5 Star Frog Splash #140 – Expiring Crossroads

28 dicembre. L'anno 2017 sta ormai volgendo al termine e, come capita spesso di questi tempi, anche per il wrestling è tempo di bilanci, tempo di capire se l'annata appena trascorsa possa essere classificata in positivo oppure in negativo. Se parliamo di WWE, direi che il 2017 della compagnia di Stamford è un anno andato avanti prevalentemente in chiaroscuro. Difficile ricordare periodi smaccatamente ottimi o pessimi: il 2017 è stato un insieme di momenti ottimi E pessimi, che spesso sono andati avanti e si sono sviluppati di pari passo. Certo, la WWE molte volte è frustrante, possiede un potenziale che si è dimostrata più volte totalmente incapace di gestire, avrebbe la facoltà di creare un prodotto fantastico eppure non lo fa. Ma non si può negare che il 2017 sia stato un anno importante per la compagnia, che è stata capace di distinguersi anche in positivo. L'anno scorso di questi tempi avevo fatto una Top 10 e una Flop 10 dei migliori e peggiori momenti che aveva avuto da offrirci il 2016. Quest'anno invece voglio fare una cosa diversa (e più sintetica): dirvi quali sono stati, a mio parere, i tre maggiori traguardi e le tre maggiori sconfitte del 2017 targato WWE. Chi ben comincia è a metà dell'opera… quindi cominciamo dal positivo.


• HA RIVITALIZZATO NXT
Oh, finalmente. Era ormai da dopo il regno di Finn Bálor che NXT era diventato la versione appannata di se stesso, mettendo pur sempre in scena dei bei match ma allo stesso tempo proponendo delle storyline scontate, personaggi passeggeri che duravano a NXT il tempo di un regno titolato per poi essere chiamati nel main roster, disinteresse nullo o quasi nella creazione di nuove Superstar. Il 2017 ha segnato una netta ripresa per NXT, che ha visto distinguersi gente come Drew McIntyre, Andrade Cien Almas, Johnny Gargano, Aleister Black, Roderick Strong e altri ancora. Abbiamo avuto anche una serie di debutti decisamente altisonanti, non ultimi quelli dell'Undisputed Era che infatti hanno avuto immediatamente l'impatto che meritavano. Ottimi anche i vari NXT Takeover, che sono andati in crescendo, proporzionalmente alla ripresa del roster giallo, e che hanno visto al loro interno match decisamente notevoli come i War Games o come qualsiasi cosa sia stata toccata dai #DIY. Più che altro la differenza che si nota maggiormente è che ora a NXT ci sono dei piani, che sono mancati per praticamente tutto il 2016. E la situazione di Johnny Gargano, in previsione del ritorno di Tommaso Ciampa, ne è un chiaro esempio.

• HA PORTATO AVANTI LA WOMEN'S EVOLUTION
In realtà anche questa è una cosa che presenta diversi pregi e diversi difetti, ma ho deciso di elencarla tra le cose positive per tre semplici motivi: 1) è forse la prima volta che vedo la WWE veramente decisa a portare avanti un suo piano; 2) è stata capace di fare ammenda, di capire che aveva sbagliato dopo l'inizio stentato della divisione femminile e di correggere (in parte) in corsa; 3) perché credo che immaginare anche solo lontanamente due anni fa tutto quello che ha fatto la WWE con le donne sarebbe stato veramente impossibile. Quest'anno abbiamo assistito ai primi match femminili VERI a stipulazione, non ultimi l'Hell in a Cell e il Money in the Bank Ladder match, e l'annuncio di una Royal Rumble femminile è solo la ciliegina sulla torta di tutto questo. Quando mai avremmo pensato che la WWE avrebbe potuto avere venti donne più o meno capaci di mettere su un Royal Rumble match dignitoso? Mai nella vita. Eppure è così e tra meno di un mese assisteremo al primo match del genere nella storia. Discorso diverso è la gestione del roster femminile, a tratti ridicolo e con ancora alcune pesanti lacune. Questa cosa però si può correggere nel tempo e la WWE ha manifestato la chiara volontà di procedere in tal senso.

• HA RECUPERATO (ALMENO IN PARTE) ROMAN REIGNS
Ebbene sì. Per quanto mi costi ammetterlo (perché Reigns è ancora una delle cose più insopportabili del pro wrestling eh, questa cosa non è cambiata), la WWE ha cominciato quantomeno a capire come proporre un wrestler mediocre in modo da farne il loro nuovo volto della compagnia. E no, battere The Undertaker a Wrestlemania e costringerlo al ritiro non è parte della formula vincente (e su questo ci torneremo tra breve). È solo nella seconda parte dell'anno che la WWE ha inquadrato meglio il problema e ha cominciato a risolverlo, con un Reigns che parla il meno possibile e che, per quanto il suo “This is my yard” fosse una delle cose più intollerabili della storia del wrestling, si presenta in modo molto più efficace. Sono anni, poi, che ripeto che l'unico modo per far recuperare consensi a “THE BIG DOG!!!11!12!1” (da leggere con la voce da bimbominkia di Michael Cole) fosse rimetterlo nello Shield. Detto fatto: pur con incidenti di percorso come la malattia di Reigns e l'infortunio di Ambrose, il ritorno degli Hounds of Justice ha reso il percorso di Reigns molto più scorrevole. E anche lui ci ha guadagnato alquanto… almeno adesso non sembra più un bimbo spaurito quando prende un microfono in mano. Certo, da qui al proporlo efficacemente come volto della compagnia c'è di mezzo un abisso. E questa cosa è strettamente legata a una delle maggiori pecche della WWE nel 2017 (e qui inizia la parte negativa), ovvero:

• NON È STATA IN GRADO DI CREARE MOMENTI MEMORABILI
Ci ha provato, creando diversi match potenzialmente epici e proponendo dei PPV che sulla carta avevano tutto per passare alla storia. Eppure non ci è riuscita perché, per un motivo o per un altro, questi avvenimenti non saranno ricordati nella giusta misura. Sì, Undertaker si è ritirato a Wrestlemania. Ma tra dieci anni chi si ricorderà che ciò è avvenuto al termine di una faida con Roman Reigns semplicemente ridicola, nella quale litigavano peggio di due bambini capricciosi? Vale lo stesso per la faida tra Charlotte Flair e Sasha Banks, costellata di momenti importantissimi che però hanno avuto una eco ridottissima rispetto a quella che avrebbero potuto avere a causa della gestione fantozziana della loro rivalità, con Sasha che toglieva il titolo a Charlotte a Raw e la figlia del Nature Boy che se lo riprendeva in PPV per non intaccare la sua striscia d'imbattibilità. Che è poi stata interrotta da una Bayley in versione disadattata aiutata da una Sasha in versione babysitter. Tutto regolare. Poi è tornato lo Shield, che ha disputato il suo primo match di riunione a Raw. E via dicendo, potrei continuare per ore. Se ricordiamo tutti Wrestlemania XX e No Way Out 2004 c'è stato un motivo. Se la faida tra The Rock e Stone Cold Steve Austin, quella tra Austin e Vince McMahon, quella tra Bret Hart e Shawn Michaels sono rimaste nell'immaginario collettivo un motivo ci sarà. Oggi questi motivi non esistono. Si intravedono ogni tanto a NXT, nel main roster non ce n'è traccia. E una delle ragioni è strettamente collegata a un'altra delle enormi pecche della WWE nel 2017, cioè:

• NON HA CREATO DELLE SUPERSTAR
E per “Superstar” non intendo per forza main eventer. L'accezione fondamentale è quella, ovviamente, perché in una compagnia risaltano maggiormente i main eventer rispetto ai midcarder e ai jobber. Ma il fatto è che la WWE non è capace di costruire i propri wrestler, nel bene (cioè i face) e nel male (gli heel). Vogliamo ricordare per un attimo il glorioso ritorno di Seth Rollins nel main roster, dopo un infortunio che lo ha costretto per sei mesi lontano dalle scene? Vignette che preannunciavano il suo ritorno, un documentario bellissimo che raccontava alla perfezione tutte le difficoltà, gli incredibili sforzi e l'impegno di Seth Rollins per tornare a lottare. Poi Seth torna. Da heel. E l'hype del suo ritorno crolla come un castello di carte. Anche qui, gli esempi potrebbero essere decine, quello di Seth Rollins è l'esempio più banale. Ma pensate a tutti i debutti nel main roster da NXT, pensate all'arrivo di Mike Benn… Kanellis. Roba da mettersi le mani nei capelli. Gli unici possibilmente avulsi da questa logica illogica sono due: Braun Strowman e Alexa Bliss. Prevalentemente per meriti dei due wrestler. Perché con Strowman la WWE si è comportata bene, ma il merito maggiore è del Monster Among Men e dei suoi margini di miglioramento semplicemente impensabili un anno fa. Mentre Alexa ha rischiato di fare la fine di Roman Reigns: tanti, troppi titoli e riconoscimenti in maniera illogica e priva di senso. Ma Alexa ci sa fare, se non tanto su un ring decisamente tanto con un microfono in mano e davanti a una telecamera. E quindi questo serve a ricordarci che non siamo troppo lontani dai tempi dell'esplosione di CM Punk e Daniel Bryan, dove i meriti del loro successo erano principalmente dei performer che avevano saputo costruirsi da soli.

• HA CONTINUATO A RIFIUTARSI DI ASCOLTARE IL PUBBLICO
E l'esempio di Finn Bálor e della sua recente polemica su Twitter perché presumibilmente ritenuto da Vince McMahon non abbastanza “over” per affrontare Brock Lesnar alla Royal Rumble con lo Universal Title in palio è solo l'ultima goccia di questo vaso che ormai è stracolmo. Il risultato? Che Lesnar affronterà alla Rumble Braun Strowman, che ha già battuto, e Kane, che ha fatto il suo tempo da 15 anni. Kane, non Bálor. Vabbè. E anche qui gli esempi si sprecano: abbiamo un Austin Aries scontento che se ne va, un Neville vero e proprio MVP della Cruiserweight Division anche lui ai ferri corti. Perché? Per Enzo Amore. Ceeeeeerto. Senza contare gli innumerevoli turn senza alcun senso, di cui ovviamente l'esempio principe è un Sami Zayn che passa da nemesi di Kevin Owens a suo lacché e “migliore amico” dopo aver passato mesi dell'anno scorso a dissuadere Chris Jericho dal definirsi in tal senso. Abbiamo uno Shinsuke Nakamura completamente rovinato. Proposto nel main roster come un fesso che è solo un'entrata (grazie Dolph Ziggler) e successivamente polverizzato dal feud con Jinder Mahal. No, non con Brock Lesnar o AJ Styles. CON JINDER MAHAL. Stephanie McMahon può stare lì anche ore a blaterare che la WWE ascolta il pubblico e bla bla bla bla, ma la verità è che la WWE ascolta solo la WWE. O meglio, che Vince McMahon ascolta solo Vince McMahon. E così sarà sempre fino alla sua morte, questo lo sappiamo tutti. Ma se nel frattempo Triple H pensasse di farsi avanti e di proteggere i “suoi” talenti promossi da NXT… farebbe così male? Io dico di no.

E anche per stavolta ce l'abbiamo fatta. Il 2017 è stato secondo me un crocevia: alcune cose buone sono dei preludi a quanto di ancora meglio potrebbe accadere nel 2018; ciò che invece c'è di negativo va combattuto e va sradicato con il tempo. Ma d'altronde abbiamo una divisione femminile credibile, dunque direi che i miracoli possano accadere. Detto questo vi saluto e vi faccio gli auguri di buone feste, ringraziandovi come sempre di passare il vostro tempo con noi su Tuttowrestling.com e dandovi appuntamento a un 2018 che sia ancora pieno di wrestling. Pieno di wrestling fatto meglio, possibilmente.

Lorenzo Pierleoni
Lorenzo Pierleonihttps://www.tuttowrestling.com/
Dicono che sia il vicedirettore di Tuttowrestling.com ma non ci crede tanto nemmeno lui, figuriamoci gli altri. Scrive da otto anni il 5 Star Frog Splash, per un totale di oltre 200 numeri. Cosa gli abbiano fatto di male gli utenti di TW per punirli così è ancora ignoto. A marzo 2020 si ritrova senza niente da fare, inizia un podcast e lo chiama The Whole Damn Show. Così, de botto, senza senso.
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