Piper’s Pit #11 – L’eredità del Guerriero

Eccoci tornati a Hot Rod!, la rubrica che vi fa scoprire il lato pop del wrestling e oggi parliamo di un personaggio incompiuto ma idolatrato, un personaggio per sempre sospeso tra mito e follia: oggi parliamo di The Ultimate Warrior.
Doverosa premessa: chi vi scrive è cresciuto con il mito dell'Ultimate Warrior. Ho iniziato infatti a seguire il wrestling proprio pochi anni prima del suo arrivo nell'allora WWF e, con la sua comparsa sulle scene, da bambino italiano sono stato subito dalla sua parte. L'eroe americano Hulk Hogan era troppo diverso dal mio modo di vedere la vita, già allora controcorrente e poco incline a seguire i vincitori. Così le mie preferenze, che prima andavano a Macho Man Randy Savage, si spostarono subito su quel mistico Guerriero che affermava di ascoltare gli spiriti. Questo legame con lui, anche ora che ho 42 anni, non è mai venuto meno, tanto da essermelo pure tatuato sul braccio sinistro, quindi perdonatemi se oggi sarò un po' di parte e un po' più romantico: parlare del Guerriero, dal mio punto di vista, equivale in qualche modo a parlare della mia vita.
James Brian Hellwig nasce il 16 giugno 1959 a Crawfordsville, una cittadina dell'Indiana; nell'adolescenza si dedica al football americano e poi al body building. Nel 1985 inizia la carriera nel mondo del wrestling, combattendo, con il suo vero nome, in alcune federazioni indipendenti. Lavora poi in tag team con Steve Borden (che diverrà poi conosciuto come Sting), venendo conosciuti come The Blade Runners, malvisti dai colleghi in quanto accusati di imbottirsi di steroidi. Nel 1986 passa alla World Class Championship Wrestling, dove inizia a delinearsi il personaggio per il quale il mondo lo avrebbe conosciuto: incomincia infatti a farsi chiamare Dingo Warrior. Nel 1987 avviene il grande passo verso la WWF, dove prende il nome di The Ultimate Warrior. Ancora oggi non è chiaro chi decise il nome: Bruce Prichard sostiene che Vince McMahon non capisse cosa fosse un Dingo Warrior, quindi decise per il termine Ultimate (Definitivo), mentre Hellwig sostiene che Vince sì non volesse il termine Dingo, ma Ultimate lo scelse lui. Insomma, la solita lotta tra due ego smisurati che andò avanti per decenni. Il suo primo feud davvero importante è contro Hercules Hernandez, che sconfigge a WrestleMania IV. Il suo personaggio inizia a essere caratterizzato per la sua corsa sfrenata verso il ring, per la pittura facciale e per un limitato parco mosse di potenza, ma soprattutto per un innato carisma che fa immediata presa presso i fans. A SummerSlam 1988 arriva il suo primo titolo: sconfigge in 27 secondi The Honky Tonk Man, laureandosi Campione Intercontinentale, alloro che perde a WrestleMania V contro Rick Rude, per poi riconquistare a SummerSlam. Vince inizia a vedere in lui il successore di Hulk Hogan, colui che dovrebbe guidare la compagnia negli anni '90. Si delinea così il feud contro Hogan, per sancire il passaggio di consegne tra i due, che puntualmente avviene allo SkyDome di Toronto durante WrestleMania VI nella The Ultimate Challenge. Il Titolo Intercontinentale e quello Heavyweight sono in palio e il Guerriero ha la meglio davanti a un pubblico equamente diviso. L'Hulkster si prende uno dei pochi pin puliti della sua carriera e alza il braccio del Guerriero, con la platea in estasi. Platea anche televisiva di tutto il mondo, tanto che pure io, ragazzino di 14 anni, assisto estasiato al match commentato da Dan Peterson, facendo un tifo sfegatato per il Guerriero. Warrior diventa così l'unico atleta a detenere contemporaneamente i due allori principali della federazione, anche se deve rendere vacante quello Intercontinentale, a causa delle regola che allora impediva di possederli entrambi. Per Hellwig il cammino verso la gloria pare tutto in discesa, ma ecco che la Storia con la S maiuscola entra in gioco nella sua vita. Scoppia infatti la Guerra del Golfo e gli USA attaccano l'Iraq di Saddam Hussein, reo di avere invaso il Kuwait. A Vince McMahon non par vero di poter sfruttare l'ondata di patriottismo americano, quindi torna comodo di nuovo Hogan, mentre Warrior può essere sacrificato. Ecco quindi che alla Royal Rumble del 1991, a causa dell'intervento di Randy Savage, perde il titolo contro Sgt. Slaughter, l'eroe americano passato al nemico iracheno. In un match straordinario per impatto emotivo a WrestleMania VII Warrior e Savage mettono in palio le loro carriere e, dopo una memorabile battaglia, a prevalere è il Guerriero. Ma quello che doveva essere un altro passaggio di consegne si rivela purtroppo essere l'ultimo grande incontro di Hellwig. Feuda con The Undertaker e sta preparando un'importante faida con Jake The Snake Roberts, quando al Guerriero viene in mente la geniale idea di mettere alle strette quello squalo di Vince: pretende 550 mila dollari per partecipare a WrestleMania VII, più alte percentuali sulla vendita del merchandising e altre agevolazioni, sostenendo di valere quanto se non più di Hulk Hogan. In attesa della risposta non avrebbe più lavorato. Vince, da imprenditore navigato e senza scrupoli, risponde in maniera affermativa, quasi scusandosi di non averci pensato prima lui stesso. Ma dopo SummerSlam gli fa recapitare una lettera nel quale gli comunica la sospensione con effetto immediato, a causa dell'assurdità delle richieste. Il Guerriero si licenzia, la WWF invece lo mantiene vincolato al suo contratto, pur senza farlo combattere per mesi. Lo richiama però per WrestleMania VIII, nel quale Warrior salva Hulk Hogan da Sid Justice e Papa Shango. Al Guerriero vengono concesse alcune facilitazioni e si pensa di riconsegnargli il massimo alloro ma la WWF è coinvolta nello scandalo steroidi, dei quale Hellwig ammette di abusarne, così nel 1992 lascia la WWF. E' la fine della gloria per colui che doveva essere il Guerriero Definitivo. Fino al 1996 combatte in rarissime occasioni in scenari di basso livello, quando viene richiamato in WWF, per sconfiggere Hunter Hearst Helmsley a WrestleMania XII. Ma è solo un fuoco di paglia: il Guerriero viene coinvolto in un ridicolo feud con Goldust prima di essere nuovamente cacciato quando chiede di assentarsi per la morte del padre. Vince gli rinfaccia che vedesse il genitore da dieci anni, quindi non poteva essere troppo dispiaciuto.
Nel 1998 viene chiamato in WCW esclusivamente per restituire il favore di anni prima a Hogan, perdendo contro l'Immortale un orrendo match che nulla aggiunse alla carriera dei due. Dopo quel giorno Hellwig si ritirò del tutto dalle scene e di lui si aveva notizia solo leggendo il suo folle blog, nel quale esprimeva posizioni razziste e omofobe, vendeva a prezzi assurdi suoi memorabilia, insultava i fans e vaneggiava di alieni e di ordine mondiale. Per chi era cresciuto nel suo mito un duro colpo da digerire, si vedeva un uomo sconfitto dalla vita e da se stesso. Combatterà un solo triste ultimo match, a Barcellona nel 2008: sconfiggerà Orlando Jordan, conquistando il massimo titolo della Nu-Wrestling Evolution, che renderà immediatamente vacante.
Il resto è storia recente: la pace con Vince McMahon dopo anni di odio, l'introduzione nella WWE Hall of Fame il 5 aprile 2014, l'apparizione il giorno successivo a WrestleMania XXX e il lunedì il Guerriero sale sul ring di RAW per rivolgersi ai fans in un discorso a dir poco delirante, quasi profetico. Fans peraltro in delirio, segno che, nonostante gli anni lontano dai riflettori, restava uno dei personaggi più amati in assoluto. E il giorno dopo la notizia della sua morte a causa di un attacco cardiaco. Ricordo di aver fissato a lungo lo schermo del cellulare, stupidamente pensando ma ieri era vivo, l'ho visto!, come se fosse un vecchio amico e come se il fatto di averlo visto vivo in tv il giorno precedente potesse essere garanzia di chissà quale sorta di immortalità. Il fatto è che per me The Ultimate Warrior era una specie di supereroe, che, essendo sparito dalle scene per lunghi anni, non era nemmeno invecchiato. E poi quel discorso a RAW, sembrava davvero avesse parlato con gli spiriti e che loro gli avessero annunciato l'imminente morte, dandogli però la possibilità di accomiatarsi dai suoi fans in grande stile. E ora che mi guardo il tatuaggio sul braccio sono davvero convinto che, sì, lo spirito del Guerriero Definitivo vivrà per sempre.
Per oggi è tutto! Appuntamento con Hot Rod! al mese prossimo.
I have wined and dined with kings and queens and I've slept in alleys and dined on pork and beans.