All Elite Report #1 – Double or Nothing 2020

Prima edizione dell’All Elite Report che si incarica di recensire il primo PPV della AEW in tempo di pandemia, con arene chiuse e tante difficoltà di gestione. Nella speranza che sia anche l’ultimo PPV che la compagnia di Tony Khan (e non solo lei) dovrà disputare in queste impervie condizioni, vediamo come se la sono cavata con la seconda edizione di Double Or Nothing!
#1 CONTEDER’S TAG TEAM MATCH
PRIVATE PARTY VS BEST FRIENDS: VOTO 6.5
Vincitori: Best Friends
Non è più una novità che la categoria Tag Team della AEW sia di un livello altissimo, forse il più alto nel panorama professionistico statunitense. Anche in una contesa che non offre troppi spot spettacolari, il ritmo è sempre costante e il match risulta anche divertente. Un plauso ai Private Party per la crescita continua (e anche per la G-9 in omaggio alla memoria del compianto Shad Gaspard), ma in questo momento Kassidy e Quen hanno bisogno di un altro po’ di gavetta per arrivare a giocarsi i titoli, in maniera credibile, di una categoria così competitiva.
CASINO LADDER MATCH
FRANKIE KAZARIAN VS SCORPIO SKY VS KIP SABIAN VS DARBY ALLIN VS ORANGE CASSIDY VS COLT CABANA VS JOY JANELA VS LUCHASAURUS VS BRIAN CAGE: VOTO 7
Vincitore: Brian Cage
Un bell’opener, frizzante, con una modalità ad ingressi che lo tiene sempre vivo. Probabilmente il preannunciato ingresso a sorpresa ha levato un po’ di incertezze all’incontro: ci si aspettava un nome importante, che avrebbe verosimilmente vinto. Il debutto in-ring di Brian Cage è ben costruito: entra per ultimo, asfalta tutti e viene asfaltato dalla massa, per poi troneggiare su tutti. Rendendolo già primo sfidante al titolo mondiale, non avrebbe avuto senso costruirlo come un’entità imbattibile (anche perché, non credo avrebbe senso nemmeno consegnargli già titolo nel prossimo futuro). Interessante la presenza di Taz per la costruzione del personaggio. Cage a parte, nel match c’è spazio per tutti. Gestita bene anche la fase finale, non si crea eccessiva confusione e tutti e 9 i lottatori riescono a ritagliarsi il proprio spazio.
SINGLE MATCH
MJF VS JUNGLE BOY: VOTO 7
Vincitore: MJF
Il match della serata, a mio modo di vedere. Un incontro ben costruito con due lottatori che mi piacciono, personalmente, parecchio. Jungle Boy sta percorrendo le giuste tappe di avvicinamento per costruirsi una credibilità che faccia giusta eco al suo talento sul ring. Se all’inizio sembrava acerbo, dopo un anno sta piano piano sbocciando. La chimica con MJF è buona e, onestamente, il match risalta soprattutto per il lavoro di quest’ultimo. Questo tipo di heel è quello messo in scena almeno un miliardo di volte nella storia della disciplina; la bravura di Maxwell Jacob Friedman rende il suo personaggio talmente credibile che sembra quasi inedito. Il finale sporco protegge la sconfitta di Jungle Boy e mantiene la streak di MJF e la sua costruzione verso il ruolo di top man della compagnia. Arriverà al titolo AEW, prima o poi, ma prima sarebbe interessante (e utile per lui) vedergli dominare il giro titolato del neonato TNT Championship.
TNT CHAMPIONSHIP MATCH
CODY VS LANCE ARCHER: VOTO 6
Vincitore e nuovo TNT Champion: Cody
Credo che questo sia il match che abbia risentito, più di tutti, dell’assenza di un vero pubblico. Cody è maestro dell’intrattenimento e questo match l’avrebbe potuto rendere molto migliore con la giusta cornice. Perché, onestamente, la chimica tra i due è sembrata un po’ scarsa. A dimostrarlo gli sbadigli di Mike Tyson a bordo ring. Potremmo aprire mille parentesi sulla performance al limite dello scazzo di “Iron Mike”, ma non lo farò perché non voglio che siano usate contro di me. E che gli possano arrivare in qualche modo. E non serve chiaramente sottolineare, scimmiottature a parte, che l’operazione Tyson è stata sacrosanta da parte della AEW in termini di marketing e di raggiungimento di un pubblico più mainstream. Il match raggiunge la sufficienza, ma è stato lento, noioso e a tratti lottato nemmeno troppo bene: l’inverted superplex di Cody mi ha provocato più di un brivido, soprattutto per la parabola che i due corpi hanno descritto in aria e il conseguente atterraggio sul tappeto. Vittoria per Cody che ora potrà dare valore alla cintura e chissà, giusto per continuare il fil rouge di sopra, impostare un secondo atto con MJF con il titolo in palio in futuro.
SINGLE MATCH
KRIS STATLANDER VS PENELOPE FORD: 5
Vincitrice: Kris Statlander
Poco da dire su questo match. Zero interesse, essendo un match di ripiego, e tante difficoltà messe abbastanza a nudo per parte della categoria femminile della AEW. Ford era un ripiego visto l’infortunio di Britt Baker, tuttavia era lecito aspettarsi meglio. Statlander vince ma non (mi) convince: dal match di Revolution con Nyla Rose, continua a sembrarmi ancora un pò inconsistente. Ma c’è talento su cui lavorare.
SINGLE MATCH
DUSTIN RHODES VS SHAWN SPEARS: VOTO 4
Vincitore: Dustin Rhodes
Le cose sono due: o tutti si divertono a bullizzare il povero Spears, oppure non è un wrestler così talentuoso da aspirare ad altro trattamento se non l’essere relegato in mid-card. La verità starà nel mezzo in questo caso. Spero. Nel frattempo, dopo il contestato esordio con sediata insanguinata, Spears è finito umiliato da un cinquantunenne. Dopo essersela cantata prima del match e aver subito per tutti i 3’ dell’incontro. Ciliegina sulla torta, termina la contesa in mutande, griffate con la faccia di Tully Blanchard. Non ha fatto ridere. E oltre a non far ridere, servirà molto impegno per ricostruire la credibilità del fu Tye Dillinger.
AEW WOMEN’S WORLD CHAMPIONSHIP NO DQ AND NO COUNTOUT SINGLE MATCH
NYLA ROSE (C) VS HIKARU SHIDA: VOTO 6.5
Vincitrice e nuova AEW Women’s World Champion: Hikaru Shida
La stipulazione avrà sicuramente aiutato, ma il match è tutto sommato solido. Vive di qualche momento di stanca, però le due si sono amalgamate bene. Il regno di Rose è stato migliore di quello precedente firmato da Riho, ma ci voleva anche poco. Adesso sono curioso di vedere come porterà il fardello Shida. La giapponese è tecnicamente la lottatrice più brava del roster, giusto anche tentare di lanciarla in cima alla catena alimentare. In cabina di commento l’hanno definita la “Kenny Omega” della divisione femminile. Non ha ancora quello status, sarebbe un errore capitale pensare il contrario.
AEW WORLD CHAMPIONSHIP SINGLE MATCH
JON MOXLEY (C) VS MR. BRODIE LEE: 6/7
Vincitore e ancora AEW World Champion: Jon Moxley
Un match fisico, con colpi duri e ben venduti. La storia, anche qui, non è niente di nuovo ma ben raccontata. È davvero bello vedere Moxley al pieno della : il suo regno convince sempre di più, perché lui è bravo a non diventare mai una macchietta di sé stesso. Quindi spero che vada avanti ancora per un po’ di tempo. Detto questo, non per fare il pignolo, non ho capito troppo la scelta dello sfidante. Brodie Lee, l’Exalted One tanto declamato, al suo primo PPV deve già alzare bandiera bianca. Onestamente poco importa che non abbia ceduto fisicamente: ha perso, pulito, al primo match importante, dopo aver rubato la cintura ed essersela portata dietro per settimane proclamandosi “campione autoeletto”. Non rovina troppo la sua aura minacciosa, però esce da DoN comunque ridimensionato. Ha carisma ed è tecnicamente ottimo sul ring, ora serve la storia giusta per solidificare il suo status. Di impatto e ben realizzato lo spot della Paradigm Shift sulla rampa d’ingresso.
STADIUM STAMPEDE MATCH
MATT HARDY AND THE ELITE VS THE INNER CIRCLE: VOTO 5
Vincitori: Matt Hardy and The Elite
Premessa d’obbligo: i match editati continueranno a dividere l’opinione pubblica di noi appassionati, è bello anche confrontarsi su queste particolari modalità di rappresentazione. Io, personalmente, non li ostracizzo. Ho apprezzato Il Boneyard Match e il Firefly Fun House Match di WrestleMania, perché ho cercato di comprendere le motivazioni che hanno spinto la compagnia a realizzarli così: The Undertaker e John Cena non sono più considerabili lottatori in senso stretto, quindi si è preferito fare qualcosa di diverso. E anche di ben realizzato. Queste premesse mi servono per argomentare la valutazione negativa di un match che mi ha divertito. E per farlo, mi servo di un altro paragone extra AEW, ahimè. Il Money In The Bank di due settimane fa non è riuscito nell’intento che, al contrario, lo Stadium Stampede raggiunge in pieno. Il comedy messo in piedi dall’Elite è divertente e intrattiene, quello di MITB è solo trash che a me personalmente nemmeno ha fatto ridere. I segmenti con le varie versioni di Matt, Hangman Page e Jake Hager al bar, i Northenlights suplex “Touchdown” di Matt Jackson su Guevara, il challenge chiesto da Jericho e anche la ormai iconica rincorsa di Hardy e Omega sempre su Guevara. C’è un grosso però. È vero che manca il pubblico, è vero che è stato uno svago ben messo in scena e lo si accetta. Ma non è un match di wrestling. Anche se la costruzione è meno “manipolata”, perché si predilige molto di più il live action ai tagli di regia (che comunque ci sono e si notano), non è un incontro di pro wrestling. E per la compagnia che ha come obiettivo riportare il pro wrestling a casa, fa storcere un po’ il naso. Un incontro, anche con stipulazione, tra tutti questi 10 atleti (che al contrario dei sopracitati Taker e Cena sono quasi tutti nell’èlite della disciplina a livello mondiale) avrebbe reso molto di più in termini di lottato e sarebbe stato spettacolare. È un giudizio schizofrenico, me ne rendo conto. Anche idealista, se volete. Tuttavia la AEW non aveva troppo motivo di editare un incontro che poteva riuscire perfettamente nel palazzetto, soprattutto dal profilo del lottato, se non quello di mandare un messaggio alla concorrenza. In più, una rivalità costruita per mesi con coerenza, termina in un comedy match. Non posso dire di non essermi divertito, però non stiamo parlando di wrestling.
PPV: VOTO 6.5
Sufficiente senza dubbio. Intrattiene e ci regala anche un paio di match di buon livello. Lo Stadium Stampede può piacere o no, ma comunque strappa sorrisi e porta a casa l’obiettivo. Ci sono alcuni match stonati che fanno per forza scendere il voto. Niente di eccezionale, magari non verrà voglia di rivederlo in futuro. Ma, comunque, si lascia guardare.