GPOrder #90 – Ma ci credono davvero?

Sono preoccupato. Preoccupato perché al di fuori degli stessi (o dello stesso, rigorosamente singolare?) che hanno determinato questa situazione , non vedo da parte degli altri, da parte di chi potrebbe, una grossa volontà di fare il possibile per cercare di migliorarla. Quale situazione? Chi sono gli altri? Chi sono gli stessi o lo stesso? Dai che è facile arrivarci… Wrestlemania, main event time.
Tutto è partito da una considerazione estremamente semplice: ma io, come normale appassionato di Wrestling, mi sto divertendo di più a seguire questa road to Wrestlemania quest'anno o l'anno scorso o gli anni precedenti? Anche la risposta è estremamente semplice ma al tempo stesso disarmante: non scherziamo, dieci, cento, mille volte meglio l'anno scorso! Emblematica in tal senso è l'ultima puntata di Raw, della quale “salvo” esclusivamente il segmento di Sting e quello di Bray Wyatt, ovvero entrambe cose che certamente si riconducono ai due incontri a Wrestlemania a mio avviso più interessanti, ma che naturalmente nulla hanno a che fare con il main event.
E chi al main event dovrebbe prendere parte? Ecco l'elemento più preoccupante che mi ha portato alla considerazione iniziale: non pervenuto! Ed a mio avviso per ragione diverse, anzi diametralmente opposte.
Roman Reigns non è pervenuto semplicemente perché suo malgrado è entrato in un vortice molto più grande di lui: la reazione del pubblico verso di lui è e resterà mista nel migliore dei casi, e se perfino uno con il carisma di John Cena ha avuto i suoi seppur sporadicissimi problemi a gestire questa cosa come può non averli anche lui, molto più evidenti e molto più frequenti? Reagire alla Cena? Ignorare? Fare la faccia cattiva sperando nella controreazione? Boh.. non lo sa lui e non lo sa chi gli dice che cosa fare. La sua è una situazione difficile, come già detto di non facile soluzione, il tutto alla viglia del momento più importante di una intera carriera. Comprensibile, dunque, che non possa essere lui a fare più di tanto.
Ben diverso è il discorso per Brock Lesnar e Paul Heyman. Fino alla fine non sapremo mai con certezza se l'attuale campione della WWE resterà nel mondo del wrestling o tornerà in UFC, ammesso che lo abbia già deciso. Ciò che però è innegabile è la differenza di atteggiamento fra il Lesnar di qualche mese fa e quello attuale. La frequenza delle apparizioni era assolutamente la stessa, eppure paragonate la differenza fra la preparazione al match della Royal Rumble e questa: vi sembrano la stessa cosa o piuttosto come me non vi è sfuggito un Lesnar decisamente meno carico, meno motivato, meno desideroso di fare bene per sé stesso e per i suoi avversari? Anche alla Rumble le voci che parlavano di UFC c'erano, anche alla Rumble abbiamo tutti speculato su un vistoso caso di peso di Lesnar come un possibile allenamento in vista di un rientro nelle mixed martial arts, eppure guardate che differenza nella costruzione, e pensate per logica proporzione che differenza ci potrà anche essere nell'incontro vero e proprio fra l'eccellenza assoluta vista alla suddetta Rumble e quello che ci aspetta.
L'impressione è quindi quella di un Lesnar assai meno motivato, indipendentemente dalla causa. Sarà il pensare già eventualmente al suo futuro lontano da qui? Sarà al contrario per le dispute in corso per il rinnovo contrattuale? O Semplicemente sarà perché non ritiene Reigns un avversario degno? Non lo so e come me credo non lo sappia nessun'altro al di fuori di lui, ma l'impressione di vederlo dare meno del 100% resta.
Un discorso con diverse analogia può essere fatto per Paul Heyman. Intendiamoci, qualsiasi elemento positivo vogliate trovare in questo feud è riconducibile a lui. Qualsiasi tentativo di rendere credibile Reigns come sfidante è riconducibile a lui. Qualsiasi tentativo di conferire a questo match una epicità che non ha e non potrebbe avere è riconducibile a lui. Senza Heyman, dunque, la situazione sarebbe decisamente peggiore di quella attuale. Ciò premesso anche riguardo il buon Paul ho avuto però l'impressione che sia lui il primo a non “crederci” a sufficienza (e dagli torto aggiungerei!). Ricordate qualche settimana fa il folle discorso sul fatto che avrebbe scommesso per Reigns anche contro Sammartino, Austin e campioni di questo livello? Quanto vi è sembrato credibile non in senso assoluto ma con se stesso Heyamn mentre diceva quelle frasi? Quanto credeva Paul in quello che stava dicendo? Assumendo che ben difficilmente quel discorso gli sia stato scritto e men che mai imposto, il suo tentativo era un jolly dal cilindro per cercare di creare hype o piuttosto una esagerazione voluto per mandare velatamente qualche messaggio?
Lo riconosco, sono ipotesi non provabili, eppure anche nei promo più recenti ho avuto la stessa impressione. Certo parla di Reigns, della tradizione della sua famiglia, insomma fa il suo dovere o fa vedere di farlo con scrupolo, ma sarà un caso che il grosso del focus sia ben più incentrato su Lesnar, perfino ironizzando o quantomeno citando apertamente il possibile scenario UFC? La teoria del sottoscritto non cambia, ovvero velati messaggi senza mai entrare nell'esplicito, lasciando quella soglia di interpretabilità tale da metterlo al riparo da qualsiasi critica o rimprovero interni. E anche qui il paragone con altri feud precedenti, su tutti ad esempio quello fra Lesnar e Cena prima e dopo Summerslam, mi portano a pensare in ogni caso ad un Heyman diverso, che crede meno, inconsciamente o meno, a quello che sta facendo.
In ogni caso, ipotesi sensate o teorie del complotto, considerazioni condivisibili o bollate come sciocchezze, sta di fatto che innegabilmente al momento il maggior interesse per tanti appassionati è altrove, nei match che ho già citato e magari anche nei riempitivi per chi non ha trovato uno spazio migliore, vedi il ladder match per il titolo intercontinentale. E non è un bene né dal punto di vista creativo né per chi da questa strada deve uscirne da nuovo volto di punta della compagnia; anche l'imposizione può avere un limite, anche l'imposizione a volte ha fatto passi indietro, anche l'imposizione rischia di non poter più fronteggiare l'evidenza.