5 Star Frog Splash #216 – Esci di prigione gratis… per l’ultima volta

Aaaaaaah, Roman Reigns vs Brock Lesnar. Una di quelle faide talmente avvincenti, affascinanti, dalla storia così importante e pregna di significato che non vorresti mai più vederla. Tipo mai più nella vita. E a quanto pare siamo vicini alla fine di questa faida che ha probabilmente stancato anche chi non segue il wrestling, considerato il numero di volte che hanno messo questi due l’uno di fronte all’altro in un ring di wrestling. Sarà la settima volta in sette anni. E tre di queste sono andate in scena a Wrestlemania.
Il problema di questa faida è che non è nemmeno una faida. Non ci hanno mai nemmeno realmente provato a renderla tale. Questi due hanno una rivalità tra loro? Hanno un motivo per sfidarsi e affrontarsi continuamente? Nope, non ce l’hanno. Semplicemente, negli intricati processi (il)logici della WWE questi due sono le loro galline dalle uova d’oro e quindi vanno sfruttati il più possibile. Parola d’ordine: spremere fino all’ultima goccia. E hanno replicato questo match talmente tante volte che ormai nemmeno ci provano a dare una motivazione, a costruire qualcosa. Semplicemente Lesnar torna, massacra qualcuno a caso e ottiene il match.
Spesso mi chiedo se la WWE stia effettivamente provando a far passare questa faida come una delle più importanti della storia. Un po’ come stanno provando a far passare Roman Reigns come uno dei più grandi wrestler della storia, d’altronde. Poco importa che non abbia minimamente le capacità , sul ring o fuori, dei vari John Cena, Stone Cold Steve Austin o The Rock. “Perception is reality” è una delle citazioni più ricorrenti nel mondo del wrestling. Sbatti Reigns sempre nel main event, spediscilo nei main event di Wrestlemania e sembrerà un main eventer. Schiaffagli contro Lesnar tre volte e per forza di cose sarà una faida iconica. Peccato che no, non funziona esattamente così. E la WWE lo sa.
Puoi provare a imporre i tuoi main eventer quanto ti pare, ma se lo fai troppo repentinamente il pubblico non se la beve. I personaggi hanno bisogno di una costruzione. Di costruirsi gradualmente una reputazione e uno status. Non puoi decidere tu “Ok da oggi Reigns è un main eventer”, cosa che hanno fatto precisamente il giorno dopo lo split dello Shield, perché al pubblico non aggraderà mai. E se al pubblico non aggrada sapete come finisce? Così:
“Ah ma Roman Reigns ora è heel, il suo personaggio è fantastico e lui fa il suo ruolo magnificamente”. Ragazzi, svegliamoci. Sono passati due anni dal ritorno di Roman Reigns in questa nuova veste. Il suo personaggio è esattamente lo stesso di prima, è solo più fisicato e ha il guantino dorato. E dice “acknowledge me” invece di “believe that”. Per il resto è esattamente lo stesso di prima, dentro e fuori dal ring. Se vi sembra migliore è solo perché la WWE si è fatta furba e ha capito che continuando a fargli raccontare la fiaba di Jack e il fagiolo gigante non sarebbe finita bene.
La verità è che alla WWE non importa nulla dell’opinione del pubblico. E quando non sa cosa fare al PLE successivo (o meglio, a uno di quei tre o quattro di cui le importa veramente) tira fuori il blocchetto degli assegni e reimposta il match ancora una volta. E un’altra. E un’altra. Solo che stavolta sono in un vicolo cieco. Hanno detto che sarà l’ultima volta. Hanno deciso di giocarsi quest’ultima carta “Esci di prigione gratis”. John Cena vs The Rock “once in a lifetime” ci ha insegnato che le tagline che danno ai match non vogliono dire assolutamente nulla. Questa volta però l’hanno detto con così tanta convinzione, tanto da rendere il match un Last Man Standing match senza alcun senso, che forse bisogna davvero porsi delle domande.
Sarà davvero l’ultima volta? Sì, no, forse. Non possiedo una sfera di cristallo purtroppo. Altrimenti avrei predetto i sei numeri vincenti del Superenalotto di sabato scorso e adesso non sarei qui a scrivere queste righe ma su una spiaggia alle Bahamas con una Piña Colada a farmi compagnia. Chi vincerà ? Domanda già più semplice. Il personaggio di Reigns al momento si basa solo su quei due gingilli neri e blu che si porta appresso. Quei due cosi che una volta erano dei titoli, adesso probabilmente farebbero bella figura come fermacarte.
Ma se li perde Reigns è perduto, in tutti i sensi. Niente più “acknowledge me”, niente più “island of relevancy”, niente più entrate da dieci minuti l’una. Se Lesnar perde niente di grave, può rientrare nel Saskatchewan (provate a scriverlo voi senza googlare) e fare il suo 748º ritorno a caso dopo tre o quattro mesi e nessuno noterà la differenza. Quindi i titoli li terrà Reigns, anche perché si avvicina ai due anni di regno. Un traguardo tanto inutile quanto una valigetta del Money in the Bank femminile dopo 24 ore dalla sua conquista.
La vera domanda è “Dove andiamo?”… e se non ne ha la minima idea la WWE, figuriamoci io. “Da nessuna parte”, è la prima risposta che mi viene in mente. Soprattutto se dobbiamo basarci sulla gestione di coloro sui quali puntano, e Mr. Satan è l’esempio più evidente. Oh scusate, sto parlando di Theory, gli ho dato questo nickname perché il suo character attuale è esattamente lo stesso di Mr. Satan quando va ai Cell Game tutto convinto di battere Cell e viene obliterato in circa un nanosecondo. Se sapete, sapete. Se non sapete, siete delle brutte persone.
Ma parliamo seriamente di Theory per un attimo, perché il modo in cui vedo la gente parlare di lui mi preoccupa. C’è qualcuno che giustifica la sua gestione recente. C’è qualcuno che dice che ha avuto un buon regno da United States Champion. C’è qualcuno che dice che è il cocco di Vince McMahon, quindi ha perfettamente senso che venga aggiunto al Money in the Bank Ladder match e che vinca la valigetta. C’è gente che lo paragona a Seth Rollins e a quando lui divenne Mr. Money in the Bank. Quindi penso sia venuto il momento di fare dei distinguo.
Seth Rollins veniva dallo Shield, la fazione più di successo della storia recente. Una fazione che aveva esordito nel main roster attaccando John Cena. Una fazione rimasta imbattuta per lunghissimo tempo, una fazione che aveva vinto titoli su titoli, una fazione che era stata protagonista di PPV. Di main event di PPV. Una fazione che aveva conquistato i suoi gradi sul campo. E Seth Rollins era poi stato incluso nell’Authority, la fazione dominante (anche troppo, decisamente troppo) a Raw.
Anche Rollins era il cocco della figura d’autorità regnante, come Theory. Ma Rollins andava sul ring ogni settimana e ti mostrava esattamente cosa era in grado di fare. Quali sono gli highlight della carriera di Theory? Perdere pulitissimo a Wrestlemania contro un commentatore? Vincere lo US Title contro Finn “I’m just here because I cost too much to be in catering all the time” Balor? Perdere pulitissimo cedendo alla sottomissione di Bobby Lashley la sera stessa in cui ha conquistato la valigetta? Ditemi. Ditemi quali sono gli schemi secondo cui è possibile paragonare Theory e Rollins. Perché io non ne vedo manco mezzo.
E Theory è un wrestler sul quale evidentemente la WWE vuole puntare. Figuriamoci i vari uppercarder che dovrebbero essere main eventer che la WWE sfrutta perché dovrebbero essere delle risorse, ma che non ottengono mai o da lungo tempo quello che meritano. Parliamo di AJ Styles, Kevin Owens, Sami Zayn, bloccati nel loro limbo di “Siamo troppo bravi per fare quello che facciamo”. Un po’ come quando vai a fare colloqui di lavoro e non ti prendono perché ti dicono che sei troppo qualificato. Figuriamoci quelli su cui vanno a corrente alternata, come il già citato Balor o Damian Priest, al momento prigionieri di una fazione abominevole.
Ricordate il detto “I nodi vengono al pettine” che abbiamo sentito tante volte e che forse non ci siamo mai trovati nella condizione di usare? Ecco, è esattamente la situazione in cui la WWE si trova adesso. E i nodi sono le innumerevoli volte in cui negli anni la WWE ha ignorato il 95% del suo roster per pushare sempre la stessa persona. Lo ha fatto con John Cena, che però era un main eventer meritevole e che negli anni ha anche contribuito a elevare altri membri del roster. Poi però ha iniziato a farlo con Roman Reigns. E la cosa è sempre stata a senso unico.
Con Reigns che vinceva match su match, titoli su titoli, prendendo solo. Esattamente come fa il suo compare Lesnar, che torna, fa a pezzi cinque o sei uppercarder/main eventer alla volta e se ne torna al suo ranch dopo aver distrutto un intero roster. Almeno Reigns fino a poco tempo fa era un full timer. Adesso non è più nemmeno quello. Ha unificato i titoli a Wrestlemania per poi tenerseli a casa sul divano, il più delle volte. A un certo punto li cederà a qualcuno, con tutta probabilità Drew McIntyre a Clash at the Castle.
Drew McIntyre che è già un main eventer, nonostante abbiano provato a rovinarlo in ogni maniera nell’ultimo anno, e che trarrà ben poco beneficio dal battere un Reigns campione da due anni. E poi se già è part timer ora che ha due titoli in saccoccia mi viene da chiedermi quanto spesso vedremo Reigns in futuro, quando avrà perso i titoli. Poco, molto poco, mi viene da rispondermi. Andrà probabilmente via, tornando solo occasionalmente per i pochi PLE di cui alla WWE importa realmente. E così quel che ha preso, preso e preso per anni dal pro wrestling non sarà mai restituito alla nuova generazione, ai Theory che cercano di emergere.
Reigns vs Lesnar. One last time. E meno male.