Accuse di molestie verbali e fisiche anche nei confronti di Jimmy Havoc

Dopo il caso di David Starr, un altro lottatore è stato accusato di aver perpetrato abusi fisici, mentali e verbali da un’ex fidanzata.
Si tratta nella fattispecie della AEW Superstar Jimmy Havoc, accusato dall’ex compagna Rebecca Crow di aver reso la loro relazione tossica con comportamenti ossessivi e violenti.
A rilanciare la notizia è il portale Pro Wrestling & MMA World, il quale ha attinto direttamente dai profili social della stessa Rebecca Crow. Il post in questione li riportiamo di seguito.
Questa storia non segue alcun ordine temporale. Molti dei miei ricordi di questi abusi sono in disordine perché al tempo stavo combattendo contro l’abuso di sostanze stupefacenti e di alcool. Ma tutto questo NON rende il resto meno grave. Sto rendendo tutto pubblico perché non voglio che altre persone possano soffrire come ho sofferto io. E perché penso di non essere da sola.
Vi riportiamo anche la trascrizione del racconto allegata al post di sopra, nella quale Rebecca Crow scende più nei particolari.
Sono terrorizzata dal scrivere quanto segue, perché so che ci saranno persone che lo difenderanno dicendo: “è sempre stato così amorevole con me”. Ma le lacrime che stanno scendendo mentre scrivo non mentono. Sono stata un anno e mezzo in terapia e finalmente sono riuscita a liberare la mente e dopo tanto tempo sono riuscita a difendermi da lui.
Sono stata con Jimmy Havoc per circa tre anni. Perché non l’ho lasciato prima? Per molte ragioni, ogni volta che litigavamo – cosa che accadeva di frequente – lui tentava di farsi del male da solo. Ho dovuto “lottare” contro forbici e rasoi in più di un’occasione. Ho provato a chiamare diverse volte l’ambulanza per aiutarlo ma ogni volta mi rubava il telefono dalle mani. Ogni settimana, a ripetizione, mi minacciava di suicidarsi. Si sedeva poi di fianco a me e rifiutava di parlarmi, non voleva nemmeno guardarmi in faccia, e la cosa andava avanti per ora mentre io piangevo, mi disperavo, urlavo e lo imploravo di non farlo.
Lo difendevo da tutti i miei amici. Ha avuto un’infanzia difficile. Conosce solo la rabbia e la violenza in una relazione d’amore. Ma anche dopo una serie di “momenti di svolta” in cui la situazione sembrava migliorare, le urla nei miei confronti non si sono mai arrestate. Ricordo di essere stata sempre molto spaventata quando eravamo nella sua macchina, guida in maniera assolutamente pericolosa quando è arrabbiato. Il tutto acuito dal fatto che soffrivo di sindrome da stress post traumatico a seguito di un incidente che ebbi in precedenza.
Era solito gettare per strada il proprio bagaglio dopo gli show, lo prendeva a calci e urlava quando non ero disposta a seguire i suoi piani. Prendeva a pugni i muri e sé stesso, in faccia, a ripetizione di fronte a me mentre piangevo.
Più di una volta mi disse che ero una persona terribile e che non lo amavo, che lo ferivo di proposito e che gli facevo venire voglia di togliersi la vita.
Mi diceva che voleva partecipare al Tournament Of Death (ricorrenza tipica della CZW con la quale ai tempi collaborava, ndr) e che si sarebbe tolto la vita proprio lì. E se io avessi provato a salvarlo avrebbe detto alla reception di farmi entrare nel palazzetto.
Durante WrestleMania ad Orlando, era davvero tanto stressato. Ero il suo bersaglio verbale su cui riversava tutta la rabbia quando era sbronzo. Quando invece era sobrio “non riusciva a ricordare” gli abusi, quindi non mi chiese nemmeno mai scusa. Scappai da lui proprio a WrestleMania perché non sarei riuscita a stare accanto a lui ancora a lungo. Mi sono persa praticamente gran parte dello show. Mi convinse in seguito che avessi reagito in maniera esagerata.
La prima volta che lo lasciai fu dopo uno SmackDown alla O2 Arena. Era ubriaco e verbalmente molesto. Quando gli dissi che aveva anche fatto arrabbiare una mia amica lui l’assalì, le afferrò un braccio e se la portò vicino al viso per mormorarle delle “scuse”. Lei era spaventata.
Ma nonostante tutto continuavo a tornare indietro. Il punto di rottura avvenne solo quando ci sedemmo in macchina, in silenzio, una sera. Lui si rifiutava di parlarmi e di guardarmi perché la sera prima ero uscita con degli amici. Lui odiava i miei amici e ora riesco a capire anche il perché. Loro erano riusciti a capire chi fosse realmente. Mi portava a cena fuori dopo ogni litigata. Vedeva il dolore che mi provocava. E sono sicura che dirà di non ricordarsi niente di tutto quello che vi ho appena raccontato.
Non sono pervenute al momento repliche di Jimmy Havoc, vi invitiamo dunque a rimanere sintonizzati con la nostra newsboard per eventuali nuovi sviluppi o rettifiche sulla vicenda.