Intervista di Bret Hart su WWE.com

Bret Hart

Bret Hart è stato intervistato da Joey Styles su WWE.com, a valle dell'operazione per la rimozione di un cancro alla prostata, notizia che ha mobilitato tutto il mondo del Wrestling per esprimere all'ex pluricampione solidarietà e conforto.


Ecco una sintesi dell'intervista:

Prima di tutto, come stai?

“Attualmente, mi sento bene. Ho ancora dei dolori nella zona dell'addome, dove ho cinque buchi da puntura delle dimensioni di una matita, che rendono difficile anche solo sedermi. L'incisione che mi è stata praticata è piccola, alcuni centimetri. Questo rispetto ad altri tipi di operazioni mi consentirà di tornare in piedi molto prima. Il mio medico mi ha garantito che dovrei avere un decorso regolare e costante per i prossimi mesi. Non potrò certo scalare una montagna, tantomeno sollevare pesi anche di poco più di qualche chilo. Tutto ciò che potrà fare è stare a riposo seduto. A tal proposito ringrazio Dio per il WWE NEtwork, potrò guardarlo davvero molto”

Quando ti è stato diagnosticato il tumore alla prostata, e dopo quanto sei stato operato?

“Negli anni, ho sempre fatto controlli con regolarità. Alla mia età, devi farti controllare regolarmente, e me lo sono imposto. Nel 2013, i livelli del PSA sono saliti e ho dovuto fare una biopsia, e mi hanno trovato un tumore alla prostata. Mi hanno detto che era considerato un cancro a crescita lenta e mi hanno inserito in una lista di pazienti controllati periodicamente, dunque ho ripetuto il PSA, che è semplicemente un esame del sangue, e tempo dopo ho fatto un'altra biopsia. Nel giugno del 2015, il livello del PSA è raddoppiato, e un'altra biopsia ha rilevato che il cancro stava ancora crescendo. Dopo essermi consultato con il mio medito, abbiamo deciso per l'intervento chirurgico, eseguito tramite un robot (prassi comune per operazioni di questo tipo – ndr). Abbiamo concordato di effettuare l'intervento il 10 febbraio, ma non c'è stata alcun tipo di urgenza nello scegliere la data”

Cosa hai fatto nel frattempo?

“Il mio dottore mi ha fatto capire quanto fosse importante arrivare nella miglior condizione fisica possibile, dunque per prepararmi al meglio negli ultimi mesi mi sono allenato molto, grazie alla mia cyclette. Mi sono preparato al meglio sia fisicamente che mentalmente”

Quali erano le tue maggiori preoccupazioni?

“Ci possono essere molte complicazioni, ma ho sempre avuto fiducia nei dottori. Stanno migliorando progressivamente in questi interventi, ed ho scelto l'opzione di eseguire l'intervento con un robot: il chirurgo controlla attraverso un computer ed il robot rimuove la prostata, salvaguardando il maggior numero possibile di nervi. Dopo la rimozione della stessa, che per un uomo è grande quanto una pallina da ping-pong, ricuciscono il tutto”

Quanto è stata dura l'operazione per te?

“Tutti gli interventi sono duri, e direi che questa è l'operazione più dura a cui sia mai andato incontro. Ero mentalmente, emozionalmente e fisicamente preparato per l'intervento, e mi sono sorpreso quando, tre giorni dopo, mi hanno detto che potevo tornare a casa. Sono dovuto rimanere a casa col catetere per altre due settimane, ma a parte questo ed i dolori all'addome, mi sento bene. E' difficile muovermi, tossire o starnutire, è un pò come se combattessi contro Mister Fuji ed il suo bastone e perdessi. Sto però avendo un decorso normale e positivo.”

Perché hai deciso di comunicare pubblicamente il tuo problema?

“Avevo diversi dubbi su questo, ed ho pensato davvero di non dire nulla a nessuno. Quando ho deciso di dire qualcosa, l'ho fatto 10 giorni prima dell'intervento. Non volevo che la gente mi chiamasse e mi chiedesse delle mie condizioni. Non volevo che tutti si concentrassero su di me per troppo tempo. Avrebbe messo in ombra il Ringraziamento, il Natale ed il matrimonio di mia figlia. La gente l'avrebbe scoperto comunque, di questo sono abbastanza convinto, quindi ho preferito fare la cosa giusta, ovvero vincere l'imbarazzo e parlarne. Ho pensato che ci fossero tanti uomini là fuori che avevano sentito parlare di me. Ci sono molte statistiche che dicono che un uomo su 28 muore di cancro alla prostata e uno su 7 lo sviluppa, dunque ci sono tanti uomini là fuori nella mia stessa condizione. Spesso esitano persino nell'andare a farsi un controllo. Voglio che tutto ciò cambi; qui in Canada c'è stato un aumento dell'afflusso di uomini che si sono fatti controllare. Credo sia una debolezza di cui molti uomini sono riluttanti a parlare, il tutto a dispetto delle statistiche e delle percentuali di cui sopra. Per questo penso che sia stato un bene parlarne pubblicamente.”

Sei libero dal cancro ora?

“Beh, c'è sempre una probabilità minima che ritorni, ma sembra che il mio tumore fosse contenuto nella mia prostata. Devo farmi controllare ogni tre mesi per i prossimi due anni, poi sarà una volta l'anno, e tra 10 anni mi diranno se sarò libero dal cancro per sempre”

Hai un messaggio per coloro che leggeranno questa intervista?

“Fondamentalmente, spero che la mia voce possa portare gli uomini a fare i controlli, così facendo potrà contribuire a salvare qualche vita nei prossimi anni. Non ci sono sintomi particolari per il cancro alla prostata, se non mi fossi sottoposto a dei regolari controlli non lo avrei scoperto. E' qui che gli uomini commettono un errore, dicono “Sto bene, quindi non ho bisogno di controlli”. Se succede ad una persona sostanzialmente in salute come me, che sono in forma fisicamente ed ho un padre che ha vissuto fino ai 90 anni, può succedere a tutti. E' facile farsi controllare, basta un semplice esame del sangue. Tutti gli uomini dai 50 in su, o persino dai 40, dovrebbero farlo. Il cancro alla prostata può manifestarsi e crescere per anni senza che voi lo sappiate. Potrebbe capitare che quando finalmente farete un controllo potrebbe essere troppo tardi, e potrebbe già essersi diffuso nel resto del corpo. Scoprire il cancro alla prostata prematuramente rispetto alla sua crescita può consentire di eliminarlo del tutto. Se lo scoprite presto, i medici possono rimuoverlo e potete vivere una vita normale”