Recensione WWE2K15 #42

Come ogni anno intorno in questo periodo arriva puntuale sugli scaffali di tutto il mondo il nuovo gioco targato WWE: questo poi è un anno speciale, perché per la prima volta il brand videoludico della WWE fa capolino sulle console di nuova generazione, promettendo dunque un sacco di novità , oltre ad una qualità visiva quasi fotografica e a un nuovo sistema di gioco che renda i match più realistici. Queste promesse sono state rispettate? WWE2K15 si è rivelato il “gioco definitivo” per gli appassionati di wrestling? Abbiamo potuto provare la versione per Playstation4 del videogame, ed ecco per voi la nostra recensione dettagliata!
Partiamo dal gameplay, ed in particolare dalle modifiche che sono state introdotte. Tutti conosciamo bene, infatti, la serie di giochi targati dalla WWE, dunque non ci sarà particolare bisogno di spendere parole sulle modalità base ampiamente conosciute, quanto piuttosto come detto sulle modifiche: ebbene a differenza degli anni passati il team 2K ha cercato di rendere i match più realistici, cercando di implementare il senso dell'affaticamento che i lottatori accusano durante lo svolgersi dell'incontro. Proprio per questo motivo i movimenti diventeranno sempre più lenti ed anche le reazioni alle mosse dell'avversario subiranno dei rallentamenti, rendendo bene il senso della stanchezza, soprattutto logicamente quando il match si fa lungo e impegnativo. Il realismo dei movimenti è stato inoltre migliorato: i wrestler reagiscono al ring, toccano le corde, ci si appoggiano per rialzarsi e quando sono fuori posizione per una mossa si riposizionano in modo tale da avere il giusto spazio per eseguirla.
Questa versione 2015 introduce una nuova modalità di gioco, denominata “la mia carriera”., che logicamente si rifà alle modalità di gioco “carriera” già sperimentate nelle versioni precedenti. La differenza è ovviamente legata all'evoluzione del nostro personaggio, che comincia la sua gavetta sin dal performace center della WWE, per poi passare ad NXT ed infine approdare nel main roster e cercare di raggiungere il vertice. “La mia Carriera” inizia dunque al performance Center dove Bill Demott, dopo avervi accuratamente istruito su cosa vuol dire essere una superstar WWE, vi mette in una serie di 4 match per spiegarvi le basi degli incontri e cosa dovete fare per avere più punti durante il corso della carriera, in modo tale da aumentare le vostre caratteristiche e diventare sempre più forti. Dopo questi 4 match si passa ad NXT per il vostro primo match che non importa se vincerete o perderete perché non cambierà praticamente nulla.
Dopo altri due match, che ripetiamo non importerà se vincerete o perderete, Regal vi metterà in un match per il titolo di N°1 Contender e il tutto senza un briciolo di storyline o di interazione con il resto del roster, in pratica in 5 match dal debutto a NXT e senza una costruzione potreste già essere campioni del roster di rookie della WWE. In sintesi da un lato è lodevole iniziare una modalità carriera introducendo anche queste novità , ma dall'altro le stesse sono comunque ridotte ad un inizio molto veloce della propria avventura videoludica, un compromesso che piacerà a chi non ha voglia di perdere molto tempo per fare carriera ma che farà storcere il naso a chi invece ha voglia di giocare per più tempo.
Dopo altri 4 match in cui si difende la cintura dall'assalto di altri 4 membri del roster, si passa di grado e si viene ammessi a Superstars dove si affrontano due match scelti dalla Guerrero (GM di Superstars) e poi si entra nel limbo, ovvero “non sappiamo che farti fare, combatti match a tua scelta e quando dimostrerai di essere bravo ti faremo combattere in PPV”. Anche qui, dunque, emerge un compromesso che sacrifica “consistenza” della modalità carriera in favore di uno sviluppo più veloce, che farà o meno piacere a seconda delle proprie abitudini e soprattutto, come detto, del tempo a propria disposizione per giocarci.
La difficoltà degli incontri è un elemento da evidenziare, poiché la stessa è risultata eccessivamente altalenante. Al massimo livello di difficoltà (“leggenda”), ad esempio, si passa da avversari imbattibili e che tolgono metà della barra di energia con una mossa, ad altri che invece infliggono danno normale. Il problema è che un comportamento del genere sarebbe sensato ed anzi auspicabile in funzione dell'avversario, essendo ovvio ad esempio che un Rusev sia più forte di un Heath Slater. Tuttavia il problema è che a volte questa difficoltà varia a parità di avversario, semplicemente da un match all'altro. Ad esempio abbiamo Rusev a NXT senza il titolo in palio e squashandolo in un Falls Count Anywhere, mentre nel match successivo con il titolo in palio lo stesso Rusev ci ha praticamente massacrato, per poi essere assolutamente arrendevole nel successivo match, nuovamente per il titolo. Si tratta, dunque, di un aspetto sul quale c'è ancora da migliorare.
Per quanto riguarda i match disputabili sono state confermate praticamente tutte quelle che siamo abituali a vedere in WWE, dunque non mancano incontri a stipulazione speciale come TLC, Ladder Match, Tables, Falls Count Anywhere. Tuttavia, per queste stipulazioni particolari il multiplayer prevede un numero massimo di 2 giocatori. Non sarà possibile, ad esempio, organizzare un ladder match con quattro giocatori “umani”. E' stata inoltre tolta la possibilità di personalizzare i match; non sarà ad esempio possibile creare un fatal four way ad eliminazione. Personalizzazione che invece è stata confermata per quanto riguarda i lottatori, col la possibilità di gestire fino a 25 CAW personalizzate.
Creare un proprio wrestler personalizzato, è tuttavia un aspetto sul quale pesano tutta una serie di limitazioni: le opzioni utilizzabili non sono elevatissime, ma soprattutto posso incidere sul valore del wrestler modificato. Abbiamo, ad esempio, modificato l'originale Batista per creare la versione Bluetista, ed il suo overhall complessivo è risultato 77, contro i 92 del wrestler originale. Non è inoltre possibile crearsi delle Divas personalizzate.
Per chi invece vuole limitarsi al roster già disponibile comprende praticamente tutti i personaggi attuali ed alcuni nomi importanti del passato più o meno recente, come ormai da tradizione dei giochi WWE. Non tutto però è aggiornatissimo, per esempio, Swagger è ancora indicato come l'All American American e nell'entrata non fa neanche il “We the People” classico (lo urla alla fine a fine match come un idiota e senza la mano sul cuore), e Bad News Barret è ancora indicato come Wade Barrett. Inoltre, è bene sottolinearlo, non tutto il roster è disponibile acquistando il gioco: alcuni lottatori aggiuntivi sono infatti disponibili in DLC, ovvero come contenuto aggiuntivo a pagamento, ed anzi il contenuto compreso nel prezzo del gioco si è ridotto rispetto a quello degli anni scorsi.
Essendo il primo gioco dedicato anche alle console next gen, è ovviamente giocoforza importante parlare della grafica, rivista in funzione delle capacità superiori delle suddette console. Ebbene la resa grafica del ring è davvero molto molto bella, sembra davvero di vedere il ring ripreso durante un vero show della WWE, mentre leggermente meno curate sono le prime file del pubblico. La resa grafica complessiva è tuttavia inficiata da evidenti distorsioni, pixel anomali ed altri “errori” grafici che portano ad un giudizio alquanto rivedibile, sebbene ovviamente sia comunque apprezzabile un privo salto in avanti – ma era davvero il minimo – rispetto alle versione per le console più datate. Anche le arene sono parse migliorabili: è evidente come le stesse partano tutte dalla stessa base grafica, e dunque la sensazione di profondità e capienza è la stessa dall'NXT Center a Raw fino a Wrestlemania, cosa che ovviamente è tutt'altro che realistica.
Poche modifiche rispetto al sonoro, dove il commento alle mosse è ridondante (vizio peraltro comune un po' a tutti i giochi sportivi) e non farà certo gridare al miracolo.
Tirando dunque le somme, WWE 2K15 è come detto il primo prodotto che cerca di sfruttare appieno le capacità della Playstation 4 / Xbox One, con risultati che inevitabilmente pagano anche l'inesperienza, in particolare dal punto di vista grafico, dove i miglioramenti sono evidenti ma altrettanto evidenti sono i margini per fare ancora meglio, in determinati aspetti grafici anche molto meglio. La modalità carriera ridotta è come detto un compromesso più o meno voluto, che sarà tanto meno gradito quanto più è la voglia di giocare a questo gioco per lunghi periodi piuttosto che utilizzarlo per sporadiche sfide. Il taglio delle modalità di gioco e le limitazioni al multiplayer sono anche qui il segno di un lavoro che inevitabilmente sarà da migliorare nelle prossime edizioni, visto che quanto c'è ad oggi garantisce una longevità magari adeguata, ma certamente più bassa delle aspettative.
In definitiva ci sentiamo dunque di consigliare il gioco ai super-appassionati del genere, certamente più avvezzi a minimizzare gli aspetti migliorabili che abbiamo evidenziato, e paradossalmente anche ad una categoria tutto sommato opposta, ovvero a chi ha voglia di un gioco di wrestling per qualche incontro sporadico senza perdere troppo tempo in modalità carriera o nelle personalizzazioni, anche se in questo caso le limitazioni al multiplayer sono comunque importanti e da considerare.
Ci possiamo dunque definire in parte soddisfatti dal nuovo capitolo della saga targata WWE, che definiremmo, qualora si trattasse di un classico pay per view, un solido “evento di transizione “, ovvero un prodotto chiaramente appetibile, pur con tutti i limiti e gli aspetti da migliorare, ma sulle quali le alte aspettative sono state ripagate fino a un certo punto. Resta in ogni caso un gioco da consigliare agli appassionati di wrestling e ovviamente amanti anche dei videogiochi, che sicuramente troveranno questo prodotto divertente e ci giocheranno senza rimanere delusi, ma al tempo stesso restiamo in attesa nella prossima versione di quei completamenti e quel tuning di dettaglio che è evidentemente mancato in questa occasione