GPOrder #103 – The Road has (finally) begun

GPOrder #103 - The Road has (finally) begun

In ritardo, decisamente in ritardo, ma la road to Wrestlemania si è finalmente infiammata. Complici una scellerata collocazione temporale di Roadblock (che ha rischiato anche di colpire al cuore Ambrose, ma di questo parleremo dopo) e l'infermeria più affollata della storia della WWE, le rivalità per lo show più importante dell'anno sono entrate davvero nel vivo solo a partire dalla scorsa puntata di Raw, ed in molti casi con ottimi risultati.


Partiamo direttamente con l'argomento più spinoso, vale a dire il Main Event: senza dilungarci in lunghe discussioni sul quanto Reigns meriti questo posto e sul perché sia stato scelto lui e non qualcun altro, a valle di quanto visto lunedì sera la conclusione è che purtroppo le scelte folli e scellerate del passato hanno un prezzo, che viene sistematicamente pagato anche quando non sarebbe il caso. Sono dichiaratamente l'ultimo dei suoi difensori, lo sapete bene, eppure sono pienamente soddisfatto di come è stato gestito il suo ritorno. Roman ha fatto esattamente ciò che è in grado di fare al meglio: zero parole, solo uno sguardo perfettamente riassumibile con un “sono incazzato nero”, una mimica dunque capace di trasmettere la giusta rabbia, e poi un assalto senza se e senza ma, violento, cruento pur con i consueti limiti del PG. In sintesi? Esattamente quanto un personaggio come il suo dovrebbe fare! Non a caso nello Shield era sostanzialmente questo il suo compito, decisamente facilitato dal fatto di avere al fianco due compagni molto più adatti all'uso del microfono. Eppure? Eppure anche quando Reigns fa ciò che deve fare, nulla di più e nulla di troppo, nel migliore dei casi la reazione del pubblico è mista. E tenuto conto che a differenza del caso Cena non stiamo parlando di fattore commerciale imprescindibile, questo potrebbe portare – sicuramente a valle di Wrestlemania però – ad importanti novità.

Novità che potrebbero anche dipendere dal fatto che un possibile cavallo di battaglia come face la WWE potrebbe averlo trovato in Dean Ambrose. Dean esce con le ossa più rotte del previsto a Roadblock, dove ha perso pulito per mano di Triple H, e nel giro di poco più di 24 “switcha” come se niente fosse da una rivalità all'altra, elementi che creativamente potrebbero mettere in ginocchio chiunque. Cosa accade invece? Che, complice ovviamente anche il contesto (imparagonabile il lungo e parzialmente noioso promo di Triple H con la mimica di Lesnar ed il magistrale supporto di Heyman, ed ottimo anche l'innesto di Foley), Dean non esce minimamente scalfito né nella sua popolarità (prevedibile) né (ed era invece tutt'altro che scontato) nel suo status. Servirà come punto di partenza per ottenere qualcosa di più, naturalmente anche qui a valle di Wrestlemania? Difficile dirlo, la WWE del passato ha già snobbato più volte la sua estrema popolarità, ma c'è anche da dire che era la stessa WWE che voleva proporci Lesnar vs Wyatt e Taker vs Strowman, ovvero una compagnia che ha dimostrato tantissima miopia, ma anche una voglia in extremis di raddrizzare una barca pronta ad affondare.

Ultimo per quest'analisi ma non certo per importanza è il match tra Shane e Undertaker, dove il becchino è stato magistralmente inserito come strumento di Vince nella battaglia per il controllo della WWE. Si potrà certamente obiettare dalla prima volta che abbiamo visto una guerra nella famiglia McMahon per il controllo della compagnia sono passati più di quindici anni (!), ma c'è poi davvero da invocare la mancanza di originalità quando l'usato sicuro offre un rendimento così alto? Il ruolo del tutto ambiguo di Taker, chiamato a distruggere Shane ma senza nessuna voglia di essere uno strumento controllato da Vince, la personalità dei McMahon che è davvero impossibile da negare, e soprattutto una enorme incertezza sul risultato: Undertaker perderà nuovamente a Wrestlemania? Per farlo ci saranno delle interferenze esterne, John Cena su tutti? Il ruolo di Shane è solo quello di eccellente tappabuchi per Wrestlemania o davvero la sua presenza si protrarrà oltre, ed al quel punto inevitabilmente con il controllo di Raw? Mai come questa volta è stato scelto l'avversario perfetto per creare più di una incertezza su tutte queste domande, perché qualsiasi altro nome messo contro Shane avrebbe significato un pronostico chiuso a favore di quest'ultimo, mentre scegliere chi a Wrestlemania ha perso una ed una sola volta significa come minimo aprirsi alla possibilità di un finale incerto ed emozionante.

Volendo dunque trarre le conclusioni, in zona cesarini la WWE ha finalmente lavorato per rendere Wrestlemania quello che è, ovvero LO show di tutto questo business. Tardi, con ampie possibilità di fare meglio (Ziggler per l'ennesima volta ha dimostrato il gigantesco spreco fatto con lui) che solo parzialmente trovano nelle tante assenze una scusante, ma nonostante questo mettendo in piedi una card solidissima, con diversi incontri molto interessanti e ben raccontati, che potenzialmente non parte così indietro rispetto alle edizioni del passato, traguardo che solo due mesi fa sembrava a dir poco irraggiungibile.

Personalmente avrò l'onore di poterla vedere dal vivo, e direi che i due precedenti (la buona Wrestlemania 28 e l'eccellente Wrestlemania 30) mi portano a ben sperare. Garantiremo per quanto possibile la stessa copertura di due anni fa, con interventi live, foto, filmati e quant'altro, sperando di riuscire a trasmettervi quell'atmosfera che, credetemi, merita di essere provata anche se il main event fosse un iron man match tra Reigns e John Cena!

Scritto da Giovanni Pantalone
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