5 Star Frog Splash #110 – Soul & Soulless

5 Star Frog Splash #110 - Soul & Soulless

Molto probabilmente fino a qualche anno fa (ma anche fino a qualche mese fa) sarei stato furibondo per la vittoria di Goldberg su Brock Lesnar a Survivor Series. Ricordo distintamente due momenti molto simili che negli ultimi anni mi avevano fatto davvero infuriare e che avevano sempre Lesnar come protagonista, ovvero la rottura della streak di Undertaker e il suo match unilaterale contro John Cena a Summerslam 2014 in cui vinse il WWE World Title. Due match per me assurdi, due match assolutamente contrari al mio modo di vedere il wrestling. La rottura della streak mi è sempre sembrata un grosso scherzo, probabilmente anche adesso la penso ancora allo stesso modo. Tre mesi di faida inutilissima e l'eredità più importante della storia del wrestling assegnata a un wrestler part-time totalmente incurante del business che da una vittoria del genere poteva guadagnare poco o nulla (nulla, appunto). Il semisquash su John Cena, invece, mi disturbò tantissimo ma in un certo senso mi rincuorò anche. Magari volevano effettivamente far sì che l'eredità di Undertaker servisse a qualcosa, magari attendevano solo che il face giusto arrivasse al momento opportuno e facesse fuori la bestia che aveva fatto fuori il Phenom. Nell'editoriale che scrissi post-Summerslam mi dissi che sì, sicuramente prima o poi qualcuno sarebbe arrivato a battere Lesnar, ma che forse il gioco di ridicolizzarne cento per elevarne uno solo, seppur in maniera importante, non fosse particolarmente produttivo. Mai avrei pensato che quel “face giusto”, che il personaggio che sarebbe stato scelto per eliminare la bestia sarebbe stato quello di Goldberg. È stato un fulmine a ciel serenoÂ… e la WWE voleva proprio questo, ovviamente. Un po' per ricreare “l'effetto streak” – davvero ci mancava solo un fan particolarmente distintivo a bocca spalancata e sarebbe stato uguale – un po' perché ormai con Lesnar non sanno più che farci. E questa, ancora una volta, è una grandissima colpa e una grandissima responsabilità di coloro che dovrebbero gestire il roster e i talenti ma che lo fanno in maniera approssimativa o non lo fanno proprio. E lo ribadisco, fino a poco tempo fa mi sarei probabilmente scagliato in modo convinto contro questa WWE per l'ennesima insensatezza e per l'ennesimo spreco di talento. E invece stavolta non lo farò.


Non lo farò perché la WWE è riuscita in una cosa sorprendente: non farmi interessare né incuriosire minimamente riguardo alla faccenda Goldberg, fin dal comeback di quest'ultimo a Raw di un mesetto fa. Anche perché la vicenda onestamente mi sembra la brutta copia degli avvenimenti che precedettero la fine della streak (e il che è tutto dire): una storyline inesistente o comunque poggiata su basi quantomeno fallaci, un writing team senza il minimo polso della situazione che nel 2016 cercava di far fischiare Lesnar a casa sua, un paio di promo decenti di Goldberg visti come il santo Graal del wrestling perché Da Man non aveva mai fatto nemmeno quelli… insomma, uno sfacelo. Non che il match sia stato meglio eh, sempre se di match si può parlare in una circostanza simile. Nei giorni successivi alle Series ho visto molti dare ragione alla WWE su questa scelta, giustificandola con la motivazione che una sconfitta di Lesnar per mano di Goldberg non sarebbe potuta avvenire in altro modo. E la cosa ci può anche stare considerando che Goldberg non saliva su un ring di wrestling da dodici anni e che Lesnar è un atleta e uno sportivo di tutt'altra risma. Mi deve essere sfuggito qualcosa però, per la precisione deve essermi sfuggito l'assunto per cui Goldberg avrebbe dovuto vincere per forza.

Più che altro a cosa serve una vittoria di Goldberg in WWE contro Brock Lesnar nel 2016? No perché io una risposta sensata che sia una non la trovo. Certo, serve a costruire un altro match tra i due protagonisti che si terrà nell'ennesima edizione mediocre di Wrestlemania ma questa non è una risposta valida perché avresti potuto portare avanti la costruzione in mille altri modi. L'esempio più stupido che mi viene in mente è che Lesnar avrebbe potuto battere Goldberg e poi annunciare la sua partecipazione alla Royal Rumble per prendere di nuovo d'assalto il titolo massimo, salvo poi essere eliminato da Goldberg nello stesso identico modo in cui The Beast ha perso domenica: due Spear e una Jackhammer per poi essere preso e lanciato fuori dal ring. Vantaggi: la faida viene costruita meglio, Lesnar non perde la sua caratterizzazione di bestia imbattibile non prendendosi alcun pin, Goldberg non partecipa alla Rumble passando il 90% del tempo a terra in attesa del suo spot, la storyline ha più senso perché Goldberg e Lesnar vanno uno contro uno ed entrambi hanno una motivazione per andare contro l'altro. Invece ora Goldberg si è portato sul 2-0 e se anche Lesnar lo battesse (e lo batterà) alla prossima Wrestlemania sarebbe sempre sotto nel conteggio finale. I possibili svantaggi invece? Ditemeli voi perché io non ne vedo.

La vera colpevole di questa situazione è sempre la stessa: la solita disorganizzazione della WWE, nonché la più completa mancanza di un piano generale che le permetterebbe di portare avanti una sua storyline con una certa coerenza piuttosto che svegliarsi la mattina e decidere il giorno stesso che Undertaker deve perdere la streak, John Cena deve subire un semisquash o Goldberg deve battere Lesnar in un minuto e ventisei secondi. So di essere pedante e logorroico a volte e di citare sempre le stesse cose, ma per me resta sempre valida la citazione di CM Punk che a tre mesi da Wrestlemania XXX diceva che la WWE stava pensando a costruire quel PPV invece che Wrestlemania 31 come avrebbe dovuto. E infatti abbiamo visto questo a cosa ha portato. Lo shock per lo shock, avvenimenti che si susseguono senza un filo logico, il grande evento per il semplice scopo di portare più gente possibile davanti alla televisione e di scatenare dibattiti, di far parlare di sé. Nel bene o nel male. Ecco di cosa è alla perenne ricerca la WWE. Anche con quello che può tranquillamente essere definito uno dei migliori roster di tutti i tempi (se non il migliore), anche con tutte le modifiche e le evoluzioni a cui la compagnia è andata incontro negli ultimi anni. Il focus principale resta sempre la ricerca della vecchia star, di qualcuno che è stato grande dodici anni fa e che ti possa far fare i big money. Non importa se è un cinquantenne impacciato che firma un contratto con la compagnia e poi arriva al main event di Survivor Series chiaramente fuori allenamento, costringendo la WWE ad avere un main event lungo ben 86 secondi. Loro continueranno a spremere tutti come limoni fino all'ultima goccia, finché anche l'ultimo big name della Attitude Era sia stato sfruttato fino allo stremo. Quando poi la soluzione per cambiare passo e riacquistare pubblico la WWE magari ce l'ha in casa.

Avete visto i ratings dell'ultimo episodio di Monday Night Raw? Ecco, io sono contrario all'analisi dei ratings per determinare il successo o l'insuccesso di uno show televisivo nell'Anno Domini 2016, in cui quasi chiunque può avere accesso a internet e di conseguenza a qualsiasi cosa che gli interessi. Eppure certe volte persino i ratings parlano chiaro, dimostrando che forse puoi pure evitarti di richiamare Goldberg se puoi sfruttare bene qualche talento che hai in casa. I talenti in questione appartengono alla Women's Division e si chiamano Charlotte e Sasha Banks, che hanno disputato l'ennesimo grande match della loro rivalità nel quale Sasha si è ripresa il Raw Women's Title di Charlotte ed è diventata campionessa per la terza volta. I ratings dicono che a vedere la puntata è stato praticamente lo stesso numero di spettatori che ha assistito al ritorno di Goldberg. E non c'è dubbio che siano proprio le ragazze l'oggetto dell'interesse generale considerando che di solito i ratings della terza ora colano a picco mentre questa volta si sono mantenuti quasi in linea rispetto alla tendenza tipica. Non che qui non ci siano degli errori di gestione eh, ce ne sono eccome. E il primo è ancora una volta la mancanza di un piano considerando il numero di volte che Charlotte e Sasha si sono scambiate quella cintura. Ma qui stiamo parlando di una storia. Il 2016 ha raccontato la (nuova) storia della divisione femminile a Raw, capace di conquistarsi un traguardo dopo l'altro e di diventare un punto fermo dello show del lunedì (e del martedì) sera. La storia di Goldberg è una storia abbozzata e sviluppata male, una storia tanto per cambiare egoistica, che in verità non racconta niente. La divisione femminile, invece, ha tanto da raccontare, a cominciare da quel fenomeno che ogni lunedì sera si presenta al lavoro con la stessa dedizione, la stessa passione e la stessa tenacia di quand'era una ragazzina. Una ragazza che si vede che ci mette l'anima, che fare quel che fa è la ragione della sua vita, che conquistare quel titolo è il simbolo del suo successo. Goldberg vs Lesnar, invece, è una storia senz'anima, per questo non attecchisce minimamente in me. Goldberg vs Lesnar è 100% intrattenimento, mentre Sasha Banks e Charlotte raccontano l'essenza del wrestling. Ed è per questo che vedere Sasha o i #DIY vincere un titolo nell'apoteosi e nell'emozione generale è un conto, mentre vedere Goldberg che fa a pezzi Lesnar ne è totalmente un altro.

Scritto da Lorenzo Pierleoni
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