Booker T parla del caso Jordan Myles

Il WWE Hall Of Famer Booker T ha discusso del caso sulla shirt di Jordan Myles all'interno dell'ultima edizione del suo podcast.


“Lo dirò per primo faccio parte della WWE dal 2002, e ho avuto diverse t-shirt. Ogni volta che ho avuto una t-shirt fin dall'inizio della mia carriera fino alla Hall of Fame, sono venuti da me e mi ha dato diversi disegni diversi e mi hanno chiesto quello che mi piaceva di più. Anche tornando alla WCW, ogni volta che ho avuto una t-shirt ho fatto parte del processo. Ogni volta che esattamente come sarebbe stata, quindi non so come questa t-shirt è stata messa in vendita prima di tutte queste fasi.

Detto questo, il mio nome è stato messa in mezzo chiedendo dove fossi stato. Anche il nome di Mark Henry è stato chiamato in causa chiedendo dove è stato anche lui. Prima di tutto, non è nostro compito difendere Jordan Myles sulla sua maglietta. Una cosa che posso dire sulla t-shirt, non è una bella maglietta. È una maglietta brutta; posso dire che la t-shirt ha uno sfondo nero. Il 90% delle t-shirt che sono prodotte hanno uno sfondo nero.”

Bokker ha poi affermato che secondo lui si tratta di un caso che la maglietta possa far pensare ad una discriminazione razziale, in quanto sarebbe ridicolo che nel 2019 qualcuno della compagnia voglia discriminare di proposito.

“Sembra una faccia nera? Forse. Alcune persone sui social media lo pensano, ma ci sono un sacco di persone negative sui social media che cercano qualsiasi appiglio per farlo sembrare razziale. Succede tutto il tempo. Pertanto, è un concetto razziale quello della t-shirt? Per me personalmente, nel 2019, non posso pensare che qualcuno ha pensato: “Facciamo una maglietta razzista per Jordan Myles”. Un sacco di gente può pensare che lo è, ma non penso che vale attraversa una tempesta di fuoco per una cosa del genere.

Quindi, è qualcosa che avrebbe dovuto essere discusso? Sì, ma questa stronzata dei social media è la cosa peggiore che abbia mai visto in vita mia. Potresti lavorare da Jack in the Box (una catena di fast food ndr.) e se succedesse qualcosa vorresti andare sui social media e parlarne. Il tuo lavoro è affar tuo, ok? Non spetta al mondo entrare. Non so quando è l'ultima volta che qualcuno che è sui social media ha firmato il mio assegno, ok? Ora mi dirai “Oh, solo perché qualcuno sui social media non firma il tuo assegno non dovrebbe sapere cosa stai facendo?” Hai dannatamente ragione! Ecco perché! Non hanno motivo di far parte della mia vita da un punto di vista imprenditoriale.”

Pasquale Pirozzi
Pasquale Pirozzi
Appassionato di wrestling sin da bambino che coincide con il periodo in cui SmackDown raggiunge la notorietà andando in chiaro su Italia1. Per il sito mi occupo della newsboard e saltuariamente dei kickoff dei PPV.
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