WWE Planet #823

Amiche ed amici di Tuttowrestling, ben ritrovati a questa nuova edizione del Planet. Una settimana di rinascita, di inizio della corsa verso il primo PPV del nuovo anno della WWE. Perché se WrestleMania è un po' cose se fosse la puntata finale, il Capodanno del wrestling, allora adesso ci troviamo in quel periodo post-feste in cui si deve mantenere il buon proposito di andare in palestra per perdere i chili accumulati.
Il nuovo inizio dettato dallo Shake-Up delirante appena concluso (si spera, visto che è già il più lungo di sempre), impone un certo ottimismo. Quantomeno per la legge dei grandi numeri, con così tanti bassi appena trascorsi, qualche alto dovrà pur arrivare. Il canovaccio del Draft è stato il solito: saccheggio di SmackDown Live in favore di Raw quanto a star power e al brand blu affidato il compito di consacrare chi il lunedì non ha spazio oppure di dare nuove opportunità a chi risultava un po' stantio. A Raw si va in cerca di una visibilità e di cose a fare finite nella Terra delle Opportunità , sperando che le eterne 3 ore di show vengano finalmente utilizzate per dar davvero spazio a tutti e non per riproporre replay dell'inizio della puntata o per far apparire 5 volte la stessa Superstar. Con oltre 100 wrestler impegnati nel main roster, la parola d'ordine del nuovo anno dev'essere “riciclo”. Al netto di infortuni e momenti di pausa, lo spazio per tutti o quasi può esserci: basta aver voglia di trovarlo. Magari con senso, certo, ma una storia per tutti sarebbe l'ideale: senza più tag team che vagano dispersi nella divisione (tanto più che gli split, quasi sempre illogici, sono stati tantissimi), senza più mid-carder usati a spot per riempire i vuoti, senza più una concentrazione verso l'altro.
Ben venga che Becky Lynch abbia due Cinture e dunque due storie da raccontare, ben venga che ci sia lo sforzo di mantenere alto l'interesse attorno al ritrovato Unversal Championship e al WWE Championship, ben venga che i nomi considerati di punta siano impegnati in feud di rilevanza. Ma ben venga anche altro. La struttura stessa del prodotto può cambiare in meglio e diventare (ancora più che tornare ad essere) un contenitore di tante storie che si intrecciano e viaggiano insieme, condizione ormai fondamentale per mantenere l'attenzione. La WWE deve provare a uscire dalla concezione che basta un coro un po' più famoso o una theme song azzeccata per rendere una Superstar over per sempre. In questo senso il segnale positivo può essere il “nuovo” Roode. Prima di giudicare il tutto, visto che siamo agli inizi, pensiamo alla buona volontà : l'abbrivio c'è, ora bisogna continuare a spingere. Far tornare rilevanti i Titoli secondari non sarà mai sbagliato, costruire dal basso i personaggi difficilmente porterà ad una disaffezione del pubblico, programmare a lunga scadenza non potrà mai essere innaturale. Cercare di scrivere un libro dall'inizio alla fine e cambiare eventualmente poi solo in caso di reale necessità : più di molte cose, quello che davvero spazientisce la fan base negli ultimi tempi è l'assenza di una rotta certa e questo continuo virare alla ricerca di non si sa quale stella polare.
Che il buon proposito allora sia questo, a cominciare dall'imminente scelta a chi affidare (e a come far utilizzare) le valigette del Money In The Bank: cercare di dare un senso in diacronia. Lo sforzo base, forse l'unico davvero richiesto a McMahon & Co. – sicuramente molto più che lanciarsi nel mucchio a interpretare personaggi para-dirigenziali stantii e privi di collocazione. Con tutta la buona volontà degli inizi ma con quel pizzico di pessimismo dettato dai segnali; segnali… chiamateli pure Sasha Banks e Luke Harper, se volete.