WWE Planet #914 – Bigger Than Big E.

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Fin dall’improvvisa divisione forzata dal resto del New Day causata dalla particolare scelta al Draft, si è iniziato a parlare con insistenza del push di Big E. Prima sottotraccia, a tratti apparentemente fermo, ora abbastanza deciso, anche se per qualcuno non sufficientemente in alto. Ma forse è utile prima capire dove siamo e fin dove possa spingersi Big E.


Innanzi tutto, un punto di partenza quasi universale: Big E., vuoi per il lavoro fatto col New Day, vuoi per l’innegabile crescita personale, è uno dei tanti nomi della lista “Lottatori che meritano un push da tempo”. Il wrestler, il performer, l’oratore, tutto in Big E. ha fatto passi avanti nel corso degli anni; complice naturalmente il New Day, sua dimensione unica negli ultimi 6 anni ma dove ha potuto sperimentarsi quasi in tutto. Indipendentemente da cosa si pensi dell’act della stable, il merito è stato quello di creare un ambiente fertile per le idee di Big E. (ma anche di Woods e Kingston), dandogli uno spazio che poi è stato capace di far fruttare. Senza contare che il New Day è stata la salvezza dal personaggio caratterizzato poco e male che aveva interpretato fino a quel momento.

Ma il New Day è anche il motivo per cui molti pensano che i tre non possano consacrarsi, volenti o nolenti, dentro e fuori da esso. Un discorso vecchio quanto il gruppo, solamente rinverdito dalla parentesi Kofimania, che ha ulteriormente diviso i possibilisti da quelli che la catalogano come eccezione conferma regola. E qui arriva il primo punto: in questo push i riferimenti al ND ci sono, sono costanti ma non preponderanti. Essendo il Draft evidente, non si è potuto farne a meno e anche il Big E. personaggio ha dovuto iniziare a camminare da solo. Un qualcosa che, ora come ora, non ha né danneggiato né aiutato Big E., facendo solo da sfondo alle sue rivalità ed interazioni. Probabilmente il modo giusto di far entrare nell’economia del suo percorso il suo passato, enorme ma non per forza ingombrante.

È altresì evidente come sia l’immobilità dell’autunno, sia il push limitato alla scena Intercontinentale siano figli dello stesso discorso. Al piano di sopra non c’è posto. La figura di Reigns monopolizza attenzione e spazi e per quanto Big E. potrebbe essere un candidato-avversario valido per schieramento, probabilmente non c’è l’intenzione di rischiare di affossarlo mettendolo di fronte a un’inevitabile sconfitta. L’IC Title potrebbe guadagnare dalle faide portate avanti da un personaggio innegabilmente over, in maniera anche abbastanza trasversale. Incrociando per giunta le strade con wrestler del calibro di Zayn, Crews e gli altri vari mid-carder di cui SD abbonda. Diverse contingenze stanno facendo le fortune del Titolo secondario dello show blu, riscuotendo i vantaggi di trovarsi in quello dei due che funziona.

Ma c’è un eppure. Ad oggi tutto funziona ma lo fa senza strafare. La situazione per Big E. è positiva ma certo non come vorrebbero i suoi accaniti tifosi; non sembra certo una di quelle fasi che ti svolta la carriera. Visto che spesso situazioni simili a quelle dell’ex Langston sono drammatiche, è più vero che mai che chi si accontenta gode. Ma potrebbe esserlo ancora di più, parlando di lui. La condizione attuale è un po’ un limbo – come detto un limbo positivo ma pur sempre un limbo – da cui è difficile uscirne puntando più in alto. Il che ci porta alla domanda generale: può Big E. puntare più in alto?

In un discorso che può esulare o no dal New Day, non so se davvero il 34enne di Tampa possa dare la sicurezza che si cercano egli uomini di punta in WWE. Pur avendo raggiunto una maturità evidente e con alle spalle diverse situazione che dimostrano il suo valore nell’arco degli 8 regni in 6 anni con Woods e Kingston. Il meglio di Ettore potrebbe non essere ancora stato raggiunto ma potrebbe comunque non essere abbastanza, al di là delle occasioni per dimostrarlo. Con le giuste porte spalancate, Big E. potrebbe rivelarsi davvero “soltanto” un B+ Player.

Scritto da Daniele La Spina
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