5 Star Frog Splash #146 – Sometimes Miracles Do Happen

5 Star Frog Splash #146 - Sometimes Miracles Do Happen

Tutto si può dire della WWE – che non sappia costruire le proprie storyline, che non sia in grado di gestire i suoi talenti, che faccia sempre le scelte più sbagliate – ma c'è una cosa che non si può assolutamente negare: che abbia culo. Perché se la compagnia ha la capacità di fare in modo che anche un PPV costruito in modo scialbo, banale e sciatto come Wrestlemania 34, con qualche accorgimento e qualche mossa giusta azzeccata quasi per caso, diventi improvvisamente imperdibile, non c'è altra parola con cui definire questa qualità se non con la più ovvia: culo. Dapprima si è ritrovata con un main event già fatto. E no, non sto parlando del “Wrestlemania XX in the (re)making” match tra Brock Lesnar e Roman Reigns. Parlo ovviamente di AJ Styles vs Shinsuke Nakamura, già visto altrove in atmosfere e modalità molto più consone a un match del genere. La WWE non ha dovuto fare nulla per costruirlo: è bastato tenere Styles campione, non che ci volesse molto in quel di SmackDown, e far vincere a Shinsuke “Snickers” Nakamura la Royal Rumble. Tutto fatto, ci vediamo a Wrestlemania. Poi c'è stato il colpaccio Ronda Rousey, corteggiata per anni e finalmente alla corte di Vince McMahon. Sarà anche lei a Wrestlemania, seppur ci sia arrivata con una storyline ridicola costruita malissimo e frettolosamenteÂ… senza alcun motivo visto che ora non sanno più come portare avanti la rivalità e sono costretti a far apparire “Rowdy” Ronda in segmenti non ripresi dalle telecamere in cui malmena Dana Brooke per non far imbestialire il pubblico che ha pagato per vederla. Ma è pur sempre un'attrazione, e che attrazione. E ora, oltre a questo, a rendere Wrestlemania un instant watch c'è forse la notizia che meno ci saremmo aspettati di ricevere dalla WWE: Daniel Bryan ha avuto il permesso dei medici per tornare a lottare.


E questo cambia improvvisamente tutto, perché ora vale la pena di vedersi sei ore di Wrestlemania anche solo per vedere il rinato leader dello Yes Movement tornare sul ring. Anche qui con alcuni mah, ovviamente, altrimenti non staremmo parlando della WWE. Perché vedere Bryan in un tag team match con Shane McMahon affrontare Kevin Owens e Sami Zayn non è proprio il massimo della vita per il ritorno sul ring di uno dei più grandi, se non il più grande, performer dell'ultimo decennio che ritorna trionfalmente sul ring a due anni dal suo ritiro forzato. Soprattutto non all'interno di una storyline che si trascina stancamente da novembre e che riguardava Bryan solo marginalmente, fino al suo coinvolgimento più profondo e spesso incomprensibile degli ultimi tempi. Va però dato atto alla WWE che con il segmento visto nel main event dell'ultimo episodio di SmackDown sono riusciti a dare un senso a tutto. Molto del merito va a Bryan, chiaramente, e al suo ottimo promo in cui è stato in grado di far tornare tutto e dare una spiegazione sensata della situazione. Anche fargli ammettere di aver vissuto per mesi attraverso Owens e Zayn non è stato affatto male, anche se io avrei concentrato maggiormente l'attenzione su Zayn e sul fatto che in fin dei conti sia (o sia stato) un Daniel Bryan mancato, che non sia riuscito, come invece ha fatto l'ex WWE Champion, a combattere contro il sistema riuscendo a coronare i suoi sogni. Anche così come hanno fatto non è male, va detto. Ma ripeto, non è esattamente lo scenario che ti immagineresti per il ritorno trionfale di un wrestler della caratura di Daniel Bryan, non dopo tutto quello che ha passato.

Per riuscire a tornare su un ring, che fosse WWE o meno, Daniel Bryan ha lottato, ha lottato molto. Due anni di controlli medici incrociati e quasi continui. Come ha detto anche lui ha visto specialisti su specialisti su specialisti. E tutti gli avevano dato parere positivo: puoi tornare a lottare. Eppure era solo uno il dottore da cui dipendeva il ritorno al lottato dell'ex American Dragon, il direttore medico della WWE Joseph Maroon. E proprio lui insisteva che no, che le commozioni cerebrali subite erano troppe, che Daniel Bryan non poteva tornare a puntare il cielo con le dita gridando “Yes!”, che non poteva tornare a riversare infiniti Dropkick all'angolo a velocità folle, come invece è successo a Owens e Zayn martedì sera. Chissà quanto deve essersi sfogato in quel momento Bryan, due anni di Dropkick e Busaiku Knee mancati e finalmente il sogno si realizza: puoi tornare a lottare. You can come back in the ring. Non mi vergogno di ammettere che mi stavo per commuovere vedendolo tornare a un ruolo fisico dopo due anni di frustrazione, dopo quei Talking Smack con The Miz in cui si vedeva che Bryan avrebbe voluto davvero tornare sul ring per suonarle all'Awesome One. Per finta, certo, ma questo nel mondo del wrestling conta molto poco. Alla fine il permesso di Maroon è arrivato. Non sapremo mai se il fatto che il contratto di Bryan sarebbe scaduto da qui a qualche mese a questa parte ha inficiato in qualche modo la scelta della WWE di dargli il permesso per tornare a lottare. Fatto sta che se Bryan non avesse lottato allo stremo per riuscire a dimostrare alla WWE che lui era pronto, che poteva tornare a casa sua, tra quelle quattro corde tese, ora staremmo parlando di tutt'altro. Un bell'esempio di rottura della quarta parete: una battaglia reale portata all'interno del wrestling nel modo più realistico possibile.

E ora? Cosa farà ora Daniel Bryan? Da qui a 17 giorni sarà impegnato a Wrestlemania, questo è certo. Ma poi? Tornerà a tempo pieno come un qualsiasi wrestler della WWE oppure avrà un calendario diverso che lo terrà impegnato per meno date? A rigor di logica potrebbe anche avere un ruolo parallelo a quello di Kurt Angle in fin dei conti, rimanendo il General Manager di SmackDown ma impegnandosi sul ring per delle occasioni speciali. Ma dubito seriamente che andrà così: ora che Bryan ha ricevuto il permesso di lottare vorrà fare esattamente questo: lottare. Quindi non dubito che vedremo il maestro della Yes Lock in azione molto più spesso di quello che ci immaginiamo, anche se secondo me dei periodi di pausa sarebbero opportuni e forse anche imperativi. Credo che chiunque, tranne qualche individuo molto triste, sia felice del ritorno sul ring di Bryan, ma sicuramente nessuno di noi vuole vederlo lasciarci le penne sul quadrato, quindi sarà il caso che la WWE e che lo stesso Bryan pensino anche a tutelare la salute dell'uomo oltre a quella del wrestler.

Per il resto chissà, adesso le strade che Daniel potrebbe percorrere come wrestler sono pressoché infinite. Anche perché negli ultimi due anni nel main roster sono arrivati dei performer incredibili che Bryan non ha affrontato e che garantirebbero dei dream match sicuri e di facile realizzazione. Pensando al solo SmackDown Live i primi due saranno appunto Owens e Zayn, anche se in un tag team match in cui immagino che Bryan farà poco, più che altro perché la WWE vorrà probabilmente testarlo e farlo proseguire passo per passo, impedendogli di andare a cento all'ora fin dalla prima uscita. Poi ci sono i due contendenti del WWE Title a Wrestlemania, Shinsuke Nakamura e soprattutto AJ Styles. Daniel Bryan vs AJ Styles ragazzi, chi avrebbe mai pensato che avremmo potuto assistere a un match del genere. Sarei curioso di vederlo anche sul ring con Bobby Roode. A Raw i dream match esclusivi sono un po' di meno perché i vari Rollins, Reigns, Ambrose sono già stati avversari di Bryan. Però c'è Finn Bálor, c'è Braun Strowman. C'è una mazziata biblica che attende The Miz da due anni. C'è Braun Strowman. C'è Samoa Joe. E forse… forse, se davvero Wrestlemania 34 non sarà una Wrestlemania XX parte 2, potremmo vedere anche un match che ho nella testa da anni: Daniel Bryan vs Brock Lesnar. Chissà, magari così Lesnar riuscirà a rendersi utile per la prima volta negli ultimi sei anni. D'altronde tutto è possibile in WWE.

Scritto da Lorenzo Pierleoni
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