Hulk Hogan parla di Tough Enough e Kevin Owens

Hulk Hogan

Hulk Hogan è stato recentemente intervistato dal Rolling Stone per parlare del reality show Tough Enough, nel quale è giudice, di Kevin Owens e di come sarebbe stata Hulkamania al giorno d'oggi. Di seguito l'intervista:


Quali sono stati i tuoi primi pensieri su Tough Enough essendo un veterano con 40 anni di esperienza? Un reality può sostituire anni di allenamento?
“Se dieci anni fa mi avessi detto che questa sarebbe stata una possibilità per iniziare nel business ti avrei dato del pazzo. Quando ho iniziato io bisognava viaggiare per 2.000 miglia ogni settimana, lottare per 15$ a notte, sputare l'anima e imparare a lottare on the road. Ma il Performance Center ha formato alcune delle più grandi top star attuali; è assodato che questa formula funzioni, per cui mi fa piacere essere stato reindirizzato nel trovare la prossima Superstar o Diva della WWE.

Ho dovuto reinventarmi molte volte negli ultimi 35 anni; ho dovuto adattarmi a moltissime cose – non si tratta di un problema di orgoglio, ma di rieducare se stessi. E vedere se questo funzioni e quanto sia efficiente il Performance Center per me ha perfettamente senso. Per cui il mio pensiero è che sì, questo è un metodo migliore per farlo.”

Abbiamo sentito molto del successo del WWE Performance Center; secondo te qual è il segreto di quel successo?
“È un'esperienza di un altro livello fratello. Ci sono diversi ring nell'edificio, i ragazzi sono ben protetti e la sicurezza è la priorità principale – ci sono dottori, terapeuti e allenatori nello staff; non è come il mio primo giorno quando mi ruppero una gamba di proposito. E poi c'è lo sviluppo artistico; prima che Dusty Rhodes ci lasciasse stava insegnando in una classe di recitazione perché è necessario sapere come raccontare una storia, come disegnare un quadro con il tuo volto e il tuo corpo. Ci sono stanze per le interviste, dove si può imparare a parlare al microfono, vendere i biglietti e rendere over il tuo character. È un'esperienza che non ha mai fine.”

È facile immaginarsi i tuoi critici alzare gli occhi al cielo quando parli di 'sviluppo artistico'.
“Ho passato 22-24 settimane all'anno in Giappone per circa 18 anni; molte persone non lo sanno. Ho passato due anni a darmi da fare con un ragazzo giapponese di nome Hiro Matsuda ed è lì che ho davvero imparato a lottare. Quando sono andato in Giappone non esistevano ancora le mie classiche taunt, non avevo il Leg Drop come finisher, bisognava andare lì e lottare secondo lo stile della lotta greco-romana, “catch as catch can”. Amavo andare in Giappone perché in America dicevano 'Oh, Hulk Hogan fa solo tre mosse'. Beh è tutto ciò di cui avevo bisogno per fare soldi. Se avessi fatto chissà quante altre mosse, come i Sunset Flip e gli Arm Drag, sarei stato come chiunque altro nella card. Per cui lascio quelle cose agli altri mentre io vado lì fuori ogni notte e rubo lo show. Ma quando sono andato in Giappone avevo un contratto garantito, ogni show era sempre sold out grazie a tutte le star giapponesi che si esibivano, per cui era come assistere a una performance di Jimi Hendrix, fratello. Ero molto più libero; andavo lì, lottavo, prendevo alle spalle la gente, ribaltavo le loro mosse, li colpivo con dei Suplex, li mettevo al tappeto. Mi divertivo sempre tanto in Giappone perché lottavo per davvero lì.”

In qualità di giudice di Tough Enough cosa cerchi nella prossima Superstar o Diva?
“La prima cosa che cerco è la loro energia; posso stringere la mano a qualcuno, incrociare il suo sguardo e capire che tipo di energia abbiano. Ed è da lì che si inizia; dal punto di vista personale sarà molto difficile per me dire a qualcuno che non è “duro abbastanza” (“tough enough” – ndr), ma mi impegnerò seriamente per tutto il tempo. È una situazione in cui siamo alla ricerca del meglio del meglio. Sto cercando qualcuno che vive il wrestling, che lo respira a pieni polmoni e che ne è ossessionato.”

Hai parlato del dover 'rieducare' te stesso al business, vale lo stesso anche ai criteri che userai per giudicare i concorrenti di Tough Enough?
“Il business non è cambiato; è ancora bene contro male, è il confronto definitivo dal momento in cui ha avuto origine il tempo. Alla fine si tratta solo di raccontare una storia, alla fine colui che possiede l'”It” Factor, il carisma, sarà il leader, colui che andrà nel main event. Perciò il business non è cambiato, è cambiato come ci si arriva grazie ai social media, ai reality show, alla vasta scelta di compagnie. Il business ha dovuto reinventarsi; ora è molto più veloce. Ad esempio se dieci anni fa io e te avessimo avuto un diverbio oggi avremmo potuto non lottare l'uno contro l'altro fino a Wrestlemania. Al giorno d'oggi se io e te litighiamo lotteremo l'uno contro l'altro alla fine dell'ora. È tutto molto più veloce ma lo sviluppo artistico e il business non sono cambiati.”

Ma allo stesso tempo guarda all'ascesa di Kevin Owens – non è una prova recente che il business è cambiato?
“Kevin in realtà mi ricorda quei vecchi wrestler dei tardi anni '70, quei ragazzi che magari non avevano un fisico impressionante ma che ti avrebbero spaventato a morte se li avessi incontrati in un bar. Quello che mi ha colpito di lui è che mentre stavo guardando un suo match a NXT mi sono reso conto di non essere più nella realtà, improvvisamente ho iniziato a guardarlo e mi sono reso conto che mi aveva fatto ricominciare a credere nel wrestling. L'ho guardato da vicino e non ha punti deboli – i suoi pugni, i suoi calci, tutto ciò che fa sembra che sia fatto per uccidere il suo avversario, cosa che probabilmente è così. Mi ha colpito mentre avevo la guardia abbassata e mi sono ritrovato a credere di nuovo, mi ha colpito. Ha il giusto look, il giusto atteggiamento e la giusta aggressività.”

La sua rivalità con John Cena è stata la miglior cosa in WWE dell'ultimo mese, grazie anche al lavoro di Cena al microfono e sul ring. In qualità di ex volto della compagnia come giudichi il momento di Cena come United States Champion?
“John è il giocatore corale definitivo; dice 'Lanciatemi lì dentro con i giovani leoni', va lì fuori e lavora duro. Vuole aiutare i ragazzi più giovani, che è un testamento a quello che è il suo character. John è il pacchetto completo amico, ha riempito il divario che c'era tra le generazioni. È ancora un ragazzo della vecchia scuola e la rispetta profondamente, ma allo stesso tempo è anche sul limitare della nuova generazione. È stato la salvezza per la WWE negli ultimi dieci anni e lui continua a essere un leader, non lo vedo abbandonare ancora per molto tempo.”

Se Hulk Hogan fosse un principiante sul punto di cominciare a Tough Enough i fan di oggi gradirebbero il prodotto?
“Non ho nessun dubbio; il mio primo giorno nel wrestling mi hanno rotto una gamba, ma una volta che l'hanno fatto non si sono mai più liberati di me. Mi ci sono voluti tre mesi per tornare e loro mi hanno torturato per due anni ma non sono riusciti a liberarsi di me, per cui so che avrei potuto gestire una cosa come Tough Enough. E non dimentichiamo che quando è iniziata l'Hulkamania io sono stato costretto a costruire la mia 'casa' un mattone alla volta; non avevamo i cellulari allora, ma sono riuscito a rendere Hulkamania una cosa internazionale, era viva in tutto il mondo. Non riesco nemmeno a immaginare quanto sarebbe stata grande al tempo se avessi avuto Facebook e Twitter.”

Scritto da Lorenzo Pierleoni
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