Piper’s Pit #19 – Sheriff like it Rock the Casbah

Bentornati all'appuntamento mensile con Hot Rod!. Vi avevo annunciato un ritorno alle nostre puntate storiche, ma cosa c'è di più pop di un ppv della WWE in Arabia Saudita? E quindi oggi vi parlerò di Crown Jewel e di tutto ciò che ci ha ruotato intorno.
Crown Jewel, a mio avviso, è stato uno dei peggiori ppv della WWE, ma sulla qualità dell'evento si è già espresso in maniera esaustiva il WWE Planet e non voglio più tornarci sopra per non tediarvi ulteriormente, ci è già riuscita benissimo la WWE. Quello che però difficilmente si potrà dimenticare di questo evento è tutto il can can mediatico e politico che ha preceduto l'evento. La vicenda è più o meno nota a tutti: il giornalista Jamal Khashoggi è stato ucciso e, probabilmente, sciolto nell'acido ad Istanbul per diretto ordine delle più alte cariche politiche dell'Arabia Saudita. A quel punto negli Stati Uniti sono state molte le voci che si sono levate per chiedere a Vince McMahon di rinunciare a far svolgere l'evento, a maggior ragione considerando che la moglie Linda fa parte del gabinetto del Governo Trump. Vince, nemmeno a dirsi, ha fatto finta di preoccuparsi della cosa, ma non ha mai pensato per un singolo istante a rinunciare alla trasferta. Decisione discutibile e priva di umanità senza dubbio, ma il buon Vince deve aver pensato al perché dovesse essere l'unico negli States a pagare per questa vicenda, visto che nessun contratto commerciale con i sauditi è stato messo in discussione a causa dell'omicidio. Certo, sarebbe ora che qualcuno desse il buon esempio, ma davvero ci aspettiamo che quel qualcuno sia Vince McMahon, quando tutta la sua storia parla in senso opposto? A gennaio, tanto per capirci, Milan e Juventus si giocheranno la Supercoppa a Gedda e la cosa è stata proprio ufficializzata in questi giorni. Purtroppo inutile aspettarsi gesti eclatanti da chi vive solo per fare soldi a palate, ma tocca fare comunque i complimenti a John Cena e Daniel Bryan che si sono rifiutati di prendere parte al pay per view.
Vince McMahon però deve aver pensato xhe siamo tutti un po' fessi, quindi il kick off lo ha registrato in studio negli USA, senza alcuna ripresa effettuato fuori dall'impianto sede di Crown Jewel. E poi il tocco di genio: mai usato il nome Arabia Saudita, solo Riad! Facile no, se una cosa non la si nomina, non esiste. Logica da bambini delle elementari, ma i petrodollari cancellano molte obiezioni.
Passando all'evento in sé quanto può essere pop e stravagante vedere Hulk Hogan mandare in estasi un intero stadio pieno di spettatori arabi? Quanto è surreale vedere entrare l'Immortale sulle note di Real American e vedere uscire di testa un intero paese che una volta considerava l'America come una sorta di Inferno sulla Terra? Io stesso, che ho odiato ogni istante del resto della serata, confesso di essermi emozionato ancora quando ho sentito iniziare la musica di Hulk. Sì, so benissimo che è ormai un vecchio mezzo rimbambito che fa tutto per soldi e poi non l'ho mai tifato nemmeno all'epoca d'oro, anzi ho sempre fatto il tifo prima per Macho Man e poi per l'Ultimate Warrior
ma che vi posso dire? L'Hulkster ci fa sempre tornare bambini, una sorta di deus ex machina che da solo riesce a sistemare ogni sorta di problema. In tutta questa poco edificante vicenda del viaggio della WWE in Arabia Saudita una cosa la possiamo decisamente salvare: la potenza universale del messaggio che porta con sé il wrestling. Riuscire a riempire stadi in nazioni che un tempo nemmeno lontanamente sarebbero stati considerati possibili obiettivi. Cosa c'è di più pop di questo? Ed è proprio tutto questo messaggio che in Italia non si riesce a far passare. Pensateci, troviamo accettabile ogni tipo di programma spazzatura, ma se dici al cittadino medio (lo stesso che segue questi programmi) che segui il wrestling, probabilmente ti risponderà che sei appassionato di un qualcosa di ridicolo e infantile e poi vai a spiegargli che le migliori storylines fanno invidia al miglior film o alla miglior serie tv. Non sono mai stato un fautore delle auto-ghettizzazioni, quasi poi per poter fare la vittima o sentirsi parte di chissà quale elite; anzi ho sempre creduto che spetti per primo a noi fans e a noi del settore cercare di raggiungere più persone possibili, perché potenzialmente anche il mercato italiano potrebbe essere florido e non riempire le pagine dei giornali solo quando capita una tragedia.
Per oggi è tutto. Appuntamento al mese prossimo!
I have wined and dined with kings and queens and I've slept in alleys and dined on pork and beans.