GPOrder #67 – Finally the network
Che il grande annuncio riguardasse il WWE Network lo sapevamo tutti, visto che il progetto era tutt'altro che segreto e dunque le anticipazioni potevano essere non soltanto tante, ma anche dettagliate e precise. In ogni caso di fatto oggi è ufficiale, il Network esiste, è composto in un certo modo, e sarà disponibile a brevissimo a meno di accorgimenti aggiuntivi (es. la disponibilità su tutte le piattaforme previste ed in altri paesi) che ritarderanno l'avvio per un sottoinsieme più o meno vasto di utenti.
Circa il suo funzionamento ed i suoi contenuti c'è ben poco da dire, il buon Erik Ganzerli ci ha già spiegato tutto e nei minimi dettagli. Ciò che resta da fare è dunque analizzare criticamente proprio questi dettagli, capire quali sono le positive conferme, quali le piacevoli sorprese, cosa è lacunoso e dunque se e come questa iniziativa della WWE potrà avere successo.
A (very) good factor: priceless
Non sappiamo se e quando anche noi italiani potremo abbonarci, dunque per il momento dobbiamo fare riferimento ai prezzi statunitensi, che però sono davvero al momento un crack: praticamente la promozione iniziale è di dieci dollari al mese per sei mesi, vale a dire un prezzo eccezionale, per un prodotto che per un appassionato vale infinitamente di più. Di fatto anche chi volesse acquistare anche solo wrestlemania tramite il canale tradizionale paga lo stesso prezzo di chi con il Network compra di fatto 6 pay perview al prezzo di uno, più tutto il resto della programmazione del network stesso! Chiaramente il prezzo potrebbe essere solo promozionale, ed al termine dello stesso periodo aumentare, tuttavia al momento non c'è la minima discussione circa il fatto che abbonarsi sia una scelta assolutamente obbligata per gli appassionati e molto molto appetibile anche per i meno occasionali. Quando da adolescente leggevo una recensione di un videogioco particolarmente positiva sul buon vecchio The Games Machine la conclusione più classica era correte subito a comprarlo!, ebbene credo che a queste cifre la frase sia assolutamente da utilizzare anche qui.
A good factor: the (huge) content
Vogliamo parlare della libreria a disposizione, peraltro addirittura on demand sebbene ovviamente con un costo a parte da definire? Hanno detto tutti tutti! i pay per view di WWF/WWE, WCW e ECW, show televisivi. Immaginate di poter scegliere al momento se vedervi il clamoroso turn di Hogan per formare la NWO o l'insensato volo di Mick Foley a King of The Ring, o ancora l'eterna Royal Rumble vina da Ric Flair, la vostra edizione preferita di Wrestlemania o quelle più vecchie che non avete mai visto, l'incredibile lancio delle sedie del pubblico della ECW, un bel Sabu vs Rob Van Dam che non guasta mai, o se proprio volervi fare del male fisico suggerisco Wrestlemania 11 o i ppv di Smackdown dell'era dei ppv divisi.. ed ho citato meno dell'1% di quello che è a disposizione! Semplicemente incredibile.. è come se un appassionato di una squadra di calcio avesse a disposizione un canale dove vedere tutte, ma dico tutte le partite di quella squadra di trent'anni a questa parte.
Circa invece il contenuto inedito poco da dire, è chiaro che c'è tanta roba e dunque non tutta sarà di chissà quale livello o potrà piacere a tutti, ma se c'è una cosa che la WWE ha dimostrato in questi anni è la capacità di produrre materiale televisvo di quantità e qualità non raggiungibili da nessun altro, nessuno. Con il moltiplicarsi delle piattaforme e degli show televisivi è impressionante quanto la WWE sia in grado di produrre, eppure ci riescono, senza alcun tipo di problema e senza alcun compromesso qualitativo. Ovviamente per qualità intendo quella televisiva: inquadrature, post-produzione, commento, backstage e così via.. sulla qualità del prodotto in senso stresso, alias storyline, personaggi, qualità del wrestling il discorso è chiaramente infinitamente più variabile, ma come sappiamo si potrebbero scrivere decine di editoriali su questo. Tornando al tema, dunque, il network non appare una sfida impegnativa in termini di quanto produrre e come, non per la WWE di oggi.
Anothe good factor: it's business
La storia di Vince McMahon da un punto di vista affaristico è da sempre caratterizzata da una serie di fallimenti che tuttavia impallidiscono di fronte al sì unico, ma mastodontico successo. Esempi classici sono la WBF per il bodybuilding e la XFL per il football americano estremo, progetti annaffiati di dollari e falliti miseramente. Non il wrestling, però, lì abbiamo visto alti e bassi, guerre con altre compagnie, numeri che magari sono anche in costante tendenza negativa per ragioni varie, ma di certo non si può dire che quello non sia stato e non sia tutt'oggi un business a dir poco vincente. Il Network rientra ovviamente in questo settore di business, quello dove Vince e soci di colpi ne hanno persi ben poco nel corso della storia, dunque le premesse per essere ottimisti e non pessimisti francamente ci sono tutte. Con questo non voglio dire che il reality delle leggende sarà un bello show, anzi sono discretamente terrorizzato, bensì semplicemente che ad avviso del sottoscritto questo giocattolo non rischia a priori di fare la fine della XFL.
Inoltre, di fatto gli altri principali introiti della federazione o non sono intaccati (vedi i contratti televisivi per Raw e Smackdown, assolutamente inalterati) o lo sono in maniera molto marginale (vedi la vendita dei pay per view sui canali tradizionali, ancora disponibile negli Stati Uniti ed all'estero ed al più intaccata dal fatto che per risparmiare si possa abbonarsi al network e vederli via web piuttosto che tramite la TV tradizionale). In soldoni significa che un eventuale fallimento certo implica soldi non guadagnati ed anzi soldi persi, ma di certo non una rovina a prescindere per la WWE o per l'intero business (che poi ormai i due concetti sono del tutto identici..)
However..
Tuttavia è bene non dimenticare anche quelle che sono le considerazioni non positive che possono arrivare dopo questa presentazione, a cominciare ovviamente dal fatto che il progetto non soltanto sia partito enormemente in ritardo, ma di fatto costituisca un ridimensionamento dell'idea iniziale. E' un canale tematico della sola WWE e di solo Wrestling, vero, ma certamente non ha a disposizione quella piattaforma di distribuzione, alias TV via cavo o in ogni caso distribuzione più tradizionale rispesso al web, che si sperava potesse avere all'inizio. Per intenderci non è l'NBA TV, non è lo Juventus Channel, non è nulla del genere, è un qualcosa di fortemente minore, e questo per chi sognava più alto è indiscutibilmente una sconfitta.
Then?
In sintesi pur con evidenti elementi di potenziale successo che non mancano, può tuttavia restare il dubbio, legittimo come ogni prodotto innovativo, circa le possibilità di riuscita del progetto network. Capiremo poi se si tratta di una strategia iniziale o continuativa, ma è chiaro che con questi prezzi, la WWE per far vivere questo progetto vuol puntare tutta sulla quantità, sul numero di possibili abbonati, il che vuol dire o fidelizzare un buon numero di utenti ora e poi rivedere i prezzi secondo una logica più tradizionalista oppure, come del resto penso oltre che spero, adottare un approccio totalmente diverso su quello sempre avuto, vedasi as esempio i Pay Per View negli States, che sono venduti a cifre assolutamente diverse.
Chiaramente è un prodotto che va verso un settore di mercato ancora agli inizi, quello della TV via web, che da noi ad esempio è appena partito (e già funziona male, provate a vedere un evento importante su SkyGo e poi mi dite..), ma che comunque anche in America ha ancora un mercato limitato, seppur in chiara espansione. Sarà una scommessa vincente? Difficile a dirsi.. di sicuro economicamente può essere un fattore positivo ed i rischi sono al più di immagine. Considerate infatti che il costo per l'intero Network non è elevato, visto che di fatto c'è da pagare solo la banda ed i vari costi sostenuti dal provider (che ovviamente ha un accordo commerciale, non sono spese dirette della WWE) più le produzione aggiuntive apposite per il network, ovvero quasi zero considerato che i web show esistono già e soprattutto i contenuti principali sono comunque già prodotti e dunque i relativi costi non aumentano. Dubito che stipendiare a gettone qualche leggenda, pagare qualche extra a Michael Cole e soci più altre spese varie siano un colpo al cuore al bilancio di casa Stamford..anzi quale miglior modo per valorizzare anche economicamente la già citata sterminata videoteca a loro disposizione?
Ecco perché tutto sommato il rischio come detto è prevalentemente d'immagine, un colpo ad un mercato recentemente già minato da recessione, flessione costante del prodotto ed evoluzione di tutta la nostra società. Se invece l'idea dovesse rivelarsi positiva potrebbe invece essere una svolta? Probabilmente, considerando soprattutto come il mercato non sia affatto statico o saturato, ma anzi in esponenziale incremento, forse il futuro stesso dell'intrattenimento domestico.
La scommessa è estremamente interessante, seppur come detto ridimensionata rispetto alle ambizioni iniziali, ed è ovviamente interesse di tutti noi e tutto il movimento che possa rivelarsi vincente. Da un punto di vista qualitativo, come detto, per un qualsiasi appassionato di alto o medio livello a queste cifre e con questa offerta è un must-have, tanto che spero davvero possa arrivare a stretto giro anche nel nostro paese.