AEW Planet #70 – Awards 2022

Il 2022 in casa AEW va agli archivi con tante, troppe ombre e poche luci. Dei nefasti segnali erano tangibili già nel post Full Gear, ma fino a Revolution si è continuato a raccogliere una buona semina. Da lì in poi il naufragio. Fatto di occasioni sprecate, di testardaggine creativa, di incapacità di adattamento. Ciò nonostante, la AEW ha saputo proporre dell’ottimo wrestling e ci ha regalato un PPV storico come Forbidden Door oltre alla ritrovata Ring of Honor.


Porte che però, invece di aprire a un mondo di possibilità, hanno disperso l’interesse tra mille commistioni che hanno congestionato le puntate di Dynamite, rendendo intermittenti e ondivaghe le storyline principali. E a cascata, anche i personaggi che da esse dovevano trarre linfa vitale. E proprio dal regno deludente di un prodotto lavorato per anni come Hangman Page si sono generate le scorie prodromiche al media scrum di All Out, in cui CM Punk in un sol colpo ha oscurato qualsiasi altra buona cosa successa in quel periodo e in quel PPV.

Ma, bando alle ciance. Come di consueto, arriva Natale, è tempo di film, di cartoni animati, di Mamma ho perso l’aereo e di Una poltrona per due. Quindi, ecco che l’AEW Planet si sdoppia e diventa Awards, con il sottoscritto Andrea “The Philosopher” Samele accompagnato dal tag team partner Mattia “Doc” Borsani nella carrellata di promossi e bocciati di fine anno.

MALE WRESTLER OF THE YEAR

Andrea Samele: MJF

Tra Moxley e MJF è come scegliere a chi vuoi più bene tra mamma e papà. Ma punto sul secondo, pur con il punto di domanda del lungo periodo di assenza. Il motivo è presto detto: ci ha regalato momenti di qualità assoluta. Ineguagliabile. Nel lottato, con il Dog Collar Match contro CM Punk che rappresenta uno dei, se non il miglior match del 2022 in AEW (forbidden door varie ed eventuali escluse). E al microfono, con segmenti che hanno fatto la storia. For the ages, il confronto con CM Punk. For the ages, la genesi e il prosieguo della narrazione autobiografica con William Regal. Il tutto collimato con la vittoria del titolo. Peccato per il modo, discutibile a parer mio, ma difficile chiedere di più a un’annata.

Mattia Borsani: Jon Moxley

Se c’è un uomo che ho identificato, in questo 2022, con la AEW è stato proprio Jon Moxley che, dopo un avvio di anno passato in riabilitazione è tornato e si è caricato la compagnia sulle spalle, sostenendola nei momenti di difficoltà (infortuni di Punk e debacle post-All Out) e prendendosi quel regno che la pandemia gli aveva negato, almeno sotto il profilo del sostegno del pubblico nelle arene. Pochi fronzoli e tanta sostanza, questo per me è il Wrestler of the Year in casa All Elite.

FEMALE WRESTLER OF THE YEAR

AS: Jamie Hayter

Tappandosi gli occhi, potrei dire Jade Cargill, che di fatto ha dominato in lungo e in largo per tutto l’anno. Un dominio non giustificato dalle prestazioni della wrestler, ancora alquanto deludente sotto tutti i punti di vista. Cosa che invece non si può dire per Jamie Hayter, che corona un 2022 di ottima fattura nato sotto la stella del presunto turn face con feud annesso con Britt Baker e invece derivato a causa di infortuni altrui in un titolo un po’ from out of nowhere. Ma a furor di popolo. La Hayter piace (a me, tanto), è cresciuta tantissimo, sa gestire un match sul ring e affrontare wrestler di diverso tipo o caratura. Qui l’interrogativo è sempre lo stesso: riusciranno a scriverla in modo decente ora che è campionessa? Urge ASAP il feud di cui sopra con la DMD. Facile, già pronto, già nella testa dei fan, poco da inventarsi.

MB: Toni Storm

Nonostante le difficoltà arcinote della divisione femminile AEW la Storm è riuscita nell’ingrato compito di farci dimenticare un regno totalmente sottotono di Thunder Rosa, complice anche un infortunio più o meno reale, ed a riportare un minimo di interesse verso la categoria, stretta fra il booking a volte assente a volte ondivago, e prigioniera in altri lidi di una gestione, quale quella della Cargill, totalmente folle ed anacronistica a dir poco; la speranza è sempre quella, che il booking della divisione migliori e di molto ed anche le donne di casa All Elite possano prendersi le loro giuste soddisfazioni.

TAG TEAM OF THE YEAR

AS: The Acclaimed

Gli FTR hanno vinto ovunque, tranne in AEW. La trilogia con i Briscoes è da antologia. Ma appunto volendo fare i puristi del mercoledì sera, il mio award va agli Acclaimed. Capaci di rivitalizzare una categoria in crisi di interesse non certo per colpe dei lottatori vari. Bowens e Caster stanno peraltro riuscendo nell’impresa di coniugare la parte entertainment/comedy dei rap con delle ottime e convincenti prestazioni sul ring. L’unico problema? Che sappiamo tutti, ma proprio tutti, che gli FTR meritavano il titolo più di loro e che sono semplicemente troppo grandi per poter essere anche solo avvicinati in modo ponderato.

MB: FTR

Non avranno vinto il titolo e le loro vittorie importanti non hanno riguardato strettamente la All Elite Wrestling ma se pensiamo alla categoria tag nel 2022 il team dell’anno è, senza ombra di tutto, quello degli FTR: incontri incredibili, titoli su titoli ed una costante ricerca di miglioramento hanno reso questi scorsi 365 forse i migliori nella carriera dei due lottatori. Il 2023 DEVE e ripeto DEVE portargli un regno da AEW World Tag Team Champions perché i due meritano un riconoscimento anche in quel senso.

STABLE OF THE YEAR

AS: Blackpool Combat Club

Moxley ha dominato la scena del titolo maggiore, Castagnoli ha giganteggiato in ROH, idem Wheeler Yuta. Regal ha fatto parte della storyline che poteva marchiare a fuoco la storia non solo di Dynamite ma dell’intero 2022 in ambito wrestling. Insomma, a parte Danielson, il resto della truppa è pieno di achievements da mostrare in bacheca. Menzione d’onore per il Death Triangle, primi campioni Trios con PAC anche campione All Atlantic.

MB: Blackpool Combat Club

Mi accodo al nostro Andrea nella scelta della stable dell’anno e vado con il BCC: pochi dubbi nella scelta quando hai all’interno della fazione il Pure Champion ROH, il World Champion ROH ed un 3 volte AEW Champion come Moxley; Wheeler Yuta, dall’ingresso nella stable, è passato da anonimo lottatore che dava tutto sul ring a personaggio di spicco nei programmi AEW/ROH e futura pietra angolare dello show televisivo Ring Of Honor. Speriamo che anche Danielson si prenda qualche soddisfazione ma di certo questo 2022 non è stato avaro con il Blackpool Combat Club.

MOST IMPROVED

AS: Wardlow

Dunque, la Hayter l’ho messa già sopra. Idem gli Acclaimed e i Blackpool. E qui chi ci metto? Categoria per nulla facile, visto che in pochi hanno avuto una crescita continua per tutto l’arco dell’anno. Prendiamo Wardlow, fantastico a inizio anno e poi in lento e progressivo calo. Idem Daniel Garcia, passato dall’essere l’elemento cardine di un feud con due mostri sacri come Danielson e Jericho al nulla. Percorso inverso per Ricky Starks, salito alla ribalta con i colori dell’autunno. Menzionerei anche Orange Cassidy, cui mancava un titolo per legittimarsi. Titolo che ora è arrivato a corollario di match sempre di altissima qualità (da vedere assolutamente quello con Ospreay a Forbidden Door). Andando a puro gusto personale, vado con Mr. Mayhem, passato da squash da 3 minuti a turn su MJF, titolo TNT, feud vari ed eventuali, promo al microfono e W/L a 90%.

MB: Wheeler Yuta

Quando ho parlato del BCC non ho potuto non citare gli immensi miglioramenti avuti da Wheeler, sia sul ring che al microfono, figli della vicinanza con 3 assoluti geni del quadrato da una parte e della sua volontà di imparare ed assorbire quanto può possibile dell’altra: il passaggio da 4 ruota dei Best Friends a convincente 2 volte ROH Pure Champion è innegabile e sono convinto che il 2023 sarà un anno di grosse soddisfazioni per il membro del BCC.

BEST DEBUT

AS: Konosuke Takeshita

Pochi wrestler nella storia recente hanno avuto un anno di debutto così impattante. Takeshita ha dato a tutti la sensazione di essere di fronte a del materiale di prima qualità. Doti fisiche pazzesche accompagnate da un atletismo che rende il suo stile un mix tra potenza e velocità. Cui non fa difetto il timing nell’esecuzione delle mosse. Se riuscirà a raccontare una storia con continuità, oltre che impressionare per le sue qualità in ring saremo di fronte a un sicuro World Champion negli anni a venire.

MB: Action Andretti

Se fino a settimana scorsa mi sarei accodato al mio collega Andrea, il match avuto da Andretti contro Jericho a Dynamite ha completamente sparigliato le carte con un incontro che ha messo “sulla mappa” il giovanissimo debuttante, come non capitava forse dai tempi di 1-2-3 Kid e Razor Ramon. Poco altro da aggiungere, se non che la speranza che è che questo ragazzo possa giovare di questo debutto shock, costruendosi una carriera in quella della All Elite Wrestling.

SHOCKMASTER AWARD – FLOP DELL’ANNO

AS: Tony Khan

Sì, CM Punk. Ok, gli infortuni. D’accordo, la grana MJF. Per non parlare di Regal che se ne va. Così come Cody Rhodes. Ah, certo, anche Guevara e Kingston. Qual è il fattor comune? L’incapacità del factotum della AEW. Il peggiore in assoluto sotto tutti i punti di vista. Ottica booking, perché ha depauperato terribilmente il prodotto e alcuni dei suoi principali interpreti. Ottica gestione, perché non ha saputo mettere dei paletti per prevenire il verificarsi di certe situazioni. O per interromperle per evitare la deflagrazione. La sua faccia inebetita durante il media scrum con CM Punk rimane una delle immagini che definiscono (e non in modo positivo) il 2022 di Jacksonville.

MB: Andrade El Idolo

Se fuori dagli schermi probabilmente, come giustamente sottolineato da Andrea, è Tony Khan la persona che dovrebbe rivedere molti lati della gestione, sotto il profilo strettamente legato alle performance il mio candidato al nostro Shockmaster Award è il fu La Sombra: fin dal debutto nella compagnia di Jacksonville, nonostante vari tentativi e prestazioni sul ring anche convincenti, l’atleta non ha mai legato con il pubblico e non è mai riuscito ad inserirsi in modo soddisfacente all’interno delle storie della compagnia. Quella in corso con la Faccion poi risulta essere, a mio avviso, di ben poco mordente e pertanto, tutto considerato, mi porta a sceglierlo come flop dell’anno.

Ed anche per questo 2022 siamo arrivati alle battute finali e non mi resta che augurarvi, a nome mio e di Andrea, un felice anno nuovo sia nella vita che nel wrestling; a presto con una nuova edizione dell’AEW Planet!


Ciaoooooooooo

Andrea Samele
Andrea Samele
Laureato in filosofia, amante della creatività, della scrittura e del suono musicale di una chop. Appassionato di wrestling di lunga data per la capacità di creare personaggi e storyline in grado di coinvolgere gli spettatori. Per Tuttowrestling.com curo l'AEW Planet.
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