Booker T racconta la sua storia – I parte

In una recente intervista, il neo Hall of Famer e GM di Smackdown, Booker T ci racconta – in questa prima parte – della sua esperienza in WCW, dell'arrivo in WWE, del match con Triple H a WrestleMania 19 ed altro ancora.


Domanda: Hai interpretato il personaggio di G.I. Bro all'esordio, per poi riproporlo in WCW. Era qualcosa che avevi creato tu?

Booker T: In realtà, quando mossi i primi passi nel wrestling, lavoravo in un deposito e stavo pulendo un magazzino quando trovai questo cappello dell'esercito. Mi andava bene e mi piaceva, decisi così di indossarlo una sera alla scuola di wrestling. Il mio allenatore, Scott Casey, mi vide con quel cappello in testa e disse “Ora tu sarai G.I. Bro”.

“Bene, sarò G.I. Bro”. Iniziai così a costruire il personaggio ed era abbastanza divertente. In seguito ebbi la possibilità di rifarlo in WCW, e questo fu davvero figo. Un sacco di gente pensava che io fossi pazzo, chiedendosi cosa stessi facendo e perché lo facessi. In realtà era solo un omaggio al mio mentore e allenatore.

D: Eri abbastanza un neofita del business quando firmasti per la WCW. Non erano passati giusto un paio d'anni?

BT: Quando firmai con la WCW, non avevo ancora trascorso due anni nel business.

D: Allora quale fu la reazione tua e di tuo fratello quando foste messi sotto contratto?

BT: Sinceramente, non credevo si potessero fare tanti soldi con il wrestling. Lo facevo giusto per hobby. Era un qualcosa che sognavo, essere in WCW o in WWE. All'epoca era una via di fuga, lontano dalla prospettiva di essere un semplice ragazzo del quartiere. Avevo l'occasione di fare altre cose e di conoscere altre persone.

Poi, quando realizzai che si poteva guadagnare bene, cambiai idea. Il mio primo contratto con la WCW era di circa 70000$ all'anno. Pensai 'Wow. Credo che rimarrò nel giro per un bel po' di tempo' [Ride]. E fu proprio così. Iniziai a pianificare, a motivarmi e a mettermi nelle migliori condizioni per affrontare il lungo viaggio.

D: Hai menzionato nel tuo libro From Prison to Promise: Life before the Squared Circle che i tuoi genitori morirono giovani e che tuo fratello si prese cura di te e dei tuoi fratelli. Quale fu la reazione della tua famiglia quando vennero a sapere del contratto tuo e di Stevie Ray con la WCW?

BT: La famiglia era molto orgogliosa di noi. Ovviamente, alcune persone iniziarono a chiedere soldi [Ride]. Ma era così: i due fratelli ce l'hanno fatta. Fu un grande momento, soprattutto quando io e mio fratello lottammo davanti alla nostra famiglia a Dallas, Texas, dove viveva metà dei miei cari.

Avevano così l'occasione di venire agli show e di vedere i nostri incontri. Ci vedevano sotto una luce diversa, una diversa prospettiva. Ma non penso che avrebbero mai immaginato che saremmo arrivati così lontano come poi è stato. Nessuno, esclusi mio fratello ed io.

D: Avete trovato il successo abbastanza velocemente. Vi fu affiancata Sensational Sherri dopo un anno dal vostro debutto. Come è accaduto?

BT: Ci affiancarono un sacco di gente differente e Sherri non era nemmeno sul radar. Penso che Hogan sia stato uno dei maggiori artefici del nostro grande push e dell'averci dato Sherri.

Fu una grande accoppiata e se le cose sono andate così come sappiamo è perché essere con Sherri ci catapultò su un piano totalmente diverso. Sherri non accompagnava nessuno che non fosse un campione o una grande superstar. Riusciva a valorizzare chiunque le fosse accanto. Sapevamo di avere così una mano vincente da giocare quando fummo affiancati a Sherri Martel.
D: È stato senza dubbio un grande trampolino di lancio. Cosa avete pensato quando la WCW cominciò a lanciarvi da singoli?

BT: È stata solo un'evoluzione, qualcosa che sarebbe successa prima o poi. Mio fratello si infortunò quando io cominciai a lottare di più da singolo. Si strappò un muscolo del piede e per un po' fu messo ai margini. Ebbi così l'occasione di lottare da solo e migliorai molto, videro che con me potevano fare qualcosa di importante.

Io e mio fratello abbiamo vinto per dieci volte i titoli di coppia, a quel punto era giusto per me andare avanti e scoprire fin dove potevo arrivare. Mio fratello mi convinse che dovevo provarci e fu quello che feci. Non pensavo a vincere titoli o cose del genere, il mio unico obiettivo era uscire lì fuori ed essere il miglior wrestler possibile.

D: Sei stata senza alcun dubbio una delle maggiori star durante il boom della disciplina con le Monday Night Wars ed il resto. Quanta competizione c'era con la WWF quando tu eri in WCW?

BT: Era tutto molto competitivo. Non solo con la WWE all'epoca, ma anche con gli altri ragazzi nello spogliatoio. Essere meglio di loro era il mio unico, primario obiettivo. Non pensavo alla WWE. Pensavo solo ad essere il migliore del roster, a proseguire la mia scalata e a dimostrare che me lo meritavo. Lottai molto più con me stesso che con qualsiasi altra cosa.

D: Era un backstage ricco di stelle e tu e Bill Goldberg foste gli unici che riuscirono a sbocciare veramente. Cosa pensi che ti abbia portato al top?

BT: Devi essere capace di pensare con la tua testa, devi essere creativo. Non devi accontentarti di un posto di secondo piano. I ragazzi che sono diventati popolari e che si sono fatti un nome sono sempre stati, per prima cosa, dei talenti. Hanno migliorato le loro abilità, sapevano esattamente cosa dovevano fare per andare lì fuori ed essere i migliori nel ring.

Ho detto ad un sacco di giovani che l'unica fortuna che possono avere è essere consapevoli di quanto sono preparati. Se non sei preparato ad andare fuori e rubare lo show ogni notte, il tuo lavoro si svolgerà in maniera sempre più monotona. Se saprai dominarlo, sarà qualcosa di cui non dovrai più preoccuparti.

Conoscere il tuo lavoro e svolgerlo al meglio, guardare il tizio accanto a te e sapere se sei meglio di lui o no.

D: Ci sono un sacco di storie riguardo la notte in cui hai vinto il titolo del mondo sconfiggendo Jeff Jarrett a Bash at the Beach nel 2000. Quanto tempo prima hai saputo che avresti vinto il World title quella notte? Com'era l'atmosfera nel backstage?

BT: L'atmosfera nel backstage era abbastanza caotica. Io non c'entravo nulla e poco mi importava. Facevo solo parte del gioco. Le lamentele erano con Russo e Hogan e il controllo creativo che quest'ultimo aveva per contratto – ma non so precisamente cosa prevedesse. Sapevo che Hogan voleva vincere il titolo quella notte.

Non sono sicuro che lui volesse mettermi i bastoni tra le ruote durante la mia prima vittoria del titolo del mondo; era semplicemente qualcosa che pensava gli fosse dovuto. Ad ogni modo, ho lasciato che tutto andasse così come doveva andare. Ho scoperto forse cinque, sei o sette minuti prima di esibirmi che sarei diventato campione quella notte.

D: Come hai reagito quando te l'hanno detto?

BT: Beh, scoprii che lo stavano già pianificando. Poi, quando si venne a sapere, pensai che non avrei più vinto. Loro, però, mi dissero di restare, perché ci sarei comunque riuscito. Io volevo solo farla finita. Avevano i loro dubbi così come io avevo i miei: i fan avrebbero mai voluto me come campione? [ride] Questi erano i miei pensieri. Non m'importava di cosa potessero pensare. Così ho lasciato che tutto proseguisse e quando è stato il momento di uscire e vincere, ebbi risposta a tutte le mie domande.

Quei fan impazzirono. Tutti esultarono e furono contenti della mia vittoria – anche se alla fine di una notte ricca di controversie. Festeggiavano tutti, felici del fatto che Booker T avesse finalmente infranto il “soffitto di vetro” (Espressione utilizzata per indicare il superamento di ostacoli di tipo razziale).

D: Durante gli ultimi anni della WCW, vi erano ragazzi che venivano e rimanevano per poco. Com'era quel periodo?

BT: Gli ultimi anni erano molto tranquilli, avevamo un sacco di tempo libero. E i ragazzi guadagnavano anche bene. Io stesso prendevo molti soldi, avevo del tempo libero ed ero in un'ottima posizione. Ho subito un infortunio al ginocchio durante l'ultimo anno, forse un anno e quattro mesi.

Ero seduto in panchina e mi dicevano “Rimani seduto”. Ed io: “Nah, devo tornare a lavoro”. Ric Flair una volta mi disse che il peggior nemico di un wrestler è il tempo libero. È una cosa su cui ho riflettuto per tutto il tempo. Ero convinto di essere pronto a lottare a tempo pieno. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Essere presente tutte le volte era davvero importante per me e per mantenere il mio status. Questa era la mia maggior preoccupazione.

Ma, durante quel tempo libero, quei momenti spensierati degli ultimi anni, spesso andavo a pescare. Mi sentivo bene.

D: Hai mai pensato di passare alla WWF all'epoca?

BT: No, non ho mai pensato di fare questo passaggio, perché non mi è mai piaciuto lavorare in città fredde. In WCW si lavorava costantemente al sud. Ci si spostava nelle città fredde solo di tanto in tanto.

Non avevo intenzione di passare alla WWE perché sapevo che battevano ogni singolo posto sulla mappa ed io non ero sicuro di essere pronto per questo. Così, se mai fosse successo, volevo sapere come affrontarlo.

D: Quali sono stati i tuoi pensieri sull'ultima puntata di Nitro e sullo scoprire che la WWF aveva acquistato la WCW?

BT: Sapevo che stava per succedere. Tutti sapevano che sarebbe accaduto. Per me, ad essere onesti, era soltanto un altro giorno di lavoro. Non mi sono mai preoccupato della mia posizione o cose del genere. Né di quanto fossi talentuoso o di quanto avrei potuto esserlo. Un sacco di ragazzi erano nervosi su cosa sarebbe successo dopo, ma io sapevo esattamente cosa mi si prospettava.

Sapevo che la WWE mi stava chiamando ed era giunto il momento per me di andare e mostrare quanto fossi realmente bravo. Ed ero pronto. Ero pronto a farmi avanti, lasciandomi tutti gli elogi alle spalle e a ricominciare tutto da capo, dimostrando che lo meritavo. In effetti, era solo un'altra giornata d'ufficio.

D: Quando hai firmato con la WWF eri ancora sotto contratto con la WCW . Decidesti di liberartene o hai lasciato che terminasse?

BT: Sì, ero ancora sotto contratto, mi rimaneva circa un anno. Ricevevo ancora un sacco di soldi, potevo tranquillamente rimanere a casa e guadagnarne molti senza far nulla. Decisi di rinunciare al 50% e di passare alla WWE in modo da continuare a lavorare. Non volevo essere dimenticato.

Ho avuto diversi grandi momenti; ero stato campione dei pesi massimi, campione degli Stati Uniti – doppio campione, indiscusso. Quindi era giunto per me il momento di andare avanti. Pensai che rimanere in disparte e collezionare quei soldi sarebbe stata una cattiva idea e che ritornando a competere avrei potuto guadagnare quelle cifre in men che non si dica.

D: Quando fecero il WCW revival, non sembrò organizzato al meglio. Sapevi delle loro intenzioni con la WCW quando hai firmato?

BT: No, per niente. Non ho mai investigato su questo lato del business. Non mi è mai importato di cosa facesse la compagnia, né come, né con chi – storyline, angle, niente di tutto ciò. Non sono mai stato coinvolto in questo genere di cose quando ero in attività perché non erano così importanti per me. L'unica cosa che mi interessava è che ruolo avrei avuto. Volevo solo uscire ed essere concentrato su ciò che andava fatto. Il resto era tutto già organizzato.

D:Quell'anno sei stato il protagonista a SummerSlam contro The Rock. È stata l'unica volta in cui il WCW Heavyweight title veniva difeso nel main event di un pay-per-view della WWF. Sei stato coinvolto in diversi momenti storici. In WCW sei stato l'ultimo U.S. Champion/Heavyweight champion, protagonista a SummerSlam con The Rock. Come hai mantenuto la concentrazione nonostante tutti gli elogi, i titoli e il successo che hai ottenuto?

BT: Spesso mi ricordano queste cose. A volte quasi me ne dimentico. Ricordo la vittoria del titolo del mondo contro Jeff Jarrett e contro Rey Mysterio. Riguardo i titoli Tag Team, ricordo la prima volta che li ho vinti con mio fratello, probabilmente contro i Nasty Boys o qualcosa del genere.

Queste cose mi sfuggono perché non lotto tanto per avere dei ricordi, bensì per lasciarli ai fan, in modo che ne possano godere, si possano guardare indietro e dire: “Wow, ricordo dove ero…”. Per me è stato sempre e solo un lavoro. Non ho un ego o qualcosa del genere. Non lo faccio per poter dire: “Ehi, ho vinto tutti questi titoli…”

Ho avuto il privilegio di essere colui che ha rappresentato la compagnia in quel periodo, vincere quei titoli faceva solo parte del lavoro che mi chiedevano di fare. Questo è quello che cerco di insegnare ai ragazzi: se sei bravo in quello che fai, il titolo sarà solo una conseguenza. Se sei bravo in quello che fai, non dovrai preoccuparti dell'assegno nella cassetta delle lettere. Basta andare fuori e fare il tuo lavoro. Fai questo e tutto il resto si sistemerà.

Se cominci a raggiungere ciò che ti eri prefissato, a credere di poter vendere la tua immagine, a guardarti allo specchio e realizzare che sei la stessa persona che vedi in televisione, rischi di perdere di vista chi sei veramente. Io non ho mai voluto una cosa del genere. Mi sono sempre divertito rimanendo me stesso. E in televisione ho cercato di rendere felici le persone e di dar loro qualcosa da ricordare per molti, molti anni.

D: Dustin Runnels (Dustin Rhodes, Goldust) ha dichiarato che fare coppia con te è stato uno dei momenti più divertenti della sua carriera. Voi due avete sicuramente una grande alchimia. Perché fu una breve esperienza? Ti ricordi qualcosa a proposito?

BT: Oh certo, ricordo tutto. [Ride.] Ricordo delle ottime cose, dei momenti davvero divertenti con Goldie. Penso sia stata breve poiché mi volevano in un ruolo più serio: come un wrestler, non come un intrattenitore. Io e Goldie abbiamo divertito per un po'; penso sia questo il motivo della nostra breve collaborazione.

Abbiamo avuto un periodo come campioni di coppia e non penso che avessero intenzione di portarlo così a lungo. Booker T e Goldust erano stati scelti per durare un mese o poco più. Ma, con l'alchimia che avevamo, decisero di portarci avanti. Abbiamo continuato a divertirci e a far divertire.

Questa è la chiave del successo: andare fuori e divertirsi. Non importa quello che fai. Booker T poteva risentirsi per esser stato messo in coppia con Goldust dopo che era stato un campione del mondo. Per questo dico che bisogna seguire quello che dice il copione, prenderlo e svolgerlo al meglio delle capacità. Potrebbe risultare una delle migliori cose che tu abbia mai fatto.

D: Durante quel periodo, hai avuto anche un push da singolo ed hai sfidato Triple H per il titolo a WrestleMania 19. Sembravi quasi sul punto di vincere la cintura, finché Kurt Angle fu in grado di sfidare Brock Lesnar. Hai mai sentito qualcosa riguardo la tua scalata e il cambiamento di quei piani?

BT: Sono sicuro fossero chiacchiere. Non ho controllo su ciò. Conosco un sacco di gente che mi voleva e pensava che dovessi andare più in alto per il modo in cui l'angle fu portato avanti. Per quel che gli riguardava [Triple H ndr], disse che era meglio di me e che le persone come me non meritassero di essere in quella posizione. Per me, invece, era un modo per parlare del mio background e per raccontare la mia vita reale. Quello fu solo l' inizio di tutto, vincere era solo uno stato mentale. Pensai di aver vinto comunque perché ero sul grande stage di WrestleMania e che venivo pure pagato un sacco di soldi per farlo. [ride]

Molta gente dice che avrei dovuto vincere. Ma penso che se avessi vinto, quando finalmente ce la feci come King Booker, non sarebbe stato lo stesso. Sono convinto che tutto sia successo per una ragione e che tutto sia sempre accaduto al momento giusto.

Rimanete sintonizzati con Tuttowrestling.com per la seconda parte dell'intervista, in cui Booker T ci racconta della rissa nel backstage con Batista, il periodo da King Booker, il suo arrivo in TNA, il rapporto con Vince McMahon, Dixie Carter e Eric Bischoff e tanto altro.

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