WWE Planet #728

WWE Planet

E' un periodo parecchio complesso da decifrare per la WWE: le carte si sono mescolate, complice un booking scellerato e una voglia di stupire i fan pari al silenzio dell'arena quando, che so, Emma fa il suo ingresso. SmackDown e Raw si stanno di nuovo invertendo, con lo show rosso che sta riprendendo quota settimana dopo settimana, mentre quello blu sta mostrando una scrittura opposta a quella che lo ha caratterizzato nei mesi prima di WrestleMania. Andiamo a vedere il perché, analizzando i contenuti dei due show a soli 8 giorni da Great Balls of Fire! Drink it in maaaaaaan!


WORST SCENARIO. Al di là della buona riuscita dell'ultimo episodio di Raw, parecchie cose mi hanno lasciato perplesso – non che questa sia una novità. E una di queste è il segmento riguardante Brock Lesnar e Samoa Joe. Per carità, trovo sensato il modo in cui la federazione stia cercando di costruire Joe in modo tale da farlo sembrare un avversario temibile per Lesnar agli occhi dei fan, ma la gestione dell'ultimo face to face mi ha fatto storcere il naso. Chiaro, Joe è un heel e l'attacco alle spalle di Lesnar ci sta benissimo. Ma dopo essere stato attaccato alle spalle ed aver subito due minuti e passa di Coquina Clutch, vedo difficile che uno come Brock Lesnar prenda il tutto con filosofia, senza la minima reazione ed incazzatura. Il minimo che si possa pensare che faccia è spaccare tutto attorno a sé, aggredire arbitri e medici e filare nel backstage a cercare Joe per spaccarlo di legnate. Ma io ricordo già un altro caso, se non due, come questo, sempre riguardanti The Beast: alla Royal Rumble del 2016 Lesnar fu eliminato dall'intera Wyatt Family, peraltro con dei componenti già estromessi dalla contesa, per poi andarsene così, con la coda tra le gambe senza proferire parola o una men che minima reazione; così come nell'edizione di quest'anno, quando fu eliminato dalla sua Kryptonite Goldberg, per poi lasciare il quadrato per andare a contare il malloppo guadagnato per quattro minuti di permanenza sul ring. Io non pretendo, esigo, che Lesnar, che per nove mesi su dodici all'anno è completamente inattivo e lontano dagli schermi, quando arriva ed entra in azione, faccia qualcosa per cui valga la pena guardare l'episodio: perché so anche io che basta pubblicare una locandina con inciso “The Beast returns, next week”. Ma poi lasciare tutti con l'amaro in bocca facendolo apparire per due minuti in cui le prende, senza poi neanche reagire, questo no. Ma il tutto è un lavoro per rendere Joe ‘strong' in vista del loro scontro a Great Balls of Fire: anche se sarà presumibilmente tutto lavoro sprecato, perché prevedo un bello squash senza precedenti. Per poi passare ad uno tra Roman Reigns e Braun Strowman, forse più il secondo: ma è impressionante il modo e le tempistiche in cui quest'ultimo si sia trasformato dal gigante distruggi-nani, al beniamino incontrastato delle folle.

GOODBAYLEY. Possiamo dire definitivamente addio – almeno nell'immediato – a quell'astro nascente di Bayley. Sì, perché la WWE, sin dal suo debutto nel main roster, grazie ad un booking che definire da pazzi criminali sarebbe un complimento, le ha reso la vita un vero e proprio inferno, sotterrandola e ricoprendola di cemento definitivamente questo lunedì. Già con la frase di qualche settimana fa “Io non sono qui per far male alle persone”, la sua credibilità è scesa sotto i piedi, ma dopo le numerose umiliazioni degli scorsi mesi, questa volta è arrivata in maniera definitiva. Ma andiamo con ordine. Prima di tutto andrebbe spiegato il perché, al momento del sorteggio del suo numero per il Gauntlet Match, Bayley, nonostante il numero scelto fosse l'uno, ha sorriso, come se avesse pescato l'ultima posizione: forse non le hanno spiegato che in un incontro del genere, più il tuo numero è basso e più è peggio per te. Penso che ora l'abbia capito. Al momento del suo ingresso, però, ammetto che nella mia mente è passato il pensiero che potesse arrivare fino in fondo, ma, all'ingresso di Nia Jax si è dissolto in men che non si dica. Possiamo dunque salutare Bayley, che, usando il buon senso, dovrebbe ora restare lontana da quella cintura per un bel po' di tempo. Aprendo un'altra questione, si è dibattuto molto sui social in questi giorni sulla gestione di Nia Jax e, di conseguenza, di Sasha Banks. Molti si sono lamentati del fatto che la Jax abbia demolito il roster e sia stata eliminata da un peso leggero come la Boss, ma ancora di più che non le sia stata data ancora un'opportunità titolata, nonostante abbia ormai imposto la propria legge. Dissento, anche perché non reputo Nia Jax un personaggio interessante e materiale da titolo femminile; anzi, sono molto più propenso ad un rilancio di Sasha Banks, piuttosto che vederla ancora alle prese con i pesi leggeri e a 205 Live. Il personaggio della Jax è ormai consolidato e resta quello: prima o poi l'occasione l'avrà, non penso arrivi a fine carriera senza mai aver conquistato il titolo. Preoccupiamoci piuttosto di gestire bene la rivalità Bliss-Banks, che potrebbe risultare ottima se scritta nel migliore dei modi. E addio Bayley.

CERTIFIED B(ADASS). Una cosa che invece è stata gestita in maniera ottimale è stata la separazione tra Enzo Amore e Big Cass. Premettiamo, io questi due non li avrei mai divisi, o almeno non prima che si facessero una bella corsa titolata: perché comunque, volenti o nolenti, sono uno dei, se non il tag team più over della federazione. E vanno separate l'alchimia con il pubblico dal talento in-ring: proprio per questo ultimo fattore io non li avrei scissi, proprio perché Enzo sul ring è parecchio scarso ed anonimo – essendo tra l'altro un mezzo peso leggero – mentre Cass è il solito ‘gran, gros e…'. La WWE ha intenzione di puntare sul Seven Foot Tall, e questo è ormai chiaro da diverso tempo: ma sinceramente si sarebbe potuto optare per una carriera da singolo con Enzo manager. La cosa che premio è la realizzazione, con Enzo davvero dispiaciuto – aveva addirittura le lacrime – per due volte su due. E Cass è riuscito, almeno due settimane fa, a mettere in scena un ottimo promo. Questa settimana, invece, sarebbe bugia dire che, per un momento, non si sia pensato ad una loro reunion: il momento in cui il gigante doveva colpire alle spalle Enzo non arrivava mai e ad un certo punto si era ormai propensi a pensare ad una riconciliazione. La tirata d'orecchie va però alla figura del General Manager di Raw: siamo passati da Stephanie, arrogante ed invasiva ai massimi livelli, a Kurt Angle, che possiede zero autorità, ha sempre quel maledetto telefono in mano o all'orecchio, e ha bisogno di Corey Graves per risolvere un caso. Ma dove è finito il Kurt Angle GM del 2004, marcio sino al midollo? Chiaro, qui è face, ma c'è modo e modo di essere un face: a me qui pare più uno zerbino.

Innazitutto, un ringraziamento a Marco Astori che mi ha concesso di partecipare nuovamente al suo WWE Planet. In questa occasione, il sottoscritto, Aldo Fiadone, vi parlerà di quanto visto in quel di SmackDown e più in generale di cosa funziona (e cosa no) nello show blu.

SMACK DOWN.Nonostante la critica generale abbia gradito l'ultimo episodio di SmackDown, io continuo a non apprezzare la gestione dello show blu dal post Superstar Shake up. Sarà una mia convinzione totalmente errata, non saprei, ma non riesco a trovare una vera e propria fonte che mi faccia dire: “Ragazzi, non devo perdermi assolutamente il prossimo episodio di SmackDown Live.” No, non è così e vi spiego perché.
• Feud per il WWE Championship letteralmente gettato all'aria, prima per aver fatto passare Bray Wyatt a RAW, poi per aver inserito nel main event un incapace (Perché tale rimane) come Jinder Mahal.
• Feud per il titolo Intercontinentale che avrebbe significato, piccola chicca per Baron Corbin che poi si sarebbe abbeverato ulteriormente con il Money in the Bank, ma perché negare questo successo al Lone Wolf nonostante Dean Ambrose sia stato apparentemente punito? Vabbè, sorvoliamo.
• La gestione della tag team division che è messa all'osso, forse una delle peggiori divisioni tag team della storia della WWE, no non sto esagerando. Io nella categoria di coppia del roster di SmackDown Live non trovo nulla di positivo. Primo ed Epico, per fortuna, andranno via, i Fashion Police o Breezango o non so cosa, sono un team comedy, lo stesso vale per il New Day, ma con la piccola differenza che Breeze e Fandango sono più simpatici, gli Usos facevano pietà da face e non sono niente di eccezionale come heel, gli Ascension non riusciranno mai a sfondare – e su questo la colpa è della WWE quando li fece debuttare nel main roster come i nuovi Legion of Doom – insomma, una divisione che non sembra non avere nulla di salvabile.
• Le Divas hanno una campionessa immeritevole della cintura, una fotomodella che diventa lottatrice – ma che apprezzo più della campionessa stessa – ed un uomo (James Ellsworth ndr) che affronterà una donna (Becky Lynch ndr) creando quindi lo stesso identico errore che in tempi recenti portò sugli schermi la TNA (Ora conosciuta come Global Force Wrestling ndr) Chris Sabin vs Velvet Sky.
• Kevin Owens ha un personaggio transitorio che non lo sta aiutando per nulla, così come Sami Zayn che al posto di migliorarsi si ritrova a svolgere lo stesso identico ruolo di jobber – o quasi – avuto in quel di Monday Night RAW. Infine Mike e Maria Kanellis, devo davvero parlarne? Non mi divulgherò troppo. La concorrenza crea un buon prodotto, ma tu sei la WWE e ti ricordi di dover rovinare tutto semplicemente perché devi far conoscere Mike solo come il marito di Maria e non sviluppare un personaggio in modo più serio con le di fianco. Rimango dell'idea che potevano gestire meglio la cosa, nonostante la situazione abbia attirato una buona dose di haters, non per la giusta causa, ma per la World Wrestling Entertainment fa lo stesso.

Problemi risolvibili certo, ma quando si ricorderanno gli addetti ai lavori di SmackDown Live di darsi una svegliata? Non è possibile che un feud come quello per il titolo WWE, nonché il titolo di wrestling più importante al mondo, debba cadere nel trash più assoluto con un Mahal gioioso di seguire le orme del suo maestro The Great Khali. Si, fa ridere è vero, ma è davvero questo quello che vogliamo per quella che abbiamo definito come la “Land of Opportunity”? è davvero questo che preferite rispetto ad un prodotto fatto in modo serio? Vostre scelte, ma in WWE al momento RAW ha lo scettro e sarà difficile sottrarglielo, specie se hai segmenti come quelli tra Samoa Joe e Brock Lesnar, pochi minuti che ti fanno apprezzare una puntata intera, roba che solo a RAW – di rado – riesce bene.

Scritto da Marco Astori
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