GPOrder #89 – Un danno irreparabile

Dobbiamo sinceramente toglierci il cappello di fronte a chi qualche anno fa ha creduto in quei tre ottimi prospetti emersi da NXT, dando loro la possibilità di emergere creando la gimmick dello Shield. Uno di loro si è rivelato un atleta con un carisma sconfinato, capace di cogliere l'eredità dei giorni nostri di un mostro sacro come Rowdy Roddy Piper e far venire giù le arene, ed un altro grazie ad un eccellente turn a heel e capacità sul ring come pochi altri ha saputo guadagnare giorno dopo giorno una credibilità sconfinata, che lo ha reso un capitale sul quale la federazione può puntare con assoluta fiducia.


Il problema è che nel main event di Wrestlemania ci andrà il terzo…

Non era lo stesso caso di Batista, la reazione del pubblico questa volta non poteva far cambiare i piani ed infatti non lo ha fatto: Roman Reigns a valle di Fastlane esce confermato (e rafforzato? Ne parleremo..) come sfidante di Brock Lesnar a Wrestlemania, e per Daniel Bryan si cercherà qualcos'altro, con buona pace di chi avrebbe voluto il secondo ripensamento consecutivo da parte della WWE come accadde esattamente 12 mesi fa.

Guai, tuttavia, ad illudersi che l'incontro di Fastlane abbia legittimato il number one contender al punto da convincere definitivamente tutti coloro che a partire dalla Royal Rumble hanno iniziato a fischiarlo. Qualcuno magari avrà cambiato idea, potremo vedere in alcune occasioni un pubblico come quello di Memphis diviso (e vergognosamente silenzioso, ma questo è un altro discorso) piuttosto che schierato tutto contro di lui come quello di Philadelphia, ma il danno ormai è fatto, e dubito esisterà nulla che possa ripararlo né nel breve né nel medio periodo.

Ed è francamente un danno enorme, perché in tante altre occasioni la gente ha accettato volentieri personaggi come quello di Reigns, classici “powerhouse” magari meno tecnici e meno carismatici di altri, ma capaci comunque con il giusto contesto attorno di fare grandi cose e conquistare un consenso enorme. Era così diverso, ad esempio, il Batista che si rivoltò contro l'Evolution proprio per prendersi, meritatamente, il main event di Wrestlemania contro Triple H? Assolutamente no, ma purtroppo era diverso il contesto, ciò che è stato fatto per lui, un lavoro egregio che qui non si è assolutamente ripetuto, a partire proprio dal peccato capitale, ovvero la Royal Rumble.

Fastlane ha infatti ritardato, con clamorosa colpevolezza, semplicemente quello che avremmo dovuto vedere proprio in occasione della rissa: immaginate un finale senza gli impresentabili Big Show e Kane, bensì con Daniel Bryan e lo stesso Reigns a giocarsi la vittoria finale. Aggiungete altri ingredienti che avete visto a Fastlane, ovvero uno scontro fra i due con molti minuti, gli stessi ad esempio di quelli che furono dati a Shawn Michaels ed Undertaker nel 2007, ed infine condite la ricetta con un finale sufficientemente incerto o comunque tutto sommato protettivo verso lo sconfitto. Il risultato finale sarebbe stato estremamente diverso: sarebbe stata una minoranza a fischiare, tutti gli altri sarebbero rimasti contenti dell'ottimo match visto e non avrebbero affatto lanciato quella che oggi potrebbe diventare, o meglio è già diventata una moda, e dunque del tutto indipendente da cosa farà Reigns e da cosa faranno i booker per lanciarlo. Certo non avremmo potuto vedere Rocky salvarlo da quegli orribili e soprattutto credibili cattivacci dell'authority: sai che perdita…

E se c'è una costante nel wrestling di oggi questa è proprio l'impossibilità di cancellare le mode: Cena si è beccato razioni di fischi anche in momenti della sua carriera dove non ne avrebbe meritato alcuno, Kurt Angle si è beccato i cori “you suck” sulla sua theme perfino quando era uno dei face più amati della compagnia, e potrei continuare a lungo con tanti altri esempi. Il danno, dunque, è a mio avviso enorme, praticamente irreparabile.
Senza contare, e qui si che invece emergono i limiti del lottatore, che non vedo alcun tipo di caratteristica che possa consentire a Reigns di “rimontare”, ovvero convincere gli scettici sul suo valore, sul fatto che meriti il posto che la compagnia ha individuato per lui. Brock Lesnar, ad esempio, ha saputo “riprendersi” il rispetto con le cattive: la sua situazione di part-timer, di campione ad uno e consumo di sé stesso e delle sue comodità, avrebbe potuto giocare un ruolo pericolosissimo con molti altri, ma lui è riuscito nonostante questo a chiudere la bocca anche al critico più smart. Come? Semplicemente mostrando la bestia che è sul ring, interpretando al meglio, come nessun altro avrebbe potuto, il ruolo definito per lui. Deve annientare Cena? Ditemi chi lo avrebbe fatto meglio… deve semplicemente fare un grande incontro? Guardate la Rumble! Deve rendere speciale ogni sua apparizione a Raw? Detto e fatto. Reigns ha le caratteristiche per fare tutto questo? Ahimè no, ed in parte lo ha dimostrato a Fastlane, dove pur con il non indifferente aiuto di Daniel Bryan è riuscito al più a mettere in piedi un incontro discreto, ma non certo a dare la dimostrazione di essere quel treno inarrestabile in grado davvero di porre fine al lungo regno del pupillo di Paul Heyman.

Ecco l'anello mancante, ciò che clamorosamente non si è visto nella Rumble: un wrestler che gioca sulla potenza per conquistare il pubblico ha bisogno di dare l'immagine della forza invincibile, di colui che può travolgere senza essere fermato da chicchessia. Ci riuscì il già citato Batista, ci riuscì Ultimate Warrior anni e anni fa, ci riuscì Goldberg in WCW. Ci sta riuscendo Reigns? Purtroppo no, e non necessariamente per esclusivi suoi limiti, visto che anche i nomi appena citati avevano sul ring difetti di tecnica e/o di carisma, nel loro caso però sapientemente “nascosti”. Il risultato, dunque, è che il main event dell'edizione numero trentuno di Wrestlemania è una delle scelte più rischiose mai prese dalla WWE dal punto di vista creativo. Sia ben chiaro solo creativo, perché commercialmente la federazione non rischia assolutamente nulla e come al solito i dati economici lo dimostrano, ma come detto dal punto di vista creativo si è scelto di affidare la conclusione dello show più importante dell'anno ad una indiscussa ed indiscutibile superstella che però potrebbe andarsene già 24 ore dopo, ed una giovane promessa che ha pagato scelte incomprensibili che per ora non hanno compromesso il suo push, ma che sicuramente hanno compromesso il suo rapporto con il pubblico, che certamente in California sarà assolutamente diverso, e molto più severo di quello di Memphis. Con tutte le conseguenze che potete facilmente immaginare.

https://www.youtube.com/v/PknxpsLf0BU
(un ringraziamento a Piermatteo Bruno per avermi segnalato il video)

Giovanni Pantalone
Giovanni Pantalone
Super appassionato di wresting dagli inizi degli anni 90, al punto da vedersi, tra WWE e Impact, una trentina di Pay Per View e show televisivi dal vivo in giro per il mondo. Si occupa da sempre di tutta la parte tecnica del sito, compresa la App e la gestione del Forum, ma non disegna sporadici editoriali e comparsate nei podcast.
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