I Reporter del WSJ: “Non abbiamo finito le indagini su Vince”

Vince McMahon

Come del resto era facilissimo da ipotizzare, continua prepotentemente a tenere banco nel mondo del wrestling l’articolo di venerdì del Wall Street Journal su Vince McMahon, nel quale l’autorevole testata ha riferito come l’ex CEO e presidente della WWE Vince McMahon abbia pagato più di 12 milioni di dollari per coprire vari affari e casi di cattiva condotta sessuale, incluso un patto da 7,5 milioni con una ex wrestler che ha affermato che il signor McMahon l’ha costretta “ad atti sessuali” e poi l’ha retrocessa, e alla fine ha rifiutato di rinnovare il suo contratto nel 2005 dopo aver opposto resistenza a ulteriori incontri sessuali. Ciò arriva sulla scia di un ulteriore rapporto del WSJ del mese scorso, secondo cui McMahon ha pagato $ 3 milioni a una ex dipendente della WWE per mantenere privata una presunta relazione tra di loro.


Come sappiamo, Vince ha ceduto temporaneamente il ruolo di CEO della WWE alla figlia Stephanie, proprio per consentire indagini interne in merito alla questione.

“Stiamo continuando a indagare”

Lunedì mattina, i due giornalisti che hanno raccontato queste indiscrezioni, Joe Palazzolo e Ted Mann, sono intervenuti nel podcast Busted Open Radio, ed hanno ovviamente parlato dei suddetti articoli e di tutte le indagini su Vince. Tra le altre cose, i co-conduttori Dave LaGreca e Bully Ray hanno chiesto loro se il loro ultimo articolo fosse conclusivo rispetto alle accuse contro McMahon, oppure se ci sia ancora altro da rivelare.

“Penso che probabilmente non abbiamo ancora finito”, ha detto Palazzolo. “E stiamo continuando a indagare”.

Al duo è stato anche chiesto se le persone possono aspettarsi una storia grande come la notizia bomba pubblicata lo scorso venerdì. In questo caso, invece, la risposta è stata sostanzialmente negativa:

“Posso solo dire che non sappiamo di un altro NDA da 7,5 milioni di dollari”, ha detto Palazzolo. “Se stai chiedendo se c’è qualcosa di più grande di questa vicenda dei 7,5 milioni, allora la risposta è no. Non ci siamo tenuti come ulteriori ‘cartucce’ altre storie come quella. Abbiamo in qualche modo raccontato tutto quello di cui siamo a conoscenza. Ci sono un paio di cose che non sapevamo che stiamo ancora seguendo. E a volte, in scandali simili altrove, ci sono persone che hanno qualcosa da condividere che diventano un po’ più incoraggiate a parlarne quando si sono già diffuse delle notizie precedenti e simili. Stiamo ancora lavorando per capire se ci sono persone del genere là fuori”.

Scritto da Andrea De Angelis
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