Non si placano le polemiche attorno ai protocolli anti-COVID della WWE, ancora una volta alimentati dall’interno, con diverse lamentele da parte di wrestler e talenti di NXT.
A riaccendere la fiamma pare sia stata la gestione recente della compagnia per quanto riguarda il Performance Center, che poco tempo fa ha anche dato vita ad un focolaio. Secondo quanto riportato da diverse fonti interne, alcuni si sarebbero lamentato della gestione delle procedure anti-COVID in vista della puntata speciale Halloween Havoc. Su tutte, ha spiccato l’assenza di Indi Hartwell, coinvolta in maniera importante nella storyline insieme a Johnny Gargano e Caindice Lerae e comunicata all’ultimo. Ironicamente la gestione, e il coinvolgimento al rialzo di Hartwell pur senza mai farla apparire, era stato ben visto da molti addetti ai lavori; tuttavia i controlli poco frequenti fatti dalla WWE hanno portato all’assenza della lottatrice a ridosso dell’angle principale.
La questione attorno ad Hartwell sembra però solo una delle tante cose non andate giù ai lottatori. Da tempo infatti uno zoccolo duro di wrestler si è più o meno apertamente lamentato – e ha fatto trapelare alla stampa il proprio disappunto – in merito ai controlli anti-COVID (finiti anche sotto inchiesta). Pur non essendo la prima volta che la positività di un performer costringe la federazione a cambiare i piani in fretta e furia, la critica principale riguarda appunto la cadenza e l’attenzione degli stessi, giudicata insufficiente dal momento che non vengono svolti a ritmo serrato (ogni 24 o 48 ore come fatto da molti sport professionistici). La frustrazione è accresciuta dal fatto che molti dei lottatori, ciononostante, sono tornati ad allenarsi quotidianamente al PC.
