CM Punk torna a parlare in un’intervista a ESPN

In un’intervista rilasciata a Marc Raimondi di ESPN, CM Punk è tornato a parlare pubblicamente per la prima volta da settembre 2022, in vista del suo rientro imminente nella compagnia attraverso l’esordio di AEW Collision.
L’intervista di CM Punk
Nell’intervista rilasciata, CM Punk ha toccato molti temi: dalla riabilitazione dopo l’infortunio, passando per i dissidi con Adam Page, la media scrum post-All Out e la rissa con i fratelli Jackson e Kenny Omega. Punk ha parlato anche degli attuali rapporti con il management AEW, oltre che, naturalmente, di Collision. Ecco degli estratti dell’intervista:
Riguardo all’infortunio e alla riabilitazione:
«Nel wrestling, spesso scherziamo sul fatto che ci si infortuna facendo le cose più stupide. Cadi da una scala alta 4 metri e mezzo e finisci su un tavolo e stai bene, ti rialzi e il giorno dopo corri 10 km e ti alleni in palestra come se nulla fosse. Poi però fai una cosa stupidissima, piccola, cose di routine che hai fatto mille volte in carriera e ti infortuni. Poi, l’aspetto mentale del recupero non è stato affatto facile. Fortunatamente ho avuto un grosso sistema di supporto: mia moglie [la fu AJ Lee, ndr.], Larry [il cane, ndr.] e i miei amici, oltre a un super team di riabilitazione che mi ha permesso di tornare così in fretta; anche se non sembra, mi sembra siano passati 12 anni».
Sulla situazione con Adam Page a Double or Nothing 2022
«Penso che fu un match bruttissimo, perché pensavo tutto il tempo a proteggermi anziché a lavorare bene e a mettere su la miglior prestazione possibile. Tenevo gli occhi aperti, insomma. Ad un certo punto mi ha colpito con una Chop sulla bocca e ho pensato: “Ok, l’hai fatto di proposito?”. Mi ha spezzato un dente ed ero lì a dirmi: “Dovrei restituirgliela?”. Diciamo che ha cambiato le dinamiche. Come se mi avesse avvelenato tutto e avesse reso tutto molto, molto brutto. Fu quello ha causare tutto il resto e siamo qui a un anno di distanza e non è stato fatto un c***o in proposito».
Sui suoi rapporti con Tony Khan
«La prima cosa che gli ho detto quando ci siamo seduti a parlare dopo quello che è successo è stata: “Amico, mi spiace di averti messo in quella posizione”. Chiedo scusa per la scrum. Ma in quella media scrum c’è solo uno parecchio frustrato che dice le cose come stanno alla gente. Non era la prima volta che lui [Khan, ndr.] le sentiva o che le sentivano gli avvocati. E io cercavo solo di fare in modo che si intervenisse, perché nessuno faceva nulla. Se vuoi che qualcosa venga fatto bene, fallo tu stesso. Credo di aver affrontato le cose nella maniera giusta, ma averle gestite male, la tensione era alta. Ero davvero molto incaz***o. Mi ero praticamente già accorto di essermi anche infortunato di nuovo. Ero dolorante e deluso. Ammetto candidamente che lo rimpiango e che l’ho gestita nella maniera più sbagliata».
Sulla rissa con gli Young Bucks e Omega
«Non credo che quello che è successo sia così importante. Sono cose che sono successe negli ultimi 10 mesi nell’hockey, nel basket, nel baseball, praticamente in tutti gli sport. Tutti ci fanno attenzione e poi se ne dimenticano il giorno dopo. Probabilmente tutto era amplificato: mi ero infortunato al tricipite, ero stato via tanto tempo. Tutto è stato amplificato dal fatto che certe persone stavano sparando balle per tutto quel tempo. E quando questo entra a contatto con la mia vera personalità… beh, succedono dei mer***i».
Punk ha anche aggiunto in proposito di aver provato a contattare i fratelli Jackson e Omega ma di aver ricevuto risposte negative. Tutti e tre gli hanno detto che gli avvocati avevano loro consigliato di non avere contatti con CM Punk. Punk ha però detto di non avere capito se si riferissero a dei loro avvocati o ad avvocati di “terze parti” come la AEW.
Sulla possibilità di trasformare questa vicenda in storyline
«Ci siamo trovati tutti a rotolare nel fango e non sarebbe mai dovuto succedere, non è mai stato corretto, per nessuno. Capisco che la gente voglia dire: “Ehi, Punk è un cogl***e”. Però è così solo perché si è difeso e cercherà sempre di difendersi. Sono disponibile a sedermi al tavolo e a sviscerare tutto e risolvere in una discussione con tutti. Eppure ancora non è successo e di certo non per colpa mia, ci ho provato».
Sulle prospettive per Collision
«Con più tempo televisivo, si avrà l’occasione di vedere gente come Hobbs e Starks, persone che credo abbiano il potenziale di fare quello che fa un MJF, con il tempo on-screen che gli viene concesso. A loro non è mai stato concesso, perché viene dato a gente come MJF, che pure se l’è meritato. Dobbiamo solo migliorare nel mettere sotto i riflettori tanti ragazzi diversi. Vale per tanti ragazzi e saranno nella posizione in cui dovranno nuotare o affogheranno. Adesso è il loro momento, ora è mai più. Si dovranno davvero fare il mazzo e dimostrare perché hanno quello spazio in tv».
Sulla posizione nei palinsesti del programma
«Se io sono l’uomo copertina – o il top guy o come volete chiamarlo – questo è quello che la gente sogna. Se vieni scelto per una posizione del genere, non puoi permetterti di non accogliere anche le critiche negative. Personalmente, la vedo come una sfida. Ma se si guarda alla vendita dei biglietti, per esempio, credo sia molto più facile venderli per un evento dal vivo. Almeno rispetto ad un giorno lavorativo, ad un mercoledì. Ci sono lati positivi e negativi. Ad ora non vedo gli aspetti negativi come così dannosi».
Sulla decisione di tornare
«Ho avuto dei momenti di depressione e non escludo che, quando mi capita, finisca a dire: “Ah, fan***o questo, che me ne importa”. Ma non credo di avere mai avuto seriamente intenzione di lasciare. C’è ancora del lavoro da fare e sono esaltato all’idea di tutte le cose che stanno per arrivare. Gettare il bambino con l’acqua sporca solo per un piccolo errore sarebbe stato un po’ sciocco».