WWE Planet #897 – L’era di Roman Reigns

Roman Reigns, l’uomo che la WWE ha scelto come volto della compagnia cinque anni fa, è passato dalla parte dei cattivi.
Meglio tardi che mai: il turn di Reigns sarebbe dovuto avvenire il 26 gennaio 2015, il giorno dopo la Royal Rumble di Philadelphia, dove l’ex membro dello Shield venne fischiato nonostante il coinvolgimento di The Rock, uno dei wrestler più popolari nella storia del business. Tutti ricorderete la scelta folle della WWE che, dopo aver promosso il ritorno di Daniel Bryan alla Royal Rumble 2015, decise di coronare vincitore Roman, al termine di una delle peggiori risse reali di sempre. Da lì ebbe inizio un braccio di ferro tra i fan e la federazione: da una parte, i tifosi iniziarono a contestare le scelte della WWE, rea di aver imposto (nuovamente) un top face che i fan non volevano vedere in quel ruolo. Dall’altra Vince McMahon che, complice anche il successo di Cena nonostante le reazioni negative dei fan, decise ancora una volta di sapere quello che i tifosi volevano meglio dei tifosi stessi.
Ma di John Cena ce ne è solo uno. La storia, questa volta, è andata diversamente. Dal 2015 la WWE ha tentato in TUTTI i modi di presentare Reigns come top face della compagnia, senza mai riuscire ad ottenere i risultati sperati.
Proprio nel 2015 la WWE decise di aspettare a dare il titolo a Reigns e di rifugiarsi in Seth Rollins dopo che il samoano era stato completamente rigettato dal pubblico. Nel 2016 Triple H vinse il titolo di campione WWE alla Royal Rumble e venne sconfitto da Roman Reigns, nell’apatia totale, nel main event di WrestleMania 32, dopo che solo un mese prima Dean Ambrose aveva dimostrato chiaramente di essere colui che i fan volevano vedere trionfare. Nel 2017 fu il turno di Undertaker che subì la sua seconda sconfitta a WrestleMania, nel main event, proprio per mano dell’ex mastino dello Shield. Il giorno dopo Roman venne subissato di fischi ma la WWE, cocciuta, decise di non cambiare rotta. Nel 2018 la federazione ripropose un main event titolato di WrestleMania tra Lesnar e Reigns. I fan decisero in quell’occasione di fare in modo che il match non potesse funzionare, contestando l’incontro per tutta la sua durata e mandando all’aria un interno anno di programmazione da parte della federazione di Stamford (nessuno usciva più dalla F5 e quando Reigns ci riuscì ben tre volte a WrestleMania… nessuno reagì).
L’ironia sta nel fatto che, effettivamente, Roman Reigns ha spesso regalato grandi prestazioni, soprattutto sul ring. Ma il samoano era ormai diventato il simbolo della prepotenza WWE.
La soluzione invocata da tanti e più volte discussa anche in queste pagine è sempre stata la stessa: lasciate che Reigns turni heel. Abbiamo già visto a cosa questo avrebbe portato nel lontano 1997/1998 con The Rock e, più recentemente, con Naito in New Japan: i fan, vedendo una parte più aggressiva e scontrosa di Reigns, avrebbero iniziato col tempo ad apprezzare la presenza scenica del samoano che, in qualche mese, sarebbe diventato nuovamente il face che la compagnia ha sempre voluto, ma questa volta con il supporto dei fan. Insomma: sacrificare qualche mese per ottenere per anni a venire il risultato voluto. Invece no e – adesso possiamo dirlo con certezza – la WWE ha perso molti fan e, probabilmente, diversi soldi rimandando qualcosa che poi si è rivelato inevitabile.
Come dicevamo, però, meglio tardi che mai. Il turn è finalmente avvenuto e il primo promo della coppia Reigns/Heyman a SmackDown è stato perfetto, dopo la vittoria del titolo Universale ad un Payback bookato perfettamente, con il duo che ha avuto una presenza scenica che nessun altro ha in WWE. Sono anche particolarmente intrigato dal match titolato che Roman avrà con Jey Uso a Clash of Champions: sarà un ottimo pretesto per far vedere che per il nuovo Reigns neanche la famiglia conta più niente. Non so bene dove porterà questa nuova fase del samoano, ma è la scelta della WWE che più mi ha interessato da anni a questa parte.