Dark Side of the Ring – La recensione della serie VICELAND #73

Dark Side of the Ring - La recensione della serie VICELAND #73

Sicuramente negli ultimi mesi in molti di voi avranno sentito parlare della serie televisiva di VICE dal nome DARK SIDE OF PRO WRESTLING.


Una serie che con interviste, servizi e racconti, parla delle vicende più oscure e spesso raccapriccianti che hanno caratterizzato questo business.
Dalla love story di “Macho Man” Randy Savage e Miss Elizabeth, alla maledizione della famiglia Von Erich, fino ad arrivare allo Screwjob di Montreal o addirittura alla morte di Bruiser Brody.
La prima stagione, composta da sei episodi, è stata una vera rivelazione e, da amante del genere documentario (che poi tratta anche lo sport d'intrattenimento che più amo) non potevo fare a meno di seguirla.


Come sempre, prima di entrare nel dettaglio, se avete dei consigli o delle critiche da muovermi, o se semplicemente volete scambiare qualche opinione, scrivetemi pure all'indirizzo aldofiadone@gmail.com; sarà mio piacere leggere ogni vostra parola.


• THE MATCH MADE IN HEAVEN
Il primo episodio “The Match Made in Heaven” cita la carriera di Randy Savage, dai suoi inizi in una piccola federazione dove conobbe anche Miss Elizabeth, allo sbarco nell'allora WWF. In questo episodio veniamo a conoscenza della burrascosa separazione tra Savage ed Elizabeth e dei comportamenti molto discutibili di quest'ultima che l'hanno portata poi a vivere una vita disagiata fino al suicidio durante la sua relazione con Lex Luger. Non bastò l'amicizia con Hulk Hogan e consorte ad aiutarla e purtroppo la fine arrivò nel modo peggiore per lei, la stessa parola che anni dopo ha raggiunto anche “Macho Man” quando nel 2011 ebbe un infarto alla guida.
Una nota curiosa dell'episodio vive nelle dichiarazioni di Lenny Poffo (fratello di Randy) che dichiara come suo fratello diceva spesso ai suoi piccoli fan che avrebbe concesso loro foto e autografi solo se avrebbero ascoltato la madre e studiato… uomo straordinario (cosa già risaputa) che spegne in anticipo le malefiche voci riguardanti la nota storia che coinvolse Stephanie McMahon in tenera età.

• THE MONTREAL SCREWJOB
Il secondo episodio, “The Montreal Screwjob” è forse uno di quelli che ho seguito con più attenzione. Conosco tutti gli aspetti di questa storia e ho avuto modo di approfondire il tutto grazie alla lettura dell'autobiografia di Bret “The Hitman” Hart prima del mio soggiorno in America durante la WrestleMania week dove ho incontrato entrambi i protagonisti.
Qui ripercorriamo ogni momento che poi ha portato a quel famoso segmento fino a scoprire che lo Screwjob in se sia stato un idea di Jim Cornette che volle ispirarsi ad uno scenario similare avvenuto in una federazione indipendente tra gli anni '60 e '70. Tutto questo per smentire le voci che citano Vince Russo come unico vero ideatore della cosa, ma ahimè, i pensieri contrastanti di entrambi non ci faranno mai scoprire la verità fino a quando non sarà Vince McMahon a volerla tirare fuori.

• THE KILLING OF BRUISER BRODY
Terzo episodio, “The Killing of Bruiser Brody” che ci fa tuffare nel vero lato dark della serie trattando l'omicidio del noto atleta Bruiser Brody.
Un racconto che immerge lo spettatore in ogni singola parte fino a far provare un infinita tristezza durante la ricostruzione dell'omicidio di Brody.
In questo episodio scopriamo il doppio lato di Bruiser, il family man che era nella vita privata e quello sul ring ovvero di un personaggio psicopatico che voleva rendere a tutti i costi reale il suo lavoro così da impressionare al meglio il pubblico presente nei palazzetti, in particolare quello giapponese dato che è proprio nell'estremo oriente che ha costruito gran parte della sua carriera.
Una carriera che lo portò fino a Puerto Rico dove Venne assassinato nel luglio del 1988 dal collega Invader 1 poco prima di un incontro che l'avrebbe visto opposto a Dan Spivey. Una storia e una scena brutale che coinvolse anche Tony Atlas pronto a soccorrere il suo fraterno amico, cosa che però non portò a nulla. Una carriera strappata e un padre tolto alla sua famiglia troppo presto. Brody, realmente noto come Frank Goodish, era stato contattato anche da Vince McMahon senior per approdare in WWF dato il suo profilo ben noto nella AJPW e nel Texas.
Una fine immeritevole.

• THE LAST OF VON ERICHS
Quarto episodio, “The Last of Von Erichs” che reputo semplicemente come il migliore dell'intera serie.
Puntata che mi ha concesso la possibilità di approfondire al meglio ogni singola parte della storia della famiglia Von Erich e della loro maledizione che ha portato alla morte di ben cinque membri:
– David Von Erich deceduto a Tokyo in Giappone il 10 febbraio 1984 a causa di forti problemi all'intestino. Anni dopo Ric Flair, nella sua autobiografia dichiarò quello che tutti pensarono a suo tempo, ovvero che la morte avvenne per overdose, cosa che anche nella serie viene citata.
– Kerry Von Eirch che colse l'eredità del fratello tanto amato in Texas fino a divenire il campione della NWA davanti la sua gente in Texas. Una carriera fantastica fino alla firma con la WWF che gli cambiò il ring name, lo rese campione Intercontinentale, ma non sfruttò mai il suo vero potenziale. Una vita più o meno tranquilla fino all'incidente che lo portò all'amputazione del piede, cosa che lo fece cadere in depressione e, ahimè, all'uso di droghe. Kerry tornò a lottare, ma nulla fu più come prima e nonostante l'amore della gente, si tolse la vita sparandosi in testa il 18 febbraio 1993.
Kerry ebbe una figlia dal suo primo matrimonio conosciuta nell'allora TNA come Lacey Von Erich.
– Mike Von Erich che dopo il famoso feud contro i The Fabulous Freebirds, ebbe un match in Israele dove si infortunò alla spalla scoprendo poi un malore molto raro che lo colpì alle ossa e alla pelle.
Mike si ritirò e purtroppo il 12 aprile del 1987 si suicidò per overdose e uso di tranquillanti.
– Infine Chris Von Erich che, al contrario degli altri fratelli, non esplose mai e non venne mai realmente apprezzato per il suo lavoro da wrestler (anche quando venne pushato in modo spropositato) cosa che lo fece cadere in depressione, ma il vero colpo di grazia fu la morte di suo fratello Mike che lo portò alla scellerata decisione di togliersi la vita nel 1991, diciotto giorni prima il compimento dei suoi 22 anni quando prese una pistola e si sparò in testa.

Includendo anche la morte di Jack Adkisson Jr. per un incidente, l'unico superstite della famiglia Von Erich è Kevin che ci racconta tutte le vicende nell'episodio e che nel 2009 venne introdotto nella WWE Hall of Fame in rappresentanza della sua famiglia.
Kevin racconta come anche lui, dopo i diverbi con il padre depresso a causa di tutte le tragedie subite, pensò di togliersi la vita andando ad acquistare un fucile… Kevin narra tutto alla perfezione ricordando di aver preso l'arma (rubandola), di andare in macchina e pensare di spararsi, ma poi ragionò ulteriormente e si rese conto che stava per fare la cosa sbagliata e scelse così di rientrare nel negozio e posare l'arma tra mille lacrime. Il proprietario del locale (che già lo aveva riconosciuto in precedenza salutandolo con il nomignolo “Kev”) lo abbracciò e si complimentò con lui per non aver fatto la stessa scelta dei fratelli… parole e racconto che ancora oggi fanno sentire i brividi e fanno capire quanto davvero fosse importante la famiglia Von Erich in quel territorio.
Kev proseguirà una vita sana passata con i suoi due figli che di recente hanno firmato un contratto con la MLW e l'episodio troverà la sua conclusione con una bellissima citazione della leggenda a cui tengo molto.
“You know i've seen huge crowds, i've been the guest of honor, i've been, you know, a celebrity, i've been what everybody thinks they want. I've had all that and it is not satisfying because what is satisfying is dinner with my family, children laughing… real joy, that's the truth.”

• THE MYSTERIOUS DEATH OF GEORGEOUS GINO
Quinto episodio, “The Mysterious Death of Georgeous Gino”. Ammetto di non essermi mai tuffato in questa storia prima della serie e allo stesso tempo non vi nego di esserne rimasto impressionato, in particolare per aver scoperto diversi dettagli sull'ottimo personaggio in-ring che era Gino.
Probabilmente il Georgeous per eccellenza avrebbe avuto tutte le carte in regola per divenire un World Champion con gli attributi e magari ci avrebbe consegnato la possibilità di vedere una versione alternativa di quelli che furono nei loro anni d'oro Ric Flair e Rick Rude.
Purtroppo i problemi con la droga sono stati quelli che hanno portato la sua vita ad una tragica conclusione e vedere la madre scoprire dopo anni e anni che quella morte è avvenuta solo ed esclusivamente a causa di suo figlio (e non quindi per mano di possibili assassini come ha pensato per oltre vent'anni), è un heartbroken che non auguro a nessuno. Allo stesso tempo però, in quel momento, si nota un viso rilassato di una donna resa consapevole di non dover continuare a passare la sua vita alla ricerca di un criminale che in verità non c'è mai stato… uno scenario agrodolce che non può non far provare la stessa sensazione durante la visione.
Un racconto sicuramente meno macabro di quello visto con Bruiser Brody, ma non meno depressivo della famiglia Von Erich. Una tristezza tale da comprendere il perché la madre di Gino e quella che fu sua moglie, hanno vissuto per anni con paure giuste e convinzioni sbagliate.

• THE FABOULOUS MOOLAH
Arriviamo quindi all'ultimo episodio dedicato a Fabulous Moolah. Puntata che si ricollega anche alla famosa storia che portò al cambio di nome alla battle royal femminile che ogni anno si tiene in quel di WrestleMania. Altra ottima puntata per approfondire la storia, la vita e il profilo di una donna che ha fatto la storia nel mondo del wrestling.


Come avrete dedotto dalle parole lette finora, ho letteralmente apprezzato questa iniziativa di Viceland di pubblicare una serie doc capace di farci immergere nei suoi racconti e farci provare quesi sentimenti agrodolci che, in fin dei conti, solo le vicente contenute in questo business sono capaci di donarci.
Grazie a questa serie ho approfondito la mia conoscenza della disciplina con le sue storie oscure e tute le curiosità che albergano dietro i profili di ogni protagonista.
Ricorderò sempre ogni puntata e porterò costantemente nel cuore la frase di Kevin Von Erich che vi ho riportato, probabilmente una citazione veritiera che molti giovani, me incluso, devono fare loro per poter dare il via ad una vita dignitosa e ricca d'amore, perché è con quello che si può iniziare a camminare a testa alta verso un unica direzione, il successo personale.
A mio avviso, serie promossa ad alti voti che quindi vi consiglio di vedere. Quando la completerete, probabilmente vi ritroverete come me… in trepida attesa di una seconda stagione per scoprire altri aneddoti oscuri che hanno caratterizzato il mondo del pro wrestling.

Have A Nice Day… YEAH!

Scritto da Aldo Fiadone
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