GPOrder #96 – Divas Involution

GPOrder #96 - Divas Involution

Purtroppo sempre più sporadicamente (ed assai più raramente di quanto vorrei) è il momento di tornare a tormentare voi fedeli lettori, numeri alla mano non ancora stufati dai deliri ipercritici di questo fan di ormai vecchissima data. E questa volta direi di farlo con l'ennesima, almeno per ora, gigantesca occasione persa da parte della WWE, chiamata Divas Revolution.


Pensavate che i fasti dell'Invasion, del Nexus e di tante altre pagine potenzialmente esplosive ed a consuntivo disastrose fossero finite? Assolutamente no, perché, ripeto almeno per il momento, questa rivoluzione trasformata in involuzione si sta meritando ampiamente l'ingresso in questo ristretto club, quello delle occasioni d'oro buttate.

Prendiamo gli elementi di partenza: una fortissima attenzione negli Stati Uniti verso lo sport femminile, grazie al trionfo della nazionale di calcio ed all'ennesima incredibile vittoria della Rousey, con in più un materiale umano a NXT che probabilmente non si vedrà per generazioni: Charlotte, Sasha, Bailey e altre ancora tutte insieme contemporaneamente sono un lusso che ben difficilmente potrà ripetersi. Come sfruttare al meglio tutte queste componenti? L'idea è geniale, un bel passaggio in massa nel main roster ed una Divas Revolution, ovvero sovvertire sia le gerarchie preesistenti sia per quanto riguarda il dominio delle Bella sia più in generale per la considerazione – scarsa- dei match delle Diva all'interno degli show principali della WWE. L'idea è potenzialmente rivoluzionaria, nonché forte di un pregresso a NXT che lascia davvero sperare per il meglio.

Poi però arriva quel fattore, quel qualcosa che già altre volte ha contribuito a distruggere ciò che di buono è stato fatto a NXT. Quella differenza di visioni, di opinioni su come debba essere condotto uno show di wrestling, che porta a snaturare o ridicolizzare quando fatto a NXT in favore della suddetta propria visione, con risultati decisamente disastrosi. Qualche esempio? Bo Dallas, ma soprattutto Emma e Paige in campo femminile. La prima affiancata in un abbraccio mortale a Santino Marella e dunque distrutta dopo aver fatto vedere grandi cose a NXT, la seconda trasformata da Dark anti-diva a timida fanciulletta sin dai primi secondi dell'approdo a Raw, con conseguenze ancora più disastrose. Del resto si è mai vista una Diva che non agisca così? “Altro che Dark, le Diva hanno successo così, ve lo dico io!” si sarà probabilmente sentito nel backstage. Come vogliamo chiamare questo fattore? Uhm… che ne dite di fattore V? E' una lettera assolutamente a caso eh…

Solo che stavolta al già citato fattore V si è aggiunta anche un'altra circostanza letale, vale a dire la tempistica. SI dà il caso, infatti, che in corso ci sia il regno di campionessa di Nikki Bella, un regno lungo, ovvero una occasione da sfruttare per cancellare la reietta AJ Lee dal record di campionessa più longeva. Certo sono d'accordo con voi, proporre anzi imporre la Bella come campionessa più longeva della storia è come dire che lo scudetto del grande Milan sia tutto merito di Sebastiano Rossi in porta, ma volete mettere? Stiamo parlando della diva perfetta secondo tutti i canoni del fattore V, nonché della moglie di John Cena, dunque non esattamente l'ultima delle indifese nel backstage! Le voci circa un intervento dello stesso Cena affinché la fidanzata detenesse così a lungo la cintura sono a mio avviso sciocchezze, ma sarebbe del tutto ipocrita anche non ipotizzare che questa relazione sentimentale non abbia influito nemmeno un po' anche solo indirettamente sulle scelte passate, presenti e future del creative team.

Come si può conciliare la necessità di portare avanti questo regno con quelle di far evolvere una storyline importante come la Divsa Revolution? Non si può, ed infatti non ci si riesce: arrivano i team, nascono tre alleanze, qualche scontro incrociato ma rigorosamente nessun match titolato. Nikki non può perdere, ma contro avversarie così credibili e così lanciate non può nemmeno vincere, pena l'uccisione sul nascere di tutto quanto. Concetto accettabile se compatibile con una durata ragionevole, ma altrettanto deleterio se portato avanti stancamente per settimane. Ecco dunque tutto il fallimento della mortale combinazione fattore V + tempistica:

Il fattore V impedisce che questa rivoluzione sia effettivamente tale: i minuti concessi ai tre beat the clock a Raw sono vergognosi, lo sminuire le atlete sul ring è miserabile se poi si confronta quanto le stesse sono in grado di mostrare a NXT. La possibilità di sfruttare altre potenziali risorse (Nathalya dov'è?) azzerata, e come era facile prevedere Charlotte è molto più “la figlia di Flair” di quanto fosse prima, e non è difficile capire per decisione di chi. La ragazza ha forse bisogno di essere presentata come tale, o forse i mezzi che ha le permetterebbero di imporsi anche senza un cognome così? Lascio a voi la risposta.. la tempistica poi completa la cosa, forzando la rivalità a restare statica, a non poter andare oltre match che anticipato il grande scontro, semplicemente perché come detto il grande scontro non s'ha – ancora – da fare.

Il pubblico poi ci mette del suo con un gelo ingiustificato, che però inevitabilmente viene alimentato anche da queste scelte sbagliate. Comica, poi, la retromarcia sul team PCB, costretto di corsa a cambiare nome per non essere confuso con il mondo del porno. Insomma senza mezzi termini un disastro completo: scelte azzeccate zero a fronte di numerose sciocchezze.

E' già tutto perduto dunque? Probabilmente no, perché grazie al cielo tra una settimana sparirà almeno il problema della tempistica, ovvero Nikki avrà battuto il record e potrà finalmente anche abdicare o quantomeno mettere in discussione il titolo. Resta però il fattore V, quello più difficile da debellare, perché legato ad una concezione del wrestling vecchia, che ha ovviamente dato i suoi frutti in passato ma che forse oggi avrebbe bisogno di mettersi in discussione, comprendere le buone idee che vengono dagli altri e saperle accogliere per come sono, senza snaturarle o stravolgere. Non si tratta di cambiare modello di business, né la WWE potrà mai pensare di fare sì che sia NXT il suo modello di riferimento anche per i prodotti principali, ma questo non significa che le buone idee create, sviluppate e rese vincenti proprio a NXT non possano integrarsi nel main roster così come sono, trovare il loro successo senza ritocchini, aggiustamenti, cambiamenti che in una marea di casi invece di giovare hanno rovinato tutto. E quando ci si punta, infine, va fatto con coraggio, altrimenti si buttano davvero occasioni non d'oro, di platino: citofonare a casa Owens per conferme..

Succederà? La Divas Revolution potrà avere il suo secondo inizio, di tutt'altra qualità e rendimento rispetto a questa prima falsa partenza? Purtroppo temo sia molto difficile, il fattore V non si cambia dalla mattina alla sera, ma anche questa volta, anzi più di molte altre, sarà un vero peccato.

Scritto da Giovanni Pantalone
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