WWE Planet #798

In una WWE da 18 eventi settimanali e 32 PPV l'anno, diventa quasi impossibile scegliere di cosa parlare su un editoriale come il Planet. Arrivare subito dopo Crown Jewel al proprio esordio su queste righe, ti toglie l'onere di scegliere l'argomento ma ti mette subito di fronte a una bella gatta da pelare. Mi do il benvenuto alla co-guida del Planet, come ormai saprete assieme a Gioacchino Cimino e al posto del mio amato tag team partner Aldo Fiadone, già censurando le tante parolacce che vorrei scrivere e provando a concentrarmi di più sull'onore di occupare questo posto e di iniziare questa per me nuova avventura.
Premessa a parte, resta l'obbligo di parlare di Crown Jewel. Se già le settimane precedenti sono state chiacchierate e piene di polemiche a causa dell'omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi su probabile mandato del principe saudita, grande sponsor dell'evento, anche il post-evento sarà uno di quelli che farà discutere. Geo-politica a parte – situazione dalla quale, mi preme dire, la WWE esce malissimo, con una gestione della situazione d'emergenza confusa, lenta e molto miope anche se in qualche modo obbligata – l'evento ha lasciato la quasi totalità dei fan talmente con l'amaro in bocca, da poter riuscire a far parlare molto più di sé in questo modo. Parliamoci chiaro: Crown Jewel partiva sotto una cattiva stella, con aspettative generali molto basse e ben pochi margini di sorpresa. E diversamente non poteva essere, così come è stato per Greatest Royal Rumble, per un evento concettualmente partorito a favore di una nicchia di pubblico in maggioranza occasionale, lontano suo malgrado da tante dinamiche “moderne” del wrestling e per giunta poco abituato a questo tipo di eventi, come lo è il pubblico quello saudita. È chiaro che in uno show a vocazione totalmente commerciale, figlio di un accordo già siglato e per giunta fatto ad hoc per un pubblico lontano dai gusti ma anche dal prodotto medio della WWE, la considerazione che si debba avere sia un po' quella dell'una tantum che vale solo per quella notte. Erano tutti temi già esplorati, cosa che la stragrande maggioranza dei fan aveva messo in conto e accettato di buon grado. Quanto successo però a Crown Jewel, figlio chiaramente di tante cose e di tante altre meno chiare, non è però totalmente giustificabile con questi punti di partenza; nemmeno Hogan come host basta come scusa!
L'appeal della World Cup era l'appeal che poteva avere un torneo in copia-carbone (e fatto peggio) del King Of The Ring, totalmente fine a sé stesso, mai giustificato e completamente campato per aria. Poteva starci l'idea di un torneo esclusivo, in piena linea con la Rumble speciale, ma è difficile comprende perché non far partire il torneo prima o renderlo più breve per evitare di avere lottatori costretti a lottare 3 volte nella stessa serata con pochissimo tempo di pausa. Più che per la tenuta fisica dei protagonisti, mai in discussione, semmai la preoccupazione è per la tenuta mentale di chi guarda: vedere più o meno la stessa solfa di match ricominciare ogni volta per praticamente 3/4 dello show non è esattamente stimolante e se poi quarti di finale e semifinali del torneo sono risultati i più godibili dell'evento, è più per demerito del resto che per merito delle contese. L'aggiunta delle premesse, con probabilmente buona parte del roster parecchio demotivato a combattere per qualcosa simile a niente in un contesto non idilliaco come quello dell'Arabia Saudita, non deve aver aiutato la qualità di match che, comunque, dovevano ridistribuirsi spot e buone azioni a scapito del divertimento. Ingiustificabile è, invece, il finale: nessuno di noi è cieco e dopo la rabbia del primo momento è facile capire come le azioni di Shane porteranno ad un probabile turn heel del Commissioner di SDL. Come è anche facile comprendere che il suo abuso di potere porterà ad uno scontro con Baron Corbin a Survivor Series, con i rispettivi team a rappresentare i due roster. È la modalità a lasciare perplessi: c'era davvero bisogno di far vincere Shane? Non bastava che lui, tra l'altro aiutando un heel eterno come Miz, interferisse nel match in qualche modo? E soprattutto: non si sono resi conto di quanto imbarazzante e incoerente sia il tutto? E questo basta a odiare un finale del genere di qualcosa che fino a 10 minuti prima neanche ci interessava; non serve nemmeno scomodare la solita rabbia sull'ennesima fregatura rifilata a Dolph Ziggler.
La vittoria di Shane McMahon è circa l'unico acuto di SmackDown nell'evento: trattato al solito da show B, SDL aveva un match nel kickoff (buono ma inutile), una contesa di Coppia dal finale scontato e che probabilmente rivedremo in versione migliorata a brevissimo, e il match per il WWE Championship. Ancora una volta si esce da un match di AJ Styles che difende il Titolo con un “ni” come giudizio: la contesa è buona ma l'impressione è che, probabilmente anche per i cambi di piani all'ultimo, Joe e Styles si siano limitati al compitino e chiunque abbia più di 12 anni sa e si ricorda cosa e quanto di meglio sappiano fare quei due insieme sullo stesso ring. Non che la cosa giustifichi le “ola” del pubblico, disinteressato durante il match. Il tutto, oltre all'assenza di Bryan, è anche figlio della crisi generale dello show blu e del fatto che la parte attualmente più interessante e trainante del martedì sera, la faida attorno al Women's Championship, sia stata costretta a stare in panchina.
Anche la parte Raw dell'evento combatte con i propri problemi atavici: escludere totalmente Dean Ambrose, chiaramente punto d'interesse principale dell'ammiraglia WWE in questo momento, non è stata una mossa furba. Ma la sua assenza fa probabilmente il paio con quella di Roman Reigns nel match per il WWE Universal Championship: sappiamo quanto il ritorno della leucemia del Big Dog abbia costretto a cambiare i piani fin troppo in fretta. Penalizzata la World Cup che a sua volta impediva di mettere in palio altre Cinture (tutte in mano a Seth Rollins che era già qualificato), penalizzato il match per lo Universal Championship. Ma gli alibi finiscono qui: non è chiaro perché Brock Lesnar abbia riconquistato il Titolo, non è chiaro perché Corbin abbia attaccato Braun Strowman prima del match (Drew McIntyre era sul posto, tanto per dire), non è chiaro perché a quel punto siano comunque servite cinque F-5 a mettere al tappeto Strowman. Insomma non è chiaro niente. Non è neanche comprensibile il tempismo della scelta, tanto più nel momento in cui l'altro Titolo del roster, quello Intercontinentale, è in mano a un lottatore già impegnato in una faida maggiore che sarà probabilmente lunga e che per giunta è anche Campione di Coppia. Una situazione che per almeno un mesetto (spero solo per un mesetto) metterà di nuovo Raw sotto scacco: senza Campioni da sfidare (perché se Rollins ha Ambrose, Lesnar avrà Strowman), pieno di match inutili e con pochissime storie interessanti. Non vorranno mica cercare di farci pentire di aver fischiato Reigns?
In ultimo il main event sul quale, francamente, c'è poco da dire. Se già aveva pochissima capacità attrattiva, l'entusiasmo smorzato di un pubblico chiaramente non all'altezza dell'evento e non abituato a quanto visto ha fatto il resto. In più arrivare ad un main event che nessuno aveva davvero bisogno di vedere dopo 3 ore e mezza degli scempi sopra descritti, non aiuta l'attenzione. Sono sicuro che se recupero il video del tag team match tra DX e BoD e lo guardo al doppio della velocità potrà anche essere godibile. Lo stato di forma che va dal penoso all'imbarazzante dei 4 protagonisti (forse Kane escluso) unito alla lentezza di chi, chiaramente, non è più abituato agli automatismi da ring che gli altri costruiscono 270 sere l'anno è davvero troppo evidente per rendere l'incontro divertente. Nonostante la presenza di tutte le mosse più famose dei lottatori e anche qualche spot niente male (tipo la Chokeslam sul tavolo che però, pare, HHH sta pagando a carissimo prezzo), gli eterni tempi tra una cosa e l'altra lasciavano forse troppo spazio alla mente per chiedersi: per quale razza di motivo sto guardando questo match a 20 anni di distanza dal 1998? Fuori tempo, fuori forma, inutile. Non ha chiuso nessuna rivalità , non ha riaperto nessuna ferita, spero e credo che sarà il punto finale di un qualcosa di mai esistito. Ma allora perché farlo, costringendo tutti al calvario? Non ce n'era nessun bisogno e non credo proprio che il King Saudi Stadium sarebbe andato deserto con un main event diverso.
In conclusione: mi sarebbe piaciuto cominciare la mia avventura con il Planet tirando fuori qualcosa che creasse un dibattito interessante; tuttavia Crown Jewel ha fatto di tutto per impedirmelo. Raramente ricordo di eventi o situazioni in cui la WWE sia riuscita a tirare fuori un prodotto così poco polarizzante e mettere d'accordo una larga parte della fanbase è un'impresa che non era mai riuscita in maniera così netta neanche quando a Stamford cercavano di farlo. Il peccato è esserci riusciti con quel che è forse uno dei peggiori eventi di sempre, senza esagerazioni, sicuramente quello con le scelte tra le più scellerate e poco ragionate. Una caduta che forse fa meno rumore di altre perché non delude, grazie ad aspettative già molto basse in partenza, ma che si candida seriamente a diventare metro di paragone di bruttezza per gli anni a venire. Un errore su tutta la linea, una Caporetto nascosta per la WWE che tirerà ovviamente fuori i milioni da questo evento, ma che esce con tantissimo lavoro da fare in vista di Survivor Series, a fronte di ascolti molto bassi e gradimenti ancora più bassi e con davvero poche basi dalle quali ripartire.