AEW Planet #84 – Dio benedica Collision

Dio benedica Collision! Ho deciso di iniziare così l’AEW Planet di quest’oggi non tanto perché Collision sia chissà quale rivoluzione nel mondo del wrestling. Ma perché era ciò di cui la AEW aveva disperatamente bisogno per distribuire meglio le proprie risorse. In tutti i sensi, in tutti gli ambiti. Sia a livello di roster, che da sempre dicevamo essere troppo grande per un solo show di punta. Sia a livello di prodotto televisivo, perché Collision in sole 4 settimane ha già settato il proprio standard, permettendo a Dynamite di sperimentare.
Collision infatti ha da subito mostrato una struttura incredibilmente organica. Con CM Punk uomo bandiera a fare da Cicerone a inizio puntata, spesso con un promo che carica il pubblico e al tempo stesso manda over ciò che vedremo in corso d’opera. Nell’ultimo episodio per esempio il Best in the World ha parlato di Ricky Starks e di Powerhouse Hobbs e poi ha mandato i titoli di coda con un ottimo main event con Samoa Joe. Preparato in maniera certosina, tra video package e libri di storia da aprire per recuperare il passato della Ring of Honor. Un vestito da PPV, verrebbe quasi da dire. In mezzo del buon lottato, delle storyline lineari, poco spazio per il comedy e l’entertainment, molto per il pro wrestling da definizione.
Per quanto mi riguarda, da quando esiste, Collision è praticamente sempre il miglior show settimanale tra WWE e AEW. E non certo perché io sia un adepto di CM Punk in perenne venerazione. Però bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, Punk è uno che questo mestiere lo sa fare terribilmente bene e il DNA del suo modo di fare wrestling è presente nel tessuto stesso dello show di cui fa parte. Punk è uno che quando va sul ring sa sempre come raccontare una storia, che spesso recupera elementi da capitoli precedenti, anche distanti negli anni, e li unisce con un presente in cui necessariamente abbiamo una situazione diversa. Lui e Joe non sono più due giovani leoni, ma due veterani del business. Ciò nonostante, ancora si giocano qualcosa di importante. E al di là del torneo, Punk non ha mai battuto Joe.
Il resto vien da sé, nella preparazione, nella costruzione, nello svolgimento e nel risultato. Se estendiamo il tutto a Collision, l’intero show è fatto proprio così. Linearità , caratterizzazione definita, tenere ciò che si è già fatto per fare sempre un passo in più avere il tempo di sviluppare. E le stesse dichiarazioni di Malakai Black rendono chiare le intenzioni di Collision, che vuole avere una sua esclusività , una sua identità ben precisa agli occhi dei fan. Il pubblico deve sapere che se vuole vedere questo (che sia una storyline, dei wrestler, un certo tipo di match etc) lo trova il sabato su Collision.
Avere questa valvola di sfogo ha concesso a Dynamite di cambiare leggermente pelle. Non sono venuti meno gli ottimi match, perché la AEW è una compagnia in cui la W conta più del resto. Tuttavia, è diminuita quell’oppressione di dover mettere quante più cose possibili in ogni puntata, con l’eterna sensazione abbastanza asfittica di ansia e frettolosità . Così come riusciamo ora a vedere continuità a livello di performer presenti, senza dover assistere a mega promo o mega match di persone che poi scomparivano per settimane. E, cosa più importante, abbiamo narrazioni a tutti i livelli della card e a differenti fasi di sviluppo.
Per storie che vanno concludendosi, come BCC vs Elite, ce ne sono altre che stanno proseguendo, come il turn di Sammy Guevara, o altre che a sorpresa stanno regalando meraviglie, come MJF con Adam Cole. Abbiamo recuperato quel modo di fare della prima ora. In cui il cosiddetto booking a lungo termine permetteva serenamente di avere voglia di vedere cosa sarebbe successo la settimana seguente. Il che non mette al riparo da cafonate mal riuscite, come nel caso di Jungle Boy Jack Perry e del suo “bellissimo” feud con HOOK per l’ “importantissimo” FTW Title. Però almeno dà un respiro diverso alle puntate e aiuta a sottolineare diversi poli di interesse. E riuscire a vedere il campione sempre presente aiuta non poco.
Vedremo come riusciranno a gestire Collision quando l’effetto iniziale sarà svanito. Quando cioè sarà necessario per quei wrestler che ne fanno parte di combattere per qualcosa. Sono contrario all’idea di un hard split, perché poi apre il fianco a storture cui la WWE ci ha abituati. Oltretutto, il titolo massimo della compagnia è bene che sia uno. Non c’è necessità di avere due titoli, abbiamo già i secondari da valorizzare meglio. Ciò non toglie che appunto a Collision abbiamo wrestler che per necessità saranno affamati di vittorie. E questo rappresenterà al tempo stesso un problema e un’opportunità .
Nell’attesa di scoprire chi uscirà vincitore dai vari tornei in corso di svolgimento e nell’avvicinarci sempre più ad All In e a Wembley, per questa settimana è tutto. Goodbye!