Back to the Future #14

Il terzo evento della NWA sotto il segno della rinascita firmata Billy Corgan, è passato agli archivi.
La Crockett Cup 2019 ha visto al suo interno ben 11 match tra cui quarti di finale, semifinali e finale del famoso torneo tag team rimasto inattivo dal 1988.
A vincere la competizione è stata la Villain Enterprises formata da Brody King e PCO, un tag team ROH che in tempi recenti si sta confermando come uno dei più over non solo in ROH, ma anche nello scenario generale del pro wrestling.
Come sempre, prima di entrare nel dettaglio, se avete dei consigli o delle critiche da muovermi, o se semplicemente volete scambiare qualche opinione, scrivetemi pure all'indirizzo aldofiadone@gmail.com; sarà mio piacere leggere ogni vostra parola.
Un torneo che non ha visto alcun match di spicco, a parte i Briscoes contro appunto coloro che poi vinceranno la competizione. Peccato però che l'incontro sia terminato in squalifica proprio a favore di Brody e PCO con tanto di attacco post match per dare una storia a quanto avverrà dopo e ovviamente una chiave utile per aprire una rinnovata contesa tra i due team nel prossimo futuro.
Al contrario delle previsioni iniziali, il torneo non ha solo consegnato un trofeo nelle mani dei vincitori, ma anche le cinture di campioni di coppia NWA che ora, dopo gli anni sotto il marchio Impact Wrestling, tornano finalmente ad essere attive in modo continuo nelle televisioni nazionali.
Interessante la gestione di Bram (presentato come Thomas Latimer, il suo vero nome ndr) e Royce Isaacs che danno vita ad una vera e propria cavalcata che li ha portati, tra fortune e colpi sporchi, fino alla finale. I due, a partire dalla semifinale, sono stati affiancati da Madusa. Da capire quindi se anche la leggendaria ex lottatrice seguirà questo tag team anche nei prossimi eventi.
Mi ha sorpreso la vittoria di Colt Cabana contro Willie Mack, cosa che gli ha permesso di vincere l'NWA National Championship e ricevere poi la sfida di “The Cowboy” James Storm.
È sempre un piacere vedere Storm sul quadrato e, dopo un intera carriera vissuta ad IW culminata in modo indecoroso, sarebbe stato doveroso, quasi un obbligo, vederlo in WWE in run singola o in tag team con Roberto Roode per riformare nuovamente i Beer Money Inc.
Le cose invece sono girate diversamente e dopo un 2018 passato con la Insane Championship Wrestling, dallo scorso gennaio è parte degli eventi NWA, cosa che potrebbe concedergli l'opportunità di apparire più spesso anche in Ring of Honor. Un nuovo capitolo ha inizio per James con la speranza che porti qualche buon frutto da raccogliere per la sua carriera.
Non male l'incontro valido per il titolo femminile tornato finalmente in attività con Allysin Kay (Sienna ad Impact Wrestling ndr) che ha sconfitto Santana Garrett. Sicuramente un match sufficiente, ma come quasi tutti gli altri, non ha spiccato o regalato segmenti memorabili.
Confermo inoltre quanto affermato più volte nel mio Impact Planet; Sienna è un personaggio che funziona, che sa interpretare il suo character, ma sul ring continua ad avere parecchi limiti che le comportano buoni match solo di fronte ad avversari di alto livello.
Arriviamo quindi al main event che non solo era il match più atteso della serata, ma si è rivelato anche il miglior match dell'intero evento.
Aldis e Scurll hanno saputo raccontare una storia, quella che parla dell'allievo che tenta a tutti i costi di superare il suo maestro. “The Villain” non è riuscito a conquistare l'NWA Worlds Heavyweight Championship, ma ha sicuramente regalato a noi tutti una storyline memorabile dopo quella vista tra Nick e Cody lo scorso anno e culminata in quel di NWA 70th Anniversary.
Non so se in futuro Scurll avrà una nuova opportunità titolata, a questo punto lo vedo pronto per rincorrere il titolo ROH sito attorno alla vita di Matt Taven e di riuscire ad ottenere quello che ha solo sfiorato nel G1 Supercard del Madison Square Garden lo scorso 6 aprile.
Sarà Best in the World o Final Battle l'evento in cui Marty riceverà una doverosa e sacrosanta consacrazione?!
Nel frattempo la NWA continua a coccolarsi il suo Nick Aldis come proprio campione.
L'ex Magnus della fu TNA è al suo secondo regno e domina incontrastato dallo scorso 21 ottobre, ma chi riuscirà seriamente ad impensierirlo? Soprattutto, chi secondo voi potrà essere il suo prossimo sfidante?
IL “Nation Treasure” può ancora dormire sogni tranquilli, ma se questa collaborazione con la ROH proseguirà , allora non escludiamo profili come quelli di Jay Lethal o Juice Robinson o addirittura Rush; gente che potrebbe regalarci grandi match esponendo al meglio la principale cintura che ha scritto le pagine più importanti della storia di questo business.
Parlando dello show complessivamente:
• La regia della NWA ha svolto un lavoro pessimo con promo che subivano dei tagli improvvisi e inquadrature spesso sbagliate durante le entrate (vedi quella di Marty Scurll). In tutta onestà sembrava di vedere uno dei PPV di Impact del biennio 2015/2017 dove andavano in onda eventi con l'80% dei match non superiori alla sufficienza (se la raggiungevano) e il restante 20% con incontri che valeva la pena guardare; il tutto condito appunto da un delirante lavoro di regia a causa dei tagli dei costi. Si, quello è stato senza ombra di dubbio il periodo più buio della compagnia di Toronto.
• Il pubblico è stato “assente” per gran parte dell'evento. I momenti in cui ho notato i fan realmente attivi sono stati la semifinale tra Briscoes vs Brody King & PCO, la finale della Crockett Cup e appunto il main event. Da non dimenticare anche qualche breve reazione per il team di Bandido e Flip Gordon oltre che per l'arrivo di Storm sul ring.
• Tre ore e mezza di evento che ha avuto tanti, forse troppi, segmenti con interviste sul ring a leggende del passato e quant'altro. Incontri che in linea di massima sono quasi tutti sufficienti, ma che appunto non superano la sufficienza stessa a parte il buonissimo main event andato in scena (match vecchio stile che ha sempre il suo fascino).
NWA 70th Anniversary è un evento che consiglio di recuperare forse più per il senso di nostalgia grazie alla scelta di riportare alla luce la Crockett Cup che per quanto visto realmente sul ring.
Il main event è stato il vero “Treasure” dello show che ci lascia uno sfidante sconfitto, ma sicuramente maturato e pronto per nuovi importanti obiettivi, e un campione che sta mostrando tutte le sue qualità da main eventer, da personaggio vecchio stile (come la sua cultura e quella NWA vogliono) e da quel tipo campione che doveva essere anni fa, ma a volte i frutti maturano più tardi del previsto e, seppur il 2014 è passato da un po', ora prestiamo attenzione a questo momento, perché il 2019 è anche l'anno di Nick Aldis. Godiamocelo.
Anche per questo editoriale è tutto. L'appuntamento con il Back To The Future è per il mese prossimo dove io e Mattia Borsani vi parleremo di Double or Nothing che si terrà il prossimo 25 maggio.
Per quanto riguarda gli appuntamenti con il sottoscritto, vi segnalo l'Orlando Report della prossima settimana con le pagelle di Rebellion scritte in compagnia di Davide Palmieri. Inoltre i report settimanali di Impact Wrestling e l'Impact Planet per scoprire tutte le curiosità e le opinioni riguardanti la federazione di Toronto.
• “Fate tutto sempre con molto Amore e molta Fede in Dio.”
– Ayrton Senna
Have A Nice Day 🙂