5 Star Frog Splash #122 – Payback Without Payoff

5 Star Frog Splash #122 - Payback Without Payoff

C'era solo un risultato di quella sottospecie di abominio che è stato Payback che quel branco di scimmie urlatrici con le pigne in testa (e ci sono andato leggero) che sono pagate dalla WWE per lavorare come writer non dovevano sbagliare: quello del match per il Raw Women's Title tra Bayley e Alexa Bliss. Sono passati tre giorni dal PPV e sono ancora furibondo (non che Raw abbia aiutato, anzi), perché scrivere un match in quella maniera e poi concluderlo con la sconfitta di Bayley e la vittoria di Alexa Bliss è proprio sbagliato al di là del concepibile. Una cosa di cui sono fermamente convinto riguardo al pro wrestling è che i risultati la maggior parte delle volte non contino, purché venga raccontata una storia coerente. Questa, però, era una delle rare occasioni in cui il risultato contava eccome. Perché diciamocelo, il regno di Bayley fino a Payback è stato francamente inguardabile. Dopo aver vinto il titolo in quella maniera invereconda ed essersi dimostrata inferiore in maniera lampante sia rispetto a Charlotte, alla quale pure aveva sottratto il titolo, che a Sasha Banks, che era ed è un po' la sua badante, la ormai ex campionessa si era un po' ripresa con alcune prestazioni di spessore che l'avevano vista sconfiggere Charlotte, Sasha Banks e Nia Jax (sia in match singoli che tutte insieme) e che avevano messo un po' da parte il personaggio da eterna bambina della Hugger, permettendole di mostrare ciò di cui è davvero capace. Il momento magico è però terminato all'ultimo PPV, al termine di un match che io avevo considerato praticamente scontato. E che invece non lo era affatto.


O meglio, avrebbe dovuto essere scontato ma non lo è stato. No perché dai, ditemi che senso ha avuto far vincere Alexa Bliss. Ditemi che senso ha avuto interrompere bruscamente il momentum di Bayley, che dopo l'inizio lentissimo e per niente ispirato stava cominciando a riguadagnare consensi e a diventare una campionessa nel vero senso della parola e con lo status giusto. Ma più che altro quello che mi ha dato più fastidio di tutto è stato il modo in cui Bayley ha perso, in maniera praticamente pulita e per di più contro una wrestler come Alexa Bliss che finora aveva fatto dell'inganno e della furbizia i suoi marchi di fabbrica. E invece a Payback ha vinto praticamente pulito, visto che è bastato lanciare Bayley un paio di volte contro il paletto (di cui l'ultima è stata francamente ridicola dato che con un kickout di Alexa, 1,55 metri di donna, Bayley è stata scaraventata nel paletto che manco se ce l'avesse lanciata Nia Jax) per strapparle il titolo e ridarlo per l'ennesima volta ad Alexa. E quello che è accaduto a Raw la sera dopo? Bayley schienata di nuovo, stavolta in un 8-woman Tag Team match in cui avrebbe potuto essere schienata sicuramente qualcuna più sacrificabile di lei, tipo Dana Brooke o anche Mickie James. Ma no dai, facciamo schienare di nuovo Bayley, tanto che fa. È una underdog, il pubblico le va dietro, facciamole perdere il titolo nella sua città natale nel modo più stupido possibile, poi tanto quando ci gira glielo ridiamo e facciamo finta che tutto ciò non sia mai accaduto.

Il problema è che la WWE mi sta seriamente stancando per il suo modo ottuso di gestire le cose, che a volte la fa sembrare come se avesse cominciato a fare wrestling da ieri e non da svariate decine d'anni. Certe volte gestisce le cose in maniera talmente assurda e talmente contraria all'ordine naturale delle cose che mi fa venire il dubbio che lo faccia apposta per irritare i fan della disciplina e “punirli” per il loro attaccamento. Facendo perdere di continuo i wrestler face anche quando non ce ne sarebbe alcun bisogno, per esempio, facendo perdere loro ogni momentum, mentre magari l'heel di turno viene stratutelato e non prende un pin nemmeno dietro pagamento. Come se non sapessero che nel wrestling un heel può perdere anche tutte le settimane (iperbole, ovviamente) se la cosa è spiegata bene e con un motivo dietro. Mentre un face ha necessariamente bisogno di affermazioni, dato che il fine ultimo della storia tra un face e un heel è fare in modo che il face alla resa dei conti debba per forza risultare superiore. Eppure a quanto pare la WWE non ha più niente a che fare col wrestling dato che certi ragionamenti sembra non conoscerli. O meglio, li ignora di proposito. Esempio lampante quanto accaduto con Austin Aries e TJ Perkins un paio di settimane fa, per dirne una, con Aries #1 contender al Cruiserweight Title che perde inspiegabilmente contro TJP solo per lanciare quest'ultimo. Oppure un altro esempio macroscopico sta nella gestione allucinante di Sami Zayn, che ci porta direttamente all'altro grande problema della WWE che riguarda anche tutta la questione Bayley: la totale mancanza di capacità di gestire un underdog.

Per la WWE un underdog è un wrestler face che può perdere sempre, tanto in ogni momento può arrivare la sua magnifica redenzione che può permettergli di riscattarsi e di ritrovarsi con un titolo in mano senza senso alcuno. Peccato che nella realtà, e soprattutto nella percezione dei fan, non funzioni così. Un wrestler underdog deve presentare due caratteristiche che spesso vanno di pari passo ma che a volte possono anche non esserlo: il carisma e l'appoggio totale e incondizionato da parte del pubblico. Il secondo è certamente figlio del primo, tuttavia una componente importante è costituita anche dalla gestione del wrestler in questione. L'underdog non può perdere sempre. Altrimenti non è un underdog, è semplicemente un perdente. Un underdog è un wrestler certamente capace, che però per motivi che possono essere diversi nel momento cruciale non riesce ad arrivare sulla vetta e viene scaraventato nuovamente giù, nella polvere. Un underdog può fallire svariate volte ma poi quando si ritrova con le spalle al muro, quando si ritrova davanti un ostacolo apparentemente insormontabile, quando si tratta di vincere o perdere, vivere o morire, allora dà il meglio di sé e riesce in cose che normalmente non gli riuscirebbero. Esattamente come successo proprio a Sami Zayn in quel di NXT, dove gli ci sono voluti un paio d'anni per arrivare al titolo in maniera coerente ma dove non è MAI sembrato un perdente nemmeno lontanamente. Eppure la WWE in questi anni ha avuto tra le sue file del main roster l'underdog per eccellenza, ma pare esserselo dimenticata altrimenti Zayn non sarebbe trattato a pesci in faccia com'è effettivamente trattato. Infatti Sami Zayn è un perdente. Mentre Daniel Bryan, invece, era un underdog.

Daniel Bryan aveva alle spalle una storia potente, in parte creata da lui e dal pubblico e in parte scritta dalla WWE. E grazie a quella storia è riuscito ad arrivare al titolo massimo in WWE, traguardo che nessuno avrebbe mai pensato che potesse raggiungere. Eppure ci è riuscito. Mentre Zayn e Bayley? Per il primo si pensava che l'arrivo a SmackDown fosse una ventata d'aria fresca, invece se possibile la situazione è peggio di prima considerando che ora jobba a Jinder Mahal (come un fesso totale, per giunta, ma questa non è una novità) ed è avviato a perdere un altro feud contro Baron Corbin il quale ha già perso su tutta la linea contro Ambrose e ora non può perdere di nuovo. Bayley, invece, sta semplicemente mettendo in mostra circa il 10% di quello che sa fare davvero, ingabbiata in un personaggio incredibilmente regredito e da dinamiche che nel main roster evidentemente le stanno strette rispetto a NXT. Il risultato è quanto avvenuto a Payback, con la temibilissima Alexa che la mette in scacco in quel modo (e io sono fan di Alexa eh, ma la Bliss è la dimostrazione che la WWE non capisce un concetto semplicissimo: il troppo stroppia). Un face a un certo punto deve avere un payoff finale, altrimenti diventa solo un perdente. L'underdog può anche perdere qualche volta, ma ciò non significa perdere sempre. Il suo payoff può essere ritardato rispetto a quello del face generico, ma alla fine deve avvenire. Altrimenti, oltre che un perdente, inizierà anche ad avere problemi con il pubblico, che (a meno che uno non si chiami Daniel Bryan) alla fine semplicemente si stancherà e non crederà più in lui. Direi che qualcuno dovrebbe spiegare questi concetti abbastanza scontati alla WWE, se non fosse che la WWE fa wrestling giusto da quei diecimila anni e che quindi non può non conoscerli. Peccato che non sappia metterli all'atto pratico. E infatti nell'Anno Domini 2017 dimostra costantemente di non essere in grado di costruire minimamente un babyface, che o riesce a emergere da solo o “vive tanto a lungo da diventare il cattivo”. Ciao Cesaro.

Scritto da Lorenzo Pierleoni
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