Dopo diverso tempo, rieccoci cari amici di Tuttowrestling.com con un nuovo numero dell’Impact Planet, l’editoriale curato da “The REAL Messiah” & Your Inspiration, Aldo Fiadone.
Potete recuperare tutte le analisi più dettagliate del PPV all’interno dell’episodio 135 del Pro Wrestling Culture, il podcast disponibile su Tuttowrestling.com, Radio Libera Tutti e openwrestlingtv.
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Una fascia oraria non propriamente comoda e la concorrenza della sua, ormai ex, collaboratrice chiamata AEW non hanno fatto molto comodo alla ex TNA e la sua WrestleMania.
Un PPV che, come ogni anno, deve tirare le somme e far capire a che punto è la federazione canadese.
Nonostante la conclusione dell’alleanza con la All Elite (che nulla ha dato a Impact), il gruppo capitanato da Scott D’Amore dimostra ancora una volta la propria bravura nella gestione delle cose.
Il debutto delle IInspiration è un ottima chiave mainstream perché, per quanto le due pecchino sul ring, sono sicuramente le regine dell’intrattenimento e al wrestling serve anche questo.
Il progresso prosegue con la proclamazione di Trey Miguel come X-Division Champion. Dopo anni di rincorsa, giunge finalmente una vittoria titolata e una difesa contro Rocky Romero.
Questo giovane ha un talento invidiabile, il momento è meritato così come è meritata anche la vittoria di Mickie James che completa il ciclo di redenzione ai danni di una Deonna Purrazzo dominante per un anno e mezzo.
Un ciclo si apre, un altro si chiude solo temporaneamente e un altro ancora si chiude in via definitiva con Christian Cage arreso contro un Josh Alexander splendente in ogni sua forma.
“The WalkingWeapon” è l’uomo adatto non solo per essere un volto, bensì per alzare l’asticella del lottato contro qualunque avversario.
La sua gloria arriva, ma il tempo di festeggiarla è ridotto dal vincitore della Call Your Shotm da colui che si è visto strappare il momento prima da Omega e poi da scelte dovute sempre alla collaborazione con la AEW.
Moose sale sul ring, strappa il sogno a Josh sotto gli occhi di sua moglie e suo figlio saliti precedentemente sul ring per festeggiarlo. Rompe il momentum e porta in scena un heel puro, perfido, menefreghista, opportunista, un cattivo vero che mancava… forse mancava da quando Sami Callihan attaccò brutalmente Melissa Santos prima e Tessa Blanchard poi, o forse dai tempi della Immortal con lo splendido finale di BFG e la venuta di “Loro” nel 10.10.10.
Impact non ha bisogno della AEW, Impact e i suoi dipendenti necessitano di lavorare bene, con dedizione e sacrificio. Perché il buon lavoro verrà sempre ripagato e delle volte (forse molte in effetti) non serve dichiararsi pubblicamente una concorrenza per essere definita tale.
Bound For Glory è stato un evento memorabile con il giusto tasso di qualità , un pacchetto di poco dietro a Slammiversary e Rebellion, ma valido ai fini dell’intrattenimento puro che ogni vero fan di pro wrestling cerca. Guardatelo.