Piper’s Pit #14 – REST IN PEACE- LA LEGGENDA DEL PHENOM

Bentornati a Hot Rod!, la rubrica che vi svela il lato pop del wrestling. E, forse, non esiste nulla di più pop dell'Undertaker.
Cosa ha trasformato un becchino, figura solitamente vista da chiunque con diffidenza e fastidio, in quanto associata alla morte, in un'icona pop amata e conosciuta in tutto il mondo anche da chi non è un grande esperto di wrestling? Per rispondere a questa domanda ripercorreremo la vita di Mark William Calaway e di come la sua carriera nel wrestling rappresenti un unicum nella storia della disciplina.
Mark Calaway nasce a Houston il 24 marzo 1965. Al liceo, data la sua stazza imponente, si dedica al basket e al football americano, per dedicarsi solo al basket al college. Non finirà però gli studi, pensando di tentare la carriera da cestista in Europa, ma ben presto capirà che la sua strada è quella del wrestling professionistico. Il suo debutto avviene nel 1984 nella World Class Championship Wrestling, con il nome di Texas Red, venendo sconfitto da Bruiser Brody. Trascorrerà quattro anni nella compagnia, prima di passare alla Continental Wrestling Association, dove interpreta la prima gimmick di un certo successo, vale a dire The Master of Pain, un ex carcerato, con la quale conquisterà il suo primo titolo.
Nel 1989 si spalancano per lui le porte del wrestling che contano: viene infatti messo sotto contratto dalla WCW. Combatte da heel con il nome di “Mean Mark” Callous, nome scelto per lui da Terry Funk e viene descritto come un amante della musica di Ozzy Osbourne. Passa poi nel tag team degli Skyscrapers, per sostituire l'infortunato Sid Vicious.
Nel 1990 la svolta: Bruce Prichard convince Vince McMahon a farlo firmare con la WWF, anche se Vince pare non fosse del tutto convinto. Il debutto televisivo avviene il 22 novembre alle Survivor Serie, quando entra a sorpresa nel team di Ted DiBiase come The Undertaker, un becchino del Far West dallo sguardo truce. Basta osservare le facce del pubblico per rendersi conto dell'impatto che ebbe subito: bambini terrorizzati e adulti straniti accompagnano l'improbabile duo composto da Undertaker e dal suo manager Brother Love. Prima vittima del suo Tombstone Piledriver fu Koko B. Ware. In realtà aveva già debuttato tre giorni prima come Kane the Undertaker a Superstars of Wrestling, ma la registrazione andrà in onda solo successivamente. Il nome Kane venne abbandonato subito (e, come sappiamo bene, ripreso sette anni dopo
) e Paul Bearer prese il posto di Brother Love come manager. Bearer era un misterioso e istrionico personaggio, recante un'urna che sembrava custodire i poteri del suo assistito. Inutile dire che Bearer e l'urna furono da subito parte integrante del successo del personaggio, aggiungendo quell'aura mistica che, oggettivamente, non poteva dargli Brother Love. Il suo personaggio ebbe sempre più successo, tanto che nel 1991, ancora a Survivor Series, sconfisse Hulk Hogan, conquistando il suo primo titolo mondiale, che però perse dallo stesso Hogan solo una settimana dopo. La WWF infatti comprese che il suo personaggio era amatissimo anche da heel (cosa quasi impossibile ai tempi) e che per destare interesse non aveva necessariamente bisogno della cintura alla vita. Venne così tornato face (in realtà senza cambiare poi molto il suo atteggiamento), per iniziare importanti faide contro Jake The Snake Roberts e Giant Gonzalez.
Nel 1994 iniziò una spettacolare faida contro il campione WWF Yokozuna. Epico fu il casket match alla Royal Rumble, nel quale il Taker si rese protagonista di un match epico, nel quale quasi tutto il roster heel lo attaccò per poi riuscire a chiuderlo dentro la bara, tra lo sgomento generale. Calaway infatti aveva chiesto un periodo di pausa per riprendersi da alcuni infortuni, che poi lo perseguiteranno per tutta la sua carriera.
Ritornò a SummerSlam in una nuova versione caratterizzata da colori più freddi, con il grigio al posto del viola. Alle Survivor Series si prese poi la rivincita con Yokuzuna, in un altro casket match, con il celebre attore Chuck Norris ad evitare interferenze. Negli anni successivi il becchino ebbe diverse faide importanti, ma quella che attrasse l'interesse dei fans fu quella con Mankind, che portò al tradimento di Paul Bearer. Nel 1996 The Undertaker si presentò nella versione Lord of Darkness, nella quale, per la prima volta, si rivelarono i suoi superpoteri. A WrestleMania 13 vinse il suo secondo alloro assoluto, sconfiggendo Sycho Sid (all'epoca non si faceva ancora riferimento alla celeberrima streak). Tornò allora sulle scene Paul Bearer, che dimostrò di controllarlo usando la parola fuoco. Fu l'inizio di una delle più celeberrime storyline della storia del wrestling, una di quelle in grado di scaldare i cuori dei fans ancora oggi. Venne infatti raccontato che Undertaker aveva bruciato la casa della sua famiglia, uccidendo tutti tranne il fratellastro, fratellastro che era tornato ora per vendicarsi. Ecco così comparire il personaggio di Kane, con il quale, per due decenni, si alterneranno aspre rivalità e alleanze d'acciaio. La prima faida si alternò e frappose a quella rinnovata con Mankind che portò a diversi incontri brutali, tra i quali l'Hell in a Cell match a King of the Ring 1998, vera pietra miliare di questa tipologia. Successivamente ebbe una fondamentale faida con Steve Austin, che fece da preludio ad un suo ritorno tra gli heel.
Accadde nel 1999 con la nuova gimmick del The Ministry of Darkness, un sacerdote satanico a capo di una stable di accoliti. In questa versione The Undertaker esplorò ancora di più tutti i lati del suo personaggio, mostrando una vena crudele mai espressa in precedenza. Cercò anche di prendere il controllo della federazione, rapendo Stephanie McMahon. In questa versione vinse anche il suo terzo titolo mondiale, sconfiggendo Austin. Nel frattempo gli infortuni lo stavano provando sempre di più, rendendo necessario un altro periodo di pausa, nel quale rifiutò anche la corte serrata della WCW.
Ritornò il 21 maggio 2000 a sorpresa, non più come il becchino, ma come un biker: era la nascita dell'American Bad Ass, dalla canzone di Kid Rock che lo accompagnava sul ring a bordo di una motocicletta. Di questo periodo sono significative le rivalità contro The Rock e Ric Flair e si iniziò anche a parlare del suo record di imbattibilità a WrestleMania. Nel 2002 vinse il suo quarto titolo assoluto contro Hollywood Hulk Hogan. Alle Survivor Series del 2003 venne sepolto vivo da Kane, durante un match contro Vince McMahon.
Nel 2004 ci fu il ritorno in versione Deadman e la vendetta contro Kane, nonché l'uccisione di Paul Bearer, che rappresentava il suo tallone d'Achille. Da lì in poi è storia più o meno recente: tante faide più o meno riuscite, la vittoria della Royal Rumble 2007 e, a WrestleMania 23, del titolo assoluto contro Batista. A WrestleMania XXIV conquistò poi il suo sesto titolo mondiale contro Edge, che glielo aveva tolto in precedenza. Da allora aumentarono i problemi fisici e le sue presenze iniziarono a farsi sempre più rare. Ciononostante ci fu tempo per il suo settimo e ultimo titolo contro CM Punk e per accrescere il mito della streak a WrestleMania, chiudendo anche la carriera di Shawn Michaels. Streak che finì a WrestleMania XXX, quando venne sconfitto da Brock Lesnar, sconvolgendo il mondo intero, perché nella vita, fino a quel momento, c'erano solo tre certezze: le tasse, la morte e la streak dell'Undertaker. E sembra un attimo e siamo ai giorni nostri, con Undertaker che diventa sempre più una presenza speciale, della quale però è quasi impossibile fare a meno, tanto che, anche se lo pensavamo ritiratosi dopo il match contro Roman Reigns del 2017, quest'anno ci siamo dovuti ricredere un'altra volta.
Perchè la verità è che tutti amiamo il Phenom: avevo 15 anni anni quando l'ho visto entrare per la prima volta in un ring di wrestling ed ora che ne ho 43 mi emoziona ancora come allora, anche se le sue entrate ormai sono quasi più lunghe dei suoi match. Undertaker ci fa illudere che gli anni non passino, che possiamo far finta di niente e sconfiggere quasi la morte, che, anche se siamo pieni di acciacchi, in fondo ce la possiamo sempre fare. E tutto questo lo fa entrando con dei rintocchi di campane a morto, ma quando li sentiamo non siamo tristi, perchè sappiamo che lui sta tornando. Quando The Undertaker si ritirerà (perchè purtroppo accadrà, anche se facciamo finta di non saperlo) con lui cesserà anche questa illusione, ecco perchè non vogliamo che ciò succeda. Ed ecco perchè la WWE ce lo ha sempre presentato come una figura non di carne ed ossa: non ce lo ha mai presentato in abiti civili e non lo ha mai fatto uscire dal suo character. Non presenzia mai nemmeno alla cerimonia della Hall of Fame, se non nel 2014, materializzandosi all'improvviso per onorare la memoria del suo defunto mentore Paul Bearer. I primi segni della fine di un'epoca però li abbiamo già: Undertaker ha infatti addirittura un account Instagram, cosa impensabile fino a poco tempo fa. Perchè anche il Phenom si è dovuto arrendere al tempo che scorre intorno a lui.
E pensate che tutto questo non sarebbe mai esistito se Vince McMahon avesse dato seguito alla sua prima idea per Mark Calaway, vale a dire assegnarli una gimmick da vichingo, con tanto di elmo e spada! Senza la gimmick del becchino Calaway probabilmente non avrebbe mai avuto successo nel mondo del wrestling, ma senza Calaway la stessa gimmick probabilmente non avrebbe funzionato. Questa è la magia del wrestling e, perchè no, della vita: le cose a volte accadono per caso, ma, se il caso lo sai cogliere, diventa destino.
Appuntamento al mese prossimo!
I have wined and dined with kings and queens and I've slept in alleys and dined on pork and beans..