Piper’s Pit #37

Politica & Wrestling, mai così vicini.

Bentornati al nostro appuntamento mensile con il Piper’s Pit! Ci siamo già occupati di quando la politica è entrata nelle storylines, ma oggi vi parlerò dei numerosi casi nei quali è stato il wrestling ad occuparsi di politica.


Ad un occhio distratto potrebbe sembrare che i due mondi siano del tutto distanti, ma in fondo wrestling e politica condividono l’assunto di base: la cosa fondamentale è raccontare una storia e farlo nel modo più convincente possibile, indipendentemente dal fatto che sia vera o falsa. E poi il wrestling è una questione di moralità, di bene contro male, tutto ovviamente veicolato a seconda di chi sta parlando. Vale a dire che non esiste una concezione morale assoluta. Non è forse la stessa cosa nella politica? Ed è così che sono state parecchie le figure passate dal quadrato ai banchi di un parlamento. 

Precursore di questo salto di carriera fu niente meno che il sedicesimo Presidente degli Stati Uniti, vale a dire Abraham Lincoln. Certo nel 1800 non si può certo parlare di wrestling professionistico, ma Lincoln ebbe una discreta carriera in incontri di lotta sceneggiati al fine di evitare il più possibile infortuni e di renderlo popolare tra le folle. Ovviamente questa fama di combattente gli giovò alquanto per il lancio della sua carriera politica.

Nikolai Volkoff ha creato la sua carriera sul ring facendosi odiare come il perfido sovietico, ma fuori dal quadrato si è impegnato localmente in elezioni locali nel Maryland, tentando senza però fortuna anche il salto a livello nazionale.

Rick Steiner, senza il fratello Scott, tentò anche lui la sorte nella zona di Atlanta, ma dovette accontentarsi del ruolo in un consiglio scolastico. Pare che nessuno lo conoscesse infatti con il suo vero nome.

Vi ricordate del finlandese Ludvig Borga, protagonista di un breve stint in WWF? Nonostante un iniziale push, che gli permise di porre fine alla streak vincente di Tatanka, non andò molto lontano a Stamford. Ritornato in Finlandia venne però eletto nel parlamento finlandese, peccato che i suoi problemi mentali e di alcolismo lo resero molto presto incontrollabile, tanto che si suicidò quando era ancora in carica.

Jerry Lawler si è sempre proclamato Re, ma per due volte si sarebbe accontentato di diventare sindaco. Ci provò a Memphis nel 1999 e nel 2009, non venendo eletto, ma riscuotendo un buon successo popolare.

Bob Backlund nel 1994, sul finire della sua carriera, si candidò per la nomination repubblicana al Congresso per il Connecticut, venendo però seccamente sconfitto.

Nel 2016 è stato il turno di Rhyno, che si prese una pausa dal wrestling per un seggio nella Camera dei Rappresentanti del Michigan, venendo però sconfitto di misura.

In Giappone invece è d’obbligo citare Antonio Inoki, la cui carriera politica è ancora oggi di notevole livello. Eletto più volte nel parlamento nipponico è stato usato in importanti missioni diplomatiche con la Corea del Nord e persino in una trattativa di recupero ostaggi con Saddam Hussein.

E come non parlare di Jesse Ventura? Candidatosi come indipendente è stato eletto Governatore del Minnesota nel 1998. Ad oggi è un membro del Partito Libertario.

Recentemente abbiamo il caso di Kane, eletto trionfalmente sindaco della contea di Knox, Tennessee, nel 2018.

Booker T nel 2006 annunciò in pompa magna che si sarebbe candidato alla poltrona di sindaco di Houston nel 2019. Il 2019 però arrivò e del suo nome tra i candidati non c’era traccia.

Molto più successo ebbe invece Linda McMahon, anche se più grazie ai soldi che al voto elettorale. Sconfitta due volte alla carica di senatrice del Connecticut, la moglie di Vince è entrata poi nel gabinetto dell’amministrazione Trump, prima con il ruolo di Direttrice dell’agenzia per le piccole imprese e poi come Presidentessa dell’associazione America First Action.

Arnold Schwarzenegger, che ricordiamo essere un WWE Hall of Famer, è stato invece eletto Governatore della California nel 2003.

E, sempre a proposito di WWE Hall of Famer, non possiamo che concludere citando l’attuale Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la cui dimestichezza con il mondo del wrestling ha chiaramente influenzato il suo modo di fare comunicazione.

E per il futuro? Se devo scommettere su un nome che potrà dedicarsi alla politica mi gioco quello di The Rock. Ha tutto per poter aver successo nella politica statunitense. Staremo a vedere. 

“I have wined and dined with kings and queens and I’ve slept in alleys and dined on pork and beans”.

Roberto Johnny Bresso
Roberto Johnny Bresso
Appassionato di calcio, golf, musica e sottoculture, seguo il wrestling dagli anni '80. Sull'argomento ho pubblicato il libro "Storie dalla terza corda".
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