GPOrder #38 – 365 (too) long days

La classifica dei più lunghi regni da campione in WWF/WWE è chiaramente una strada a tante corsie, dove compaiono nomi che inevitabilmente hanno corso in condizioni completamente diverse gli uni dagli altri. E' come quando si paragona il numero di reti dei grandi attaccanti del passato con quelli di oggi, ovvero di atleti che giocavano un numero di partite enormemente inferiore rispetto alle competizioni attuali. L'offerta televisiva è diversa, la domanda del pubblico è diversa, tutte le condizioni a contorno sono diverse, e dunque è inevitabile che anche le conseguenze siano diverse. Anche nel Wrestling, dunque, sono drasticamente aumentate le competizioni: molti più pay per view, molti più show televisivi che impongono livelli qualitativi alti, fattori che hanno portato a due conseguenze immediatamente riscontrabili da chiunque: si vincono molte più cinture, ma per molto meno tempo.
Guardiamo infatti il numero di titoli vinti da gente indubbiamente importante ma che certo non rientra nel ristrettissimo gruppo delle leggende di questo sport: Randy Orton, Edge, Big Show e tanti altri hanno vinto un numero inimmaginabile di volte il titolo WWE o il World Title, molte di più di nomi che nel passato avevano lo stesso blasone se non superiore. Molti in passato addirittura a quella cintura non ci sono mai arrivati, e probabilmente con le stesse caratteristiche oggi ne avrebbero fatto incetta. Di contro un regno si considera davvero lungo quasi nel tempo che venti anni fa passava fra una difesa e l'altra: Randy Savage rimase campione da una edizione di Wrestlemania all'altra, Hulk Hogan ci andava vicino, oggi invece se difendi il titolo per quattro pay per view di fila già si può parlare di un regno di una certa consistenza.
Ogni regola ha però le sue eccezioni, e di eccezioni di questo tipo ne abbiamo avute sostanzialmente tre: JBL, John Cena e CM Punk. Fa un po' caso a parte il primo, rimasto campione per così tanto tempo perché Triple H non voleva lavorare anche il martedì (non è mia, per chi se lo ricorda è parte di un promo al veleno di Paul Heyman durante ECW One Night Stand), alias perché davvero Smackdown (all'epoca la divisione dei due brand era assai più netta) non offriva alternative valide. Restano Punk e Cena, due nomi indubbiamente importanti che sono riusciti nell'impresa di mantenere la cintura per più di un anno, un record tranquillamente equiparabile, tenendo conto come detto delle diverse circostanze, a quanto fatto da Bruno Sammartino.
Ma è un record di cui andare fieri?
Proviamo infatti ad analizzare i due periodi, e scopriremo come non tutto è esattamente proprio rose e fiori. Ad esempio credo che quel lungo regno da campione sia un fardello che Cena porterà per tutta la sua carriera, poiché costituisce una della cause per le quali oggi il pubblico su di lui è quantomeno diviso. A differenza di JBL alternative potevano esserci, ma furono tutte sacrificate pur di costruire quella nuova figura di riferimento capace di trascinare la compagnia, come furono Hulk Hogan prima e Steve Austin poi. Missione riuscita solo a metà, come vediamo quasi in ogni arena. Chiaro che con i se non si scrive la storia, ma chissà se quel regno fosse durato meno (e con meno vittorie considerate immeritate dai fan più smart) oggi come sarebbe la reazione del pubblico al bostoniano..
Per Punk il discorso è stato ovviamente diverso: il wrestler di Chicago è arrivato al titolo tramite una delle più belle storyline degli ultimi anni, ma soprattutto è stato capace di trovare una entità da face pur senza rientrare necessariamente nei canoni più tipici del buono versione TVPG. Un ibrido capace di conquistare l'affetto dei tifosi di tutte le età. Il suo regno è durato, anzi sta durando tanto per gli stessi motivi di quello di Cena? Può darsi, ma la mia impressione, come del resto ho ribadito più volte su queste pagine, è che gli ultimi mesi siano stati un protrarsi della situazione attuale pur di non modificare dei piani già pronti per la road to Wrestlemania. Non che questo sia stato fatto senza idee, anzi, non a caso nel frattempo sono arrivati due fattori di non poco conto come il turn a heel e l'associarsi a Paul Heyman, tuttavia la mia impressione generale resta sostanzialmente immutata.
Sebbene dunque i motivi si sovrappongano solo parzialmente con delle evidente differenze, entrambi sono stati coinvolti in qualcosa che ai giorni nostri è come minimo inusuale, ma che onestamente definirei addirittura come strano o anomalo. Già utilizzare questi aggettivi, nella migliore delle ipotesi non positivi, vi fa capire quale sia la mia opinione: un regno così lungo, nel Wrestling d'oggigiorno, non è mai una buona notizia per chi ne beneficia.
Non è una buona notizia perché inevitabilmente logora l'interesse dei tifosi verso il proprio personaggio, perfino indipendentemente dalle storyline in cui si è coinvolti; spesso poi le due cose sono assolutamente legate, ovvero per protrarre la situazione si deve ricorrere a qualcosa, e non sempre questo qualcosa è in grado di dare i frutti sperati. Paul Heyman per esempio ha dato il suo valore aggiunto, anche se solo recentemente ho iniziato a vedere davvero la sua fantastica mano (quel baloons! a Raw mi ha fatto davvero morire!). Ma ad esempio ricordate la tiritera sul rispetto? In una sola parola, ridondante lungo questo articolo: forzata!
Ecco perché, al di fuori naturalmente di ciò che vediamo on screen, se fossi Punk non stapperei lo champagne per festeggiare. Non solo perché è altamente probabile che fra due mesi sia messo in secondo piano in favore di John Cena e The Rock, ma soprattutto perché in questo momento la sua posizione è figlia del classico periodo di transizione di fine anno, con appunto un logorio che può fargli tutt'altro che bene. Certo lui è un heel e non un face, dunque in una situazione diversa da quella in cui si trovò Cena, ma certo comunque non esattamente rose e fiori.
C'è un modo per zittire il canonico pessimismo di GP? Certo, e questo modo è emerso proprio la scorsa settimana: la nuova stable, fatta da gente giovane, affamata, praticamente pronta per essere guidata proprio da Punk, elemento non nuovo alle stable e che anzi ha dimostrato tantissimo proprio quando è stato posto alla guida di altri. Se non altro perché ha esattamente quella cosa in più che manca almeno da quando è apparso Heyman: la novità, l'idea capace di spezzare il logorio, il fattore nuovo che oggi, più del carisma dei singoli e più delle capacità sul ring, è davvero il primo ingrediente per ottenere successo, rating e quant'altro di buono per questo business.