WWE Planet #720

WWE Planet #720

Anche Payback ce lo siamo lasciato alle spalle, uno dei più classici eventi in pay-per-view di transizione targati WWE. Anche se, almeno per questa volta, la federazione ha voluto stupire con qualche effetto speciale in più, con qualche decisione a sorpresa che valuteremo insieme. L'evento è comunque passato bene: non è stato nulla di eccezionale, ma neanche nulla così deludente, forse anche perché le aspettative e la voglia di vederlo erano ai minimi storici. Immergiamoci dunque nel lavoro fatto dalla WWE in questa settimana, partendo proprio da Payback, sempre con il nostro WWE Planet. It's true, it's damn true!


Mantenendoci sul generale, come detto, l'evento arriva alla sufficienza: è stato il classico ppv in cui nulla sarà assolutamente da ricordare e nulla è da buttare nel bidone dell'umido – a parte qualche tratto dell'House of Horrors Match. Ma Payback è stato ciò che è un pay-per-view di maggio dopo WrestleMania: lottato sufficiente ed evento con aspettative minime, anche considerando la costruzione, che, dopo WrestleMania, è sempre in parte trascurata. Ma quello che lo differenzia dagli altri Payback sono le scelte: sì, perché due cambi di titolo in un evento ‘di mezzo' si sono visti raramente. Il cambio di titolo riguardante la cintura femminile ha fatto parecchio discutere e, probabilmente, era quello a cui la WWE puntava. C'è chi dice che Bayley avrebbe dovuto mantenere per cercare di consolidarsi un po' e chi dice che, sulla stessa lunghezza d'onda, che Alexa Bliss non avrebbe dovuto andare a segno subito al primo tentativo. Invece personalmente reputo questo cambiamento parecchio positivo. Innanzitutto perché su Bayley è stato svolto un lavoro pessimo, trasformandola da idolo delle folle ad NXT, in una bambina bisognosa di amici e di protezione nel main roster, non facendo mai emergere il suo lato da campionessa e da guerriera: una perdita del titolo potrebbe quindi cambiarla, rendendo il suo personaggio temerario come lo era prima, una che non molla mai e che farà di tutto per riprendersi quella cintura.

Per Alexa Bliss, invece, la vittoria è assolutamente meritata: tutti pensavano che fosse Charlotte la prima a vincere entrambi i titoli femminili, ma reputo questo record della Bliss come un plauso al suo grande lavoro svolto sin qui. E' chiaro che la Harley Quinn ha ancora parecchio da migliorare in termini di abilità sul quadrato, ma queste lacune vengono ampiamente colmate dal suo grande lavoro al microfono. Ecco perché non vedo assolutamente negativamente questo cambio di titolo, anzi: Bayley può solamente guadagnarci, cercando al più presto rivalsa, e, l'averlo perso proprio davanti al suo pubblico e nella sua città natale, potrebbe essere uno stimolo in più. Quello che però alla WWE va contestato è il fatto di voler costruire – o almeno provare a costruire – l'ennesimo Daniel Bryan, stavolta con Bayley: con Reigns è andato tutto a rotoli a causa dello sconsiderato ed immediato push regalatogli, mentre con Bayley stanno cercando di renderla umile facendola perdere, per poi farle ricominciare la scalata verso la gloria. Il problema è che nel wrestling, più sconfitte accumuli, e più ti allontani dall'oro: la Bayley attuale, in un mondo con logica, sarebbe ‘l'ultimo grado della catena alimentare' come si suol dire. Va rivisto urgentemente il piano che la riguarda.

Quella riguardante il titolo degli Stati Uniti, invece, è una scelta obbligata: tutti erano a conoscenza del tour dei Fozzy ormai alle porte e, dopo il passaggio di Owens a SmackDown, tutti erano certi di una sua vittoria: ma la federazione si è sprecata ad usare qualche neurone e a cambiare il verdetto, proprio a causa della scontatezza dell'esito dell'incontro. Infatti non è stato poi per niente complicato passare il titolo di mano il martedì successivo, dimostrando che, a volte, i cambi di titolo repentini possono essere una soluzione positiva e, soprattutto, apprezzata dall'audience. Una tirata d'orecchi è però d'obbligo: Jericho e Owens hanno potenzialità enormi sul ring e, per la seconda volta di fila, hanno messo su un incontro positivo, ma non degno del loro talento. Questi due nomi possono e devono fare di più, soprattutto perché la storia raccontata, la costruzione e il prosieguo della faida sono stati parecchio approfonditi – a parte le ultime settimane in cui non si sono praticamente mai incrociati. E' chiaro che per AJ Styles vs Kevin Owens abbiamo aspettative ai massimi livelli. Ma quello che più va apprezzato in questo momento è il fatto che la WWE non stia nascondendo l'assenza del campione Universale, per quel che riguarda Raw: nel 2014 fu estenuante il modo in cui cercavano di non pronunciare il nome di Lesnar, giusto per far finta che non esistesse. Ma il problema era evidente: la gente sapeva dove fosse e voleva faide di livello, che, a parte Ambrose vs Rollins a sprazzi, non ottenne. Ora, invece, con Lesnar dall'altra parte della nazione, si stanno sforzando a rendere i titoli secondari importanti, proprio come se fossero i titoli massimi: con il titolo intercontinentale, infatti, si sta facendo un buon lavoro, considerando l'inserimento di Bàlor e di Rollins nella faida tra Miz e Ambrose. E' chiaro che per i primi due i piani sono ben più importanti e, in attesa del ritorno del campione, devono essere occupati: e di tanto in tanto qualche match di cartello non gli farebbe male. Con il titolo US, invece, basta solo pensare che AJ Styles è il primo sfidante: credo sia abbastanza.

Ciò che invece va preso con le pinze è l'House of Horrors Match e l'incontro per i titoli di coppia, ma andiamo con ordine. Il primo è stato l'apoteosi del trash, ma in senso negativo, non positivo come quando un incontro è così assurdo che fa anche ridere: questo è stato brutto. Ed è anche inutile cercare una parola più formale, più adatta ad una descrizione maggiormente dettagliata: la definizione di questo match è ‘brutto'. E assurdo, ovviamente. Tralasciando il fatto che Orton, seppellito sotto un frigorifero, ha raggiunto l'arena prima di Wyatt in limousine, mi chiedo sempre perché questo genere di incontri debbano ogni santa volta terminare nel ring. Se ci facciamo caso, anche la maggior parte dei Falls Count Anywhere finiscono sul quadrato: e allora a cosa diavolo serve inserire la stipulazione del conteggio valevole anche all'esterno delle corde? A parte questo, però, salvo solamente una cosa: la coerenza nel voler costruire qualcosa, che significa per lo più cercare di variare. Perché l'aggressione di Jinder Mahal è giusta ai fini della storyline con Orton ed è giusta ai fini del suo push: così come l'House of Horrors Match, questo è un voler cercare di proporre qualcosa di diverso – al di là del vendere i prodotti in India, anche se con un canadese, perché Mahal è canadese. Eppure gli stessi che urlano al cambiamento, che criticano la federazione perché varia poco, sono i primi a lamentarsi di tutto ciò: neanche io voglio Jinder Mahal nel main event, ma per cambiare e per fare qualcosa di totalmente inaspettato, va messo lui, ci piaccia o non ci piaccia.

Sulla falsa riga di tutto questo c'è il match per i titoli di coppia: l'incontro è stato normale, nulla di eccezionale. Quello degli Hardys è stato più un momentum: hanno la loro età e mantenere certi ritmi è parecchio complesso, se non impossibile. E il fatto di farli vincere e turnare gli altri due ha senso, ma ha poco senso. Mi spiego meglio: Sheamus è un heel naturale, da cattivo rende molto di più. Ma Cesaro, questa scelta mi fa storcere il naso pensando a lui. C'è un problema nella categoria di coppia di SmackDown: mancano avversari credibili agli Usos – tant'è che i primi sfidanti sono ora i Breezango, e subito dietro ci sono i caraibici. Un trasferimento della coppia europea, considerando che presto Enzo e Cass saranno campioni di coppia, non sarebbe stato affatto una pessima idea: avresti dato avversari degni di questo nome ai samoani, avresti dato loro una chance per diventare campioni, mantenendoli per lo più face, dato che un minimo over lo sono. Ma la WWE ha preferito sbagliare: e noi preferiamo, come ogni volta, criticare. Su Reigns vs Strowman, invece, c'è poco da dire: la storia raccontata è stata gestita bene e il gigante è sempre più una minaccia. Piuttosto che vedere Bàlor o Rollins subire montagne di Suplex, vorrei tanto vedere come se la cavicchia Lesnar contro un monster heel del genere: sarebbe un obbrobrio tecnico, ma gaserebbe non poco.

Scritto da Marco Astori
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