titolo in ogni momento? Sì, anche contro Lesnar. Ma fermi tutti, prima c'è Reigns. Chissà ancora per quanto tempo.

Dall'altra parte, in terra di SmackDown, c'è Daniel Bryan. Per lui le cose sono cambiate parecchio negli ultimi tre anni, che ha trascorso tutti lontani dal ring per le note vicende mediche a cui è andato incontro. Bryan è tornato sul ring appena un mese fa, a Wrestlemania… e già il sentimento che lo circonda sembra lo stesso di prima, ovvero una specie di senso di “sopportazione” da parte della WWE che lo tiene nel suo roster e lo utilizza ma senza puntarci più di tanto e senza investire su di lui. Penserete probabilmente che stia esagerando a dire una cosa del genere già adesso, che il mio lamentarmi della condizione di Bryan sia decisamente prematuro. Probabilmente avete ragione. Fatto sta che mi dà troppo alla testa il fatto che la WWE agisca seguendo duecentomila pesi e duecentomila misure nel suo roster. Perché in qualsiasi altra compagnia del globo terracqueo Daniel Bryan non solo sarebbe un main eventer ma sarebbe il volto assoluto della compagnia. In WWE… meh. Ce l'hanno, se lo tengono. Lo utilizzano, ma senza troppo sforzo e senza troppa convinzione. E soprattutto, a parer mio, non lo ritengono un main eventer. Perché un qualsiasi main eventer della compagnia, pensate al famigerato Reigns e a AJ Styles che sono gli unici che mi vengono in mente al momento, non avrebbe mai subito lo stesso trattamento che ha ricevuto Bryan. Nemmeno dopo tre anni di assenza per infortunio.

Ora, diciamo che la WWE era partita abbastanza bene. Tutti temevano che Bryan sarebbe stato iperprotetto al suo ritorno, che il grosso del match a Wrestlemania lo avrebbe fatto Shane McMahon e che per tornare ai suoi livelli ci avrebbe messo del tempo. Tutto questo, tranne in parte l'ultima porzione del discorso, non si è realizzato. Bryan ha lottato il giusto a Wrestlemania, ha sostenuto un match di durata media contro AJ Styles e ha lottato 77 minuti (SETTANTASETTE MINUTI) alla Greatest Royal Rumble. Anche il suo stile non pare cambiato granché rispetto a prima. Ovviamente ha eliminato dal suo repertorio, almeno per il momento, tutte le mosse che potrebbero risultare pericolose per lui come il Suicide Dive e il Flying Headbutt. Ma di certo non è questo il problema. Il problema è che ovviamente Daniel Bryan non può avere la stessa forma fisica, la stessa preparazione e la stessa energia che aveva tre anni fa. Perché è tornato da poco sul quadrato ed è dunque normale che non possa (ancora) sostenere i ritmi disumani di prima e i suoi match lottati a 100 chilometri orari. Ma di certo la strada su cui lo ha messo la WWE non lo sta aiutando. Di certo non è Big Cass, molto lontano dall'essere anche solo vagamente capace sul ring, a poter essere l'avversario giusto per lui. E infatti i risultati si sono visti a Backlash, con un match mediocre ma di certo non per colpa di Bryan. Bryan ha dovuto praticamente fare tutto il match, ancora una volta, mentre Cass passeggiava sul ring con il suo pugno alzato… per poi perdere senza attenuanti. E poi massacrare Bryan.

Ora: che cosa hai ottenuto con questa gestione allucinante della cosa? Big Cass è un coso “seven feet tall” che ha perso senza appello contro quello che lui ha stesso ha definito un nano barbuto indegno di portargli le borse. Bryan ha vinto al termine di un match mediocre con poco o nulla a livello di offensiva e poi è stato massacrato da Cass. Per poi perdere pulitissimo da Rusev martedì a SmackDown, per colpa del massacro. E ciò significa che la faida con Cass proseguirà e che probabilmente vedrà Daniel Bryan, alla fine, dalla parte degli sconfitti. Cosa che non può succedere per quello che dovrebbe essere uno dei main eventer della compagnia… almeno nella mente dei fan, non di certo in quella della dirigenza della compagnia. Anche perché un modo per “riabituare” Bryan al ring gradualmente e reinserirlo nelle dinamiche del roster ce l'avevano già lì, chiaro in modo quasi lampante: inserirlo da subito nella faida con The Miz che tanto, prima o poi, andrà in scena. Allora perché non subito, considerando poi che The Miz in storyline è tornato a SmackDown come ultima volontà proprio dell'ex General Manager Daniel Bryan? E invece no, hanno preferito spararlo da subito con Big Cass in una faida che non può portargli alcun beneficio e che a conti fatti lo vedrà probabilmente sconfitto. Sarò lieto di rimangiarmi queste parole nel caso in cui alla fine non dovesse essere così. Ma non venitemi a dire che sono troppo disfattista o che parlo troppo male della WWE se poi, una volta svelate le carte, i fatti sono questi.

Scritto da Lorenzo Pierleoni
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