GPOrder #91 – Imbarazzante

GPOrder #91 - Imbarazzante

Imbarazzante: è il solo, unico, immediato termine che mi è venuto in mente ascoltando il promo di Roman Reigns sommerso dai cori a favore di Daniel Bryan. Sarà pure valso l'inizio della sua scalata ed il suo primo grande trionfo in WWE, ma sono sicuro che ormai anche lui starà ampiamente maledicendo quella dannata Royal Rumble a Gennaio.


Già allora non fu difficile prevedere come lo scellerato copione di quella serata sarebbe stato un fardello pesante sul suo groppone, e già un paio di numeri fa non avevo esitato a definire “irreparabile” il danno; ebbene tutto ciò che sta accadendo non fa altro che confermare e rafforzare la mia previsione. La situazione è dunque palesemente insostenibile, spietata perché mette a nudo tutti i difetti di Reigns senza offrire più alcun tipo di scudo per attenuarli.

Lo sfidante per il titolo a Wrestlemania non è infatti né meglio né peggio del wrestler che è sempre stato: pochi conferiscono una immagine di potenza più di lui, molti hanno un carisma maggiore, molti hanno capacità al microfono migliore, e così via per qualsiasi caratteristica vogliate citare: tecnica, agilità, originalità del personaggio… tutto uguale, nessun evento ha cambiato alcunchè. Nel suo complesso si trattava di caratteristiche tali certamente da non potergli permettere, almeno al momento, di scalzare altri atleti più apprezzati e tifati di lui, ma sicuramente di “tollerarlo”, eventualmente non condividendo la scelta di un push del genere ma nei limiti del lieve disaccordo, non del totale e rumoroso dissenso di queste settimane. Anche prima di tutto questo ad esempio ho sempre ritenuto Ambrose un wrestler decisamente più completo di lui, Rollins idem, ma parlare di push scandaloso no, era troppo e sarebbe stato ingiusto.

Poi però arriva il fattaccio, le modalità di quella vittoria, che ancora oggi gridano vendetta. Il pubblico non gradisce, non può gradire quello schifo di Rumble, e comincia a fischiarlo. Ecco che cosa cambia davvero, il contesto che c'è attorno a lui: se le sue qualità potevano bastare se non ad eccellere quantomeno ad essere accettato e visto in ottica comunque positiva, oggi l'esasperazione massimizza tutti i suoi difetti. Ed il risultato è ovviamente distruttivo: se un atleta già di suo non eccelle nei promo, quanto peggiorerà il tutto essere palesemente contestato durante il promo stesso?

Per uscire da situazioni come queste servono doti speciali, e naturalmente non tutti possono averle o avere la fortuna di disporre di un'arma pronta all'uso. Cena ha avuto la solita accoglienza lunedì, ma alla fine del promo aveva molto, molto più pubblico dalla sua parte. Come? Semplicemente perché aveva dalla sua l'arma del patriottismo, e perché per sfruttare queste armi bisogna essere John Cena, non Roman Reigns!

Ulteriore aggravante dell'intera vicenda è che sulle fondamenta distrutte dalla Rumble non era stata costruita, una casa, bensì un grattacielo: Roman Reigns non deve (o avrebbe dovuto? Ne parleremo fra poco) solo vincere il titolo della WWE, deve battere Brock Lesnar, deve dunque in qualche modo essere migliore di un Undertaker a Wrestlemania, migliore di un John Cena distrutto a Summerslam, deve insomma essere molto, molto più credibile perfino del Batista che anni fa si ribellò all'Evolution. Con che coraggio un wrestler in così palese difficoltà può davvero riuscire oggi, con il contesto che suo malgrado si è venuto a creare, a fare questo? Che tipo di performance incredibile dovrà fare, considerato il credito di partenza prossimo allo zero, per dimostrare di essere degno di battere colui che ha chiuso la streak, colui che ha stravinto a Summerslam, colui che semplicemente al momento – ed a pieno merito – è dipinto come l'atleta più forte e dindistruttibile forse di tutta la storia della WWE? Semplicemente non può, non ci sono santi o Vince che tengano.

Dunque ammesso e non concesso che la WWE voglia rimediare a questo pasticcio creativo le alternative sono due: Reigns non può vincere o quantomeno non può farlo così.

Per non vincere ovviamente dovremmo assistere ad una conferma di Lesnar, ma chiaramente questo scenario è ipotizzabile se e soltanto se Lesnar deciderà di non lasciare la federazione e sempre se il buon Vince accetti per il secondo anno di fila, evento più unico che raro, di rivedere dei piani palesemente voluti da lui e palesemente sbagliati. Cambia la forma, ovvero quest'anno il problema è più il come che il chi, ma il risultato è analogo. L'opzione Rollins è influenzata analogamente da quest'ultimo punto, perché qualora Seth dovesse incassare dovrebbe farlo alle spese del nuovo eroe, ovvero in aperto contrasto con i già citati piani.

La possibile alternativa è rivedere la forma e non la sostanza, vale a dire quello che sarebbe la naturale evoluzione creativa di una situazione del genere: Reigns diventa heel, magari unendosi all'authority, vince la cintura da cattivo e porta a casa cintura e soprattutto nuova linfa al suo personaggio, del tutto irrecuperabile mantenendo la situazione attuale. Economicamente non è John Cena, un suo turn non è finanziariamente inimmaginabile ed impercorribile, ma ancora una volta significa andare contro ai grandi piani della grande mente. Fattibile? Ipotizzabile? Francamente ne dubito, ma spero vivamente di smentirmi.

Purtroppo però queste sono solo ipotesi, la sola certezza è che continuando imperterriti sulla stessa strada i risultati, si fa per dire, si stanno vedendo tutti: la settimana scorsa le poche cose interessanti di Raw erano il promo di Sting e quello di Wyatt, questa settimana ancora Sting e l'intervista a Lesnar, che ha dimostrato qualora ce ne fosse ancora bisogno la spaventosa differenza di spessore fra i due main eventer di Wrestlemania. E il main event? Fatta dieci la costruzione di Wrestlemania la sua quota arriveràsi e no a due o tre, e solo grazie al lavoro di Heyman: troppo, troppo, troppo poco. Cosa accadrà fra due settimane con queste premesse? Semplicemente due possibili reazioni del pubblico: una rabbiosa stile Wrestlemania XX, una del tutto apatica stile Wrestlemania XXIX. Entrambe furono letali per i rispettivi match, ma paradossalmente la seconda è perfino peggiore della prima, perché seppellirà nel dimenticatoio il match, posizionerà altri macigni sulla schiena del giovane rampollo e peggiorerà una situazione probabilmente già compromessa.

Saranno dunque vere le voci che riferiscono di un Triple H capace di comprendere lo scenario catastrofico cui Wrestlemania rischia di andare incontro, al punto da tentare di convincere Vince a riporre davvero il suo ego e cambiare i piani evidentemente non più adeguati? Difficile dirlo, da un lato sembrerebbe una mossa quasi obbligata per chi ha a cuore le sorti della compagnia dall'altro sappiamo bene che chi invece ha a cuore le sorti di sè stesso non proverebbe nemmeno una manovra così azzardata. Molto come detto dipenderà da Lesnar, ma al momento la sola cosa certa, ribadisco, è che questa strada va assolutamente cambiata, in un modo o nell'altro.

PS
Un risultato veramente storico di questa Wrestlemania è la presenza di un team di commento italiano a bordoring. Non è la prima volta, successe ovviamente anche nella puntata di Raw registrata a Milano, ma ovviamente come dimensione dell'evento è qualcosa di storico, inimmaginabile anche solo qualche anno fa e grandioso. Sinceri complimenti a chi ha lavorato per ottenere questo incredibile traguardo, sperando però al tempo stesso che almeno il 50% del suddetto tavolo non butti nuovamente una occasione forse irripetibile parlandoci nuovamente di Gatto Gattone e Ransie la Strega.

Scritto da Giovanni Pantalone
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