WWE Planet #718

Benvenuti cari lettori di Tuttowrestling.com con un nuovo numero del WWE Planet che, per questa settimana, sarà curato dal sottoscritto, Aldo Fiadone.
Per tale motivo ringrazio Marco Astori, colui che scrive ogni numero del WWE Planet, per la rinnovata fiducia nei miei confronti.
RAW IS BROKEN
Nel 2015, quando andò in scena l'episodio di Monday Night RAW post SummerSlam, debuttò un nuovo membro della Wyatt Family, Braun Strowman.
In molti rimasero fin da subito sorpresi da questo nuovo arrivo, ma l'euforia si sa, va pian piano a svanire fino ad annullarsi.
Questo almeno è quanto ha caratterizzato il personaggio di Strowman che dal clamore iniziale, è passato immediatamente ai fischi del 2016, il motivo corrisponde alle voci che lo volevano prima in un feud con Brock Lesnar e poi in un match contro The Undertaker in quel di WrestleMania 32; alla fine nessuna delle due opzioni si è realizzata e la gente, i fan, sono tornati a mostrare una quasi totale indifferenza alla presenza di questo gigante.
Strowman prosegue il suo cammino di fianco alla Family, lunghi passi che però non gli concedono alcun tipo di crescita o affermazione, questo fino al WWE Draft 2016 in cui il gigante passò nel roster di RAW lasciando la Wyatt Family.
Da qui inizia la lenta costruzione del classico gigante che ditrugge ogni tipo di jobber esista sulla faccia della terra, passando poi ad atleti di piccolo taglio vedi per esempio Kalisto o Sin Cara o ad avversari fisicamente paragonabili a lui, ma atleticamente deludenti Titus O'Neal ne è un altro esempio con una reazione generale che però prosegue nell'indifferenza totale.
Ma allora quando Braun Strowman si è trasformato in quello che è adesso, in quella superstar che tutti, bene o male, sono curiosi di seguire. Saranno stati i battibecchi e le conseguenti minacce con Mick Foley? O forse la breve alleanza con Kevin Owens ed il suo ex migliore amico Chris Jericho? Oppure no, sarà merito del booking team e del suo utilizzo? Oppure, eccolo li, i continui faccia a faccia con Roman Reigns?
Diciamo facilmente che le ultime due domande riassumono i motivi reali.
Il merito è del booking team perché nonostante abbia utilizzato Strowman in modo semplice e scontato, ha fatto in modo che la sua lenta costruzione abbia giovato solo ed esclusivamente a lui rendendolo credibile davanti a qualunque tipo di avversario.
Non posso però negare che una grande fetta di merito è anche di Roman Reigns, il Big Dog è la superstar più odiata di sempre – le reazioni del post WrestleMania ne sono la dimostrazione palese nonché la testimonianza di una gestione pessima che ha portato il soggetto a bruciare tappe a lui inaccessibili a causa della vistosa acerbità.
Si perché se affronti qualcuno che è odiato a prescindere, tu che sei il suo sfidante diventi automaticamente amato dal pubblico, forse amato del tutto no, ma ricevi una dose di apprezzamento utile da far in modo che si parli di te in positivo; questo è quanto accaduto con Strowman, personaggio che passa dallo stupore del debutto all'odio generale per colpa di un match che nessuno avrebbe voluto vedere, dall'indifferenza generale al tifo spudorato pur di vedere un Reigns sputare sangue.
Il 17 Aprile 2017 durante Monday Night RAW, Braun Strowman riscrive una piccola pagina di storia e ci mostra nuovamente come un ring può essere distrutto a tutti gli effetti.
Strowman non fa a pezzi solo avversari o ambulanze, ora distrugge anche i ring e questi segmenti sono quelli che contribuiscono a renderlo un mostro, pauroso per i più piccoli, affascinante forse – per i più grandi.
THE REAL (OR FAKE) LAND OF OPPORTUNITY?
Questo è lo slogan che ormai da un volto a SmackDown Live, il miglior show del 2016 ed il migliore, per ora, del 2017.
Nel roster blu sono molti i talenti che hanno subito degli importanti push, venendo poi proiettati verso scenari importanti o comunque più credibili e coerenti rispetto a quanto ogni settimana va in onda in quel di RAW.
La domanda però sorge spontanea, perché puntare su uno come Jinder Mahal?
Business, è questo che dicono in quel di Stamford, la vittoria di Mahal funge solo ed esclusivamente per una questione pubblicitaria e quindi per mantenere buoni rapporti con il territorio indiano, definito di notevole importanza per la WWE.
Ma perché il business deve influenzare le scelte del booking team anche per superstar di poco conto o addirittura immeritevoli come Mahal o Mojo Rawley.
Mancanza di buon senso e forse anche una conoscenza completamente assente, onestamente sono state rilegate troppe superstar di secondo piano a SmackDown Live e sicuramente , almeno per ora, le scelte del Superstar Shakeup non sono delle migliori.
Le voci sul futuro sono rosee, da settimane si pensa al feud tra Randy Orton ed AJ Styles, questo pone un punto esclamativo sul push di breve durata per Mahal, ma dove andremo a finire con Mojo Rawley che, all'insaputa di tutti, ha vinto una Andrè The Giant Memorial Battle Royal che dovrebbe far crescere o affermare un nome di media importanza e non quello che fino a poche settimane prima era un semplice jobber? E poi, perché prendersi la briga di ingaggiare Primo ed Epico che vanno ad unirsi ad una tag team division già di per se penosa?
SmackDown ha bisogno di credere in Baron Corbin, ha bisogno di dare credibilità a Sami Zayn, di rendere Kevin Owens un main eventer vero, ma no,non ha di certo bisogno di Mojo Rawley o Jinder Mahal e, onestamente, non ha neanche bisogno del New Day, SmackDown dovrebbe e potrebbe divenire una seconda Monday Nitro, la paura però è che a lungo andare Vince McMahon e famiglia smettano di puntare su questo show, ritrovandoci poi con Big Show e Mark Henry con tutto il rispetto per questi due nomi storici – a lottare nel main event come nel 2011.
Anche per questo WWE Planet è tutto, sarò curioso di leggere i vostri commenti sugli argomenti toccati, nel frattempo ringrazio voi lettori e, nuovamente, Marco Astori per la fiducia.
Appuntamento con il prossimo numero dell'editoriale e, con il sottoscritto, tra le righe dell'Impact Planet e del The Other Side.
Have A Nice Day 🙂