Intervista a Simone Spada (Bullfight Wrestling Society) #58

Intervista a Simone Spada (Bullfight Wrestling Society) #58

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Dopo l'intervista della scorsa settimana con Fabio Tornaghi, proprietario della Rising Sun Wrestling Promotion, in questo nuovo numero abbiamo scelto di rimanere nel panorama italiano per studiare storia e obiettivi di una nuova realtà del nostro paese, la Bullfight Wrestling Society.
La Bullfight è nata nel 2016 con l'obiettivo di stupire i fan italiani ed il loro primo show è partito subito col botto ingaggiando addirittura il membro dei #DIY nonché attuale NXT Tag Team Champion Tommaso Ciampa.
A rispondere alle nostre domande c'è Simone Spada, uno degli organizzatori e volti principali della compagnia che, con molta determinazione è riuscito nella realizzazione di questo importante progetto.
Veniamo adesso alle nostre domande e risposte.

• Un'analisi sul vostro primo show che ha visto come grande protagonista Tommaso Ciampa?
Credo che il primo show sia andato molto bene. Abbiamo lavorato con professionalità garantendo agli atleti e al pubblico il massimo che potessimo fare a seguito di alcuni disguidi organizzativi. Gli atleti hanno dato del loro meglio e hanno compreso la nostra politica e le nostre idee. La sensazione generale è stata quella di una festa in famiglia, in una location diversa dal solito per diversi presenti.

• Un aggettivo con cui descrivere Ciampa sia come persona che come atleta?
Un aggettivo è difficile, ce ne sarebbero a bizzeffe per lui. Una persona estremamente seria, rispettosa e disponibile. Abbiamo lavorato tantissimo assieme sul suo booking prima dello show e, nonostante poche ore di sonno, ha dato tutto se stesso sia nel seminario tenuto davanti a quasi 30 atleti italiani (con feedback preziosi su ragazzi come Alex Gory, Nico Narciso, Buttafuori, Nicolò Ferrari e altri), sia nel match contro Red Devil che è stato sicuramente uno dei migliori import vs interno visto in Italia nel 2016. Un ragazzo che merita di essere in WWE e che spero riuscirà a togliersi tante soddisfazioni.

• Come nasce il progetto Bullfight?
Nasce dall'incontro di cinque ragazzi che avevano un sogno: riformare la base comunicativa e atletica del wrestling in Italia. Trovare una via di mezzo tra la WWE e le indy, con quel gusto di raccontare diventato proprio di federazioni come la Lucha Underground, la Progress e la prima Ring of Honor. Abbiamo lavorato per sei mesi ad un evento certamente buono, qualitativamente interessante sia nella scrittura che nelle scelte.

• Quanto dovremo attendere per assistere a un vostro nuovo show?
Attualmente il progetto è in stand by per due ragioni: abbiamo trovato poca disponibilità riguardo le location per organizzare uno show come lo intendiamo noi, con una organizzazione più accorta che elimini gli errori compiuti al primo evento; l'attesa del cambiamento del panorama italiano. Cosa intendo? Il panorama italiano sta mutando e con esso le idee che avevamo in origine. Dunque questa pausa serve per ritornare con maggiore impatto nel circuito. Inoltre non ci interessa fare uno show tanto per fare, intendiamo anche fare del business e proseguire la buona riuscita del primo show, che è stato uno dei pochi eventi italiani ad andare fortemente in attivo nel 2016. Insomma: devono essere presenti tutta una serie di fattori affinché il ritorno possa essere come vogliamo noi. Quando? Certamente nel 2017, probabilmente a settembre per celebrare il nostro primo anno. Ci stiamo lavorando e credo che nei prossimi mesi il pubblico potrà saperne di più.

• Qualora vi saranno nuovi eventi, Torino sarà la vostra sede fissa?
Torino e provincia rimarranno la nostra sede fissa a meno di altre idee in corso d'opera.

• C'è la possibilità che possiate stringere accordi con altre compagnie, magari del panorama britannico?
Abbiamo già dei discorsi avviati con una nota federazione britannica. Attualmente però, vista la pausa, sono discorsi più di sondaggio che altro.

• Quali sono i volti che state pensando di ingaggiare?
Se si parla di Italia, prima o poi vorremmo prendere con noi ragazzi di talento come Domenico Dinamite, gli Urban Guerrilla, Luke Zero, David Silas, la Roman Dinasty e Max Peach. Rimane un obiettivo, poi si vedrà. Se si parla di atleti esteri, i nomi rimangono top secret. Almeno per ora. Anche se quattro partecipanti al WWE UK Tournament hanno già un preaccordo con noi per partecipare ai nostri futuri show.

• Ci saranno altre “occasioni” di vedere dal vivo talenti come Ciampa (cioè sotto contratto con la WWE)?
Credo che la politica della WWE sarà più restrittiva da ora in poi. Alcune realtà britanniche si possono fregiare della presenza di Balor, End ed altri ma solo perché i contatti e la loro importanza rispetto a noi è ben diversa. Quindi non credo. Ciò non significa che non potremo prendere altri fenomeni del circuito indy americano e giapponese.

• Cosa serve in italia per far esplodere definitivamente il wrestling anche dal punto di vista indies?
Occorre cambiare il sistema e liberarsi di alcuni personaggi che lo compongono. Occorre lasciar liberi gli atleti, evitare sabotaggi e invidie e soprattutto aprire un business radicato. Detto così sembra facile, ma non lo è. Però occorre iniziare a cambiare molti punti del nostro circuito, di volta in volta. Io credo che nel 2016, dopo un discreto 2015, ci sia stato un passo indietro evidente sia nella qualità che nella gestione di diverse federazioni/promotion. Questo non ci ha fatto bene. Quando cambieranno determinate situazioni, cambierà tutto il sistema e potremo diventare anche noi maggiormente professionali e degni di nota non solo in Europa ma anche altrove.

• Il vostro show ha riscosso particolare successo nel wrestling web, quale opinione avete riguardo a questo panorama e, secondo voi, si è evoluto o si ritrova abbandonato a se stesso a causa del predominio della WWE?
Non è cambiato molto. Chi segue il wrestling italiano è sempre lo stesso nucleo di persone unite a diversi occasionali. Ci è piaciuto vedere come alcuni ragazzi venuti a vedere il nostro show solo perché c'era Ciampa, poi siano andati a vedere gli show della Sun, della Kox e della WIVA. Segno che qualcosa siamo riusciti a fare. Ma per fidelizzare sempre maggior pubblico, serve fare un lavoro diverso, capillare, che non si rivolga ad una cerchia ristretta di amici/parenti ma che vada oltre. Quasi nessuno lo fa ed è per questo che i numeri sono molto bassi (e per alcune federazioni si sono drasticamente abbassati). Sono felice che lo show della Sun di sabato scorso abbia raggiunto un ragguardevole numero di pubblico poiché questo dimostra come c'è un pubblico italiano che ha voglia di wrestling e che va incentivato ad esser spesso presente.

Grazie a questa intervista molti punti sul panorama italiano sono stati chiariti e quindi non mi resta che ringraziare ancora una volta Simone per la sua disponibilità e per questi ulteriori chiarimenti.
Il wrestling nel nostro paese è un argomento molto delicato, la mentalità della massa non è la stessa rispetto all'Inghilterra o, per esempio, alla Germania.
C'è da dire però che la curiosità nel panorama indipendente aumenta di anno in anno anche se diretta verso compagnie come RPW, PROGRESS o wXw perché?
Perché queste compagnie hanno la possibilità di portare nomi di pregevole fattura a causa di una presenza costante dei propri fan, tale presenza è quella che servirebbe nella nostra nazione per poter riuscire anche noi ad “invitare” gente con una certa popolarità.

Nella speranza che il nostro panorama possa crescere ulteriormente, vi ringrazio per la vostra determinazione nel seguirci invitandovi poi alla lettura del nuovo numero del The Other Side, curato per questa settimana dal collega Lothar Ceccarelli.
Concludo infine dandovi appuntamento con una prossima TW X-Clusive.

Have A Nice Day 🙂

Scritto da Aldo Fiadone
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