GLOW is back! Sarà ancora successo? #69

Quando Netflix decise di produrre e realizzare una serie ambientata nel mondo del wrestling (e per di più femminile) si prese un enorme rischio, visto che, “The Wrestler” a parte, quasi tutti i tentativi di portare il nostro amato sport spettacolo sul grande e piccolo schermo si erano rivelati quasi sempre fallimentari. E non è che i WWE Studios abbiano mai prodotto pellicole memorabili, tra le altre cose. Invece lo scorso giugno, all'uscita delle dieci puntate di “GLOW”, il consenso di critica e pubblico è stato unanime.


Lo spunto per la serie venne dall'omonima federazione “all women” attiva negli anni ‘80 a Los Angeles, della quale fece parte anche la neo WWE hall of famer Ivory. La prima stagione si concludeva con la messa in onda, dopo mesi di traversie, del primo spettacolo delle “Gloriose Ragazze del Wrestling”. Un finale né aperto né chiuso, di modo da poter valutare le reazioni del pubblico. Ovviamente l'enorme successo ottenuto ha fatto subito drizzare le antenne a Netflix e rinnovare la serie per altre dieci puntate, uscite sulla piattaforma di streaming lo scorso 29 giugno. La critica ha adorato ancora di più la seconda stagione (forse perché ora la cosa è trendy), ma, a mio modesto parere, si è fatto un passo indietro rispetto alla stagione inaugurale. Intendiamoci, siamo pur sempre di fronte ad un prodotto di ottimo livello che merita assolutamente di essere visto, ma ciò che manca è la gioiosa anarchia dello scorso anno, quando le ragazze e il regista protagonisti della trama cercavano di entrare in un mondo che non era il loro e che all'inizio non capivano e non rispettavano. In buona sostanza, ora che si deve mettere in scena lo spettacolo, manca un po' di mordente per ciò che accade dietro le quinte. Le prime puntate e quelle finali sono ottime, ma quelle centrali sanno un po' di riempitivo per allungare il brodo, come quella con le ragazze interamente nei loro personaggi da lottatrici, davvero di livello basso. Anche l'inserimento di una nuova ragazza, al solo scopo di costruire una relazione omosessuale, suona molto poco naturale. La puntata finale invece, nonostante tutto, è un vero spettacolo, da quanto è magistralmente sceneggiata, con tanto di battle royal che ci regala la presenza di Carlito e Chavo Guerrero Jr (che ha avuto anche il compito di allenare le attrici). Non vogliamo svelare troppo, ma il finale è molto più aperto di quello della prima stagione, cosa che fa pensare che la serie verrà rinnovata per una terza stagione, anche se per ora non c'è nulla di ufficiale. Proprio il finale si presta ad un interessante cambio di prospettiva e dovrebbe permettere alla serie di poter esplorare nuovi territori, di modo da non scadere nella noia.
Per chi ama gli anni ‘80 inoltre è il solito spettacolo per occhi e orecchie: vestiti che andavano in voga in quel periodo e una colonna sonora da urlo.
Insomma, pur con qualche evidente difetto di troppo, è una serie che è un must per ogni appassionato di wrestling: si capisce benissimo che è realizzata da gente che lo ama e lo rispetta pienamente (tra le protagoniste confermata Kia Stevens, conosciuta come Awesome Kong, per non parlare della gradita citazione di Bruno Sammartino e della partecipazione del cast ad una puntata di SmackDown Live). Insomma, già un prodotto che si rivolge ad un pubblico generalista e presenta il wrestling sotto un'ottica positiva, senza alcuna connotazione ridicola, non può che meritare tutta la nostra completa approvazione.

Roberto Johnny Bresso
Roberto Johnny Bresso
Appassionato di calcio, golf, musica e sottoculture, seguo il wrestling dagli anni '80. Sull'argomento ho pubblicato il libro "Storie dalla terza corda".
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