WWE Planet #697

WWE Planet #697

Buongiorno a tutti dal vostro Direttore Carlo Di Bella.


Oggi, come avrete intuito, siamo di fronte a un'edizione speciale del WWE Planet, l'edizione numero 700! Un appuntamento diverso dagli altri, nel quale Marco Astori ha pensato di rivivere con voi i Top di questi lunghi 17 anni di carriera di questa rubrica, assieme ad Adriano Paduano!
Come come? D I C I A S S E T T E ? Ebbene sì, sono 17… infatti dovete sapere che la primissima edizione del WWE Planet uscì nell'ormai lontano luglio del 1999, quando il sottoscritto inventò per la prima volta il “riassunto settimanale con commento di quanto accaduto nella settimana”. Al tempo, Internet era alle prime armi, Tuttowrestling era ancora il Kiniluca's Wrestling World, e la WWE si chiamava ancora WWF, la mitica World Wrestling Federation! Ripensarci adesso mette i brividi, su Internet il tempo corre velocissimo (a quel tempo non c'era Facebook, Twitter, Instagram e compagnia), e pensare che una rubrica editoriale sia andata avanti per così tanto tempo è certamente un traguardo straordinario! In questi anni molti redattori si sono susseguiti con grande impegno e dedizione, ognuno con il loro stile… non starò qui a nominarli tutti (un pò per non annoiarvi, un pò perchè non vorrei rischiare di dimenticare qualcuno!), ma in ogni caso ci tengo a mandare un grande ringraziamento a tutti loro, e soprattutto a tutti voi che continuate a leggerci ogni giorno di più!
Vi lascio – nella settimana post Survivor Series (mi limito a dire che secondo me è stato uno dei migliori eventi degli ultimi mesi) – a questa speciale edizione, non prima di invitarvi a cliccare questo link http://www.tuttowrestling.com/planet2.html: scorrendo in basso potrete addirittura ritrovare la primissima edizione STORICA dell'allora WWF Planet.
Buona lettura, e a prestissimo sulle pagine di Tuttowrestling.com!

Carlo Di Bella
Direttore di Tuttowrestling.com

Ritornato per one night only, Adriano Paduano è qui con voi! Tre anni sono passati dall'ultima volta che ho scritto sul WWE Planet. Una rubrica al quale sono particolarmente legato, essendone stato redattore per, anche qui, tre anni. Ricordo quando scrivevo in collaborazione con i miei predecessori il numero 500 di questa storica rubrica. Quattro anni dopo rieccomi qui a celebrare un altro grande traguardo. Lo faccio raccogliendo l'idea dei miei colleghi e creando una “classifica” dei 10 migliori momenti vissuti dalla WWE dal 2003 (anno della nascita del Planet) ad oggi. Lo confesso candidamente: una bella gatta da pelare. Questo tipo di classifiche, raramente mettono d'accordo tutti ed il rischio è quello di dimenticare alcuni eventi altrettanto importanti. Quindi se avete anche voi le vostre idee e volete arricchire questa classifica son sicuro troverò tanti altri momenti nei vostri commenti qui sotto. Bando alle ciance dunque e partiamo subito!

10. Edge incassa il primo Money In The Bank
Una delle più grandi sorprese degli ultimi dieci anni si consuma a New Year's Revolution 2006. Edge, che aveva vinto la valigetta nel Money In The Bank Match a Wrestlemania 21, incassa la stessa contro un John Cena stremato dopo un intenso Elimination Chamber match nel primo ppv dell'anno per la WWE. Nessuno si aspettava questa modalità di incasso (che verrà poi utilizzata nella maggior parte delle occasioni future), rendendo questo un evento assolutamente speciale. Tra l'altro questo evento segna anche una svolta nella carriera di Edge che da mid-uppercarder si trasforma in main eventer anche grazie alla gimmick della Rated R Superstar al fianco di Lita e divenendo una delle Superstar più importanti ed amate degli ultimi dieci anni.

9. Il ritorno di John Cena alla Royal Rumble 2008
Meglio noto come uno dei pochi momenti in cui la WWE ha avuto la meglio su Internet, gossip e spoiler. John Cena era lontano dal ring dall'ottobre del 2007 a causa di uno strappo al grande pettorale. Un infortunio che terrebbe fuori gioco chiunque ma non il bostoniano che compie il primo grande recupero da un infortunio della sua carriera. Sei mesi erano i tempi di recupero previsti. Quattro son quelli che ci mette John a tornare fra lo stupore generale. Brava la WWE e bravo anche John.

8. End Of An Era
Altro incredibile Wrestlemania moment che si consuma in quel di Miami nell'edizione numero 28. Triple H e The Undertaker sono protagonisti di un incredibile Hell In A Cell Match. Arbitro speciale era Shawn Michaels, che il Deadman aveva ritirato due anni prima. Era il secondo match tra HHH ed il Phenom e la storyline vedeva Undertaker esitante nell'affrontare Hunter perchè se lo avesse sconfitto ancora come l'anno precedente, sarebbe stata la fine di un'era. Cosa successa perchè alla fine tutti e tre son diventati wrestler ritirati o part-timer. Tre grandi protagonisti che lasciano la scena (seppur non definitvamente) al nuovo che avanza. L'abbraccio finale è una delle più belle immagini nella storia del business.

7. La fine della Streak
Pongo questo al numero sette perchè e' davvero dura capire se questo puo' definirsi come momento migliore. Qui la discussione potrebbe non finire mai (specie alla luce di quanto successo domenica, anche se ritengo le due cose separate). Certamente è uno dei momenti memorabili nella storia del business e che quindi merita una menzione in questa classifica. A Wrestlemania XXX Brock Lesnar batte The Undertaker per la prima volta nello Showcase of The Immortals chiudendo a 21 il ruolino di marcia del Deadman quando nessuno pensava fosse possibile potesse succedere.

6. Eddie Guerrero e Chris Benoit campioni
Momento al quale sono particolarmente legato essendo legato moltissimo alla figura di Eddie Guerrero. L'abbraccio tra i due festanti ed in lacrime al termine di Wrestlemania è uno dei moment più toccanti di sempre. Due grandi lottatori ed amici, sempre messi ai margini, che realizzano il loro sogno. Qualche anno dopo i due saranno, purtroppo, protagonisti di due dei momenti più tristi della storia del wrestling.

5. Il debutto di Sting
Significativo e di impatto. Significativo perché Sting era probabilmente l'unica leggenda vivente del business a non aver mai calcato un ring WWE e francamente era quasi un insulto che le strade tra questo campione e la federazione di Stamford non si fossero mai incontrate (pur essendosi più volte avvicinate). Sting meritava la Hall Of Fame e meritava di calcare il ring più importante. Avrebbe meritato anche una vittoria, peccato per l'infortunio che lo ha costretto al ritiro quando ancora aveva qualche match in corpo.

4. L'ultimo promo di The Ultimate Warrior
Già di suo il ritorno in WWE di The Ultimate Warrior ha rappresentato un momento incredibile. Lui e la WWE, prima di due anni fa, non si erano mai voluti molto bene con una Guerra mediatica e legale pressoché infinita. Poi la riappacificazione e l'onore della Hall Of Fame per uno dei personaggi più iconici di sempre. Il suo promo nel Raw dopo Wrestlemania sulla determinazione che ci vuole per diventare una leggenda che si conclude con “lo spirito di The Ultimate Warrior correrà per sempre” che diviene un testamento da lasciare a poche ore dalla sua tragica e scioccante scomparsa.

3. Il ritorno di Bret Hart
Un altro di quei momenti che nessuno avrebbe scommesso sarebbe avvenuto. Tutti conoscevano la storia di Bret Hart con la WWE dallo Screwjob di Montreal al trattamento riservato alla memoria del fratello Owen. Un segnale di distensione era arrivato con l'ingresso nella Hall Of Fame ma nel gennaio 2010 arriva il clamoroso ritorno a Raw con un discorso emotivamente intenso e la pace in diretta mondiale con l'acerrimo nemico Shawn Michaels. Uno di quei momenti che son contento di aver raccontato in diretta quando ero alla guida del Raw Report.

2. La Pipe Bomb di CM Punk
La storyline più controversa nella storia recente della WWE e che vede protagonista uno dei migliori atleti della federazione. Messo spesso ai margini delle principali storyline, CM Punk nella puntata del 27 giugno 2011 di Raw, è protagonista di un promo nel quale si ribella ai poteri forti della federazione ed annuncia di lasciare la federazione alla scadenza del contratto e di farlo dopo aver vinto la cintura a Money In The Bank in quel di Chicago. È l'inizio della “Summer Of Punk” nella versione WWE con lo Straight Edge che lascia effettivamente la federazione col titolo per poi tornare qualche settimana dopo divenendo una delle attrazioni principali della federazione.

1. La vittoria di Daniel Bryan a Wrestlemania XXX
Secondo me è questo il momento migliore della WWE negli ultimi 13 anni. La vittoria e consacrazione di un wrestler divenuto leggenda nelle indies ma che era sempre stato trattato con indifferenza dalla WWE nonostante le straordinarie qualità tecniche del suddetto. Bryan è riuscito a crearsi, nonostante il disinteresse della compagnia, un personaggio vincente venendo innalzato “a furor di popolo” allo status di main eventer. La sua vittoria è una grande ricompensa per questo straordinario atleta ed anche la prova vivente di come i fans possano giocare un ruolo determinante in questo business. La rivalità tra Bryan e l'Authority (indimenticabile il segmento Occupy Raw) e la vittoria a Wrestlemania XXX sono una perla nella storia della federazione.

Alla prossima

Adriano Paduano

Dopo aver citato i momenti migliori degli ultimi anni in WWE, ora parliamo del presente. E il presente si chiama Survivor Series 2016. Un'edizione delle Series che ci ha lasciato dei verdetti inaspettati e di cui stare a parlare ore e ore. Ma sappiamo che la WWE quando vuole far parlare di sé e del suo prodotto e soprattutto vuole fare soldi, ci riesce benissimo. Basti pensare alla Royal Rumble 2016, dove aggiunse molto interesse mettendo in palio il titolo mondiale nel Royal Rumble Match. O WrestleMania, con un booking discutibile e i ritorni di Shane McMahon e The Undertaker. O ancora SummerSlam, con il cruento pestaggio di Lesnar ai danni di Randy Orton in diretta mondiale. E ora le Series. Che possono tranquillamente essere di nuovo chiamate uno dei Big Four.

SHOCK.
L'incontro tra Brock Lesnar e Goldberg è stato l'esempio lampante di tutto quello scritto sopra. La WWE voleva fare i soldi, ragion per cui ha indetto il match, e voleva tornare sulla bocca di tutti con un evento che, diciamocela tutta, negli ultimi anni aveva perso molto appeal. Sullo svolgimento dell'incontro e sul risultato, il mondo si è letteralmente spaccato in due, tra lo sdegno generale e l'euforia degna del 9 luglio 2006. A mente fredda, anche io mi sono sentito insultato. Dopo 80 secondi ho pensato subito: “Wow, ho aspettato 3 ore e 25 minuti in piedi per assistere a questo?”. Ragionandoci su, invece, le motivazioni del perché è successo quello che abbiamo visto, possiamo trovarle, e molteplici. Abbiamo letto in settimana commenti del tipo: “Hanno affossato il roster e The Undertaker”. Capisco l'essere contrari a questo risvolto, ma non sono d'accordo. La WWE ha costruito il tutto per dare l'idea di un incontro vero e proprio, come se fossimo fuori dal programmato, con la giusta psicologia e con un andamento da UFC. Lesnar ha riso in faccia più volte a Goldberg, gli ha voltato le spalle, e tutto questo ha delle conseguenze nella lotta, ovvero la facile sconfitta. Sottovalutare l'avversario è sbagliatissimo e Brock Lesnar l'ha fatto in pieno. Come me, lo ammetto. Non credevo si potesse dare una vittoria a Goldberg, data la sua longeva inattività e la sua tenuta di resistenza non proprio adeguata. Ma con un eventuale squash di Lesnar, perché avresti fatto tornare Goldberg? Per prenderle, potevi mettere li anche Kalisto e non cambiava nulla. Invece quello che abbiamo visto è l'unico modo per proseguire la faida. Nel caso di un massacro di Lesnar, The Icon sarebbe tornato a casa leccandosi le ferite e deludendo un pubblico che lo ha acclamato sin dal suo ritorno. Ancor peggio sarebbe stato un match lungo, con vittoria dell'uno o dell'altro: se Goldberg avesse vinto in un match lungo più di 15 minuti, allora lì si che avresti affossato tutto il roster. Perché avresti mostrato che qualcuno superiore a Lesnar in un incontro vero e proprio esiste. Invece con questi 80 secondi, le scuse da attribuire a The Beast sono molteplici: sottovalutazione dell'avversario e poca concentrazione prima e durante l'incontro. Lesnar ha spazzato via Taker e Cena nel giro di 4 mesi, vero, ma mai sottovalutando l'avversario, tutt'altro. Goldberg ha saputo sfruttare l'occasione, scioccando Lesnar e il mondo intero. Ora siamo 2-0, ma è tutto fuorchè concluso. Entrambi parteciperanno al Royal Rumble Match, ove probabilmente avremo uno scenario molto simile al 2004: Lesnar costerà la vittoria a Goldberg e lo massacrerà di botte davanti alla famiglia. Famiglia che credevo venisse coinvolta domenica, invece si è scelto tutt'altro. E solo a livello personale Goldberg potrebbe concedere a Lesnar un altro incontro: The Beast deve far male a Goldberg a livello psicologico. Ma così male che l'unica strada che The Icon può intraprendere è il concedere l'ennesimo incontro a The Beast. E ragionandoci su: chi se non un outsider del main roster avrebbe potuto battere Lesnar? Solo uno da fuori avrebbe potuto distruggere momentaneamente un character troppo forte per i componenti dello spogliatoio. Per quanto possa non stare in piedi la storiella del 50enne che torna dopo 12 anni e squasha un pluri-campione, è l'unica opzione giocabile. E la WWE l'ha gestita alla grande. Era chiaro che il tutto avrebbe portato a contestazioni da una parte dei fan, ma è quello che la federazione aveva in mente ed è quello che ha realizzato. Perché alla fine alla WWE non importa chi vince o perde. L'importante è fare soldi e far parlare, bene o male che sia, di sé.

RED OR BLUE?
Dovete perdonarmi, ma con i pronostici sono sempre stato una frana. Un po' come le schedine: la riguardi e dici: “Stavolta le piglio tutte”, invece non ne azzecchi mezza. E con i pronostici ci sono andato molto vicino. Inspiegabilmente, le parole di Undertaker a SmackDown mi avevano convinto a credere che il team blu andasse tranquillamente a perdere domenica e che le voci di un incontro del Deadman con AJ Styles aveva sciolto ogni dubbio. Invece no. Anzi, AJ Styles è stato un baluardo, un vero capitano che si rispetti. Ha lottato contro tutto e tutti. Si poteva pensare ad un abbandono dell'incontro da parte del Phenomenal, dimostrando il suo poco interesse a combattere per il suo brand. Invece ci si è dovuto mettere Dean Ambrose insieme ai suoi compagni dello Shield per elininare AJ. L'incontro di per sé è stato davvero ottimo. Qual è l'ultimo incontro durato 52 minuti che ha proseguito con questa buonissima fluidità. I buchi logici ci sono, vero, ma in quasi un'ora sono più che leciti. Il tradimento di Dean Ambrose, il totale inutilizzo di Reigns fino a che lui e Rollins non fossero i due sopravvissuti per Raw, ma tutto è legittimo. Ottime le prestazioni di Orton e Wyatt, soli sopravvissuti dell'incontro e probabilmente prossimi campioni di coppia di SmackDown. La situazione dei due sembrava potesse essere tale e quale a quella con Daniel Bryan, ma qui c'è molto di più. Non è solo “mi unisco a loro perché non riesco a batterli”, ma una lenta e pensata distruzione dall'interno, che culminerà probabilmente alla Royal Rumble, con l'ufficialità dell'incontro a WrestleMania. Shane continua con il suo essere spericolato, mettendo in scena due spot davvero rischiosi: il consueto Flying Elbow sul tavolo di commento e il suo Coast to Coast stoppato da Reigns in una Spear. E criticare Reigns per la commozione celebrale di Shane mi sembra un tantino eccessivo e fuori luogo. Non che io sia un fan di Reigns, tutt'altro, ma fischiarlo e contestarlo su tutto mi sembra ormai una moda che sfocia nell'eccessivo. Si può criticare invece il fatto che sia stato lui l'ultimo sopravvissuto per Raw, quando in squadra hai gente come Kevin Owens o Seth Rollins. Intelligentissimo invece il fatto di aver squalificare Owens, constatando la costruzione da campione codardo che si è messa in piedi. E il farlo con la lista è stato un modo ancor più bello, da cui è nato il fantastico segmento dell'Highlight Reel. Simbolo che i fan si divertono davvero con poco. Protetto Strowman, eliminato da Ellsworth, ormai inspiegabilmente in pianta stabile a SmackDown. Non protetta invece Nia Jax, e qui partiamo parlando del match femminile. Ha vinto Raw e su questo non c'erano dubbi. Ma sicuramente, dati i nomi, si poteva fare molto, ma molto di più. Nia Jax, come detto, ha ceduto alla Disarm Her di Becky Lynch, mandando all'aria il suo status da indistruttibile, ora totalmente da ricostruire. Becky invece è stata la solita guerriera, malgrado il basso livello delle sue compagne. Non a caso è stata l'ultima sopravvissuta e merita senza dubbio di essere campionessa, nonostante il grande lavoro di Alexa Bliss. Per Sasha Banks si prevede l'ennesima sconfitta con Charlotte, per poi impattare con Nia Jax. Mentre per la campionessa ora c'è Bayley, che presumibilmente continuerà a jobbare. Mentre a SmackDown sarà Natalya vs Nikki Bella e il resto è ignoto. Gli altri due incontri rilevanti sono stati quello a coppie e quello per il titolo intercontinentale. Raw ha vinto anche nel primo, grazie ad una grande performance di Cesaro e Sheamus che, sfortuna vuole, dovranno aspettare a vincere quelle dannate cinture a causa del record dei Demolition che dovrà essere “demolito” dal New Day. Mentre il titolo IC resta a SmackDown, grazie all'ennesimo Screwjob canadese. E Sami Zayn è tornato ad essere il pungiball di Braun Strowman, ottimo trattamento.
Alla fin della fiera, chi ha vinto questa contesa tra Raw e SmackDown? Nessuno, a mio parere. Pari e patta. Raw ne ha vinti 2, vero, ma SmackDown ha vinto il più importante. Rimandato tutto alla Royal Rumble.

Noi invece chiudiamo qui, augurando ancora 700 di queste edizioni del WWE Planet e ci ritroviamo settimana prossima, già con i pronostici di TLC, prossimo evento di SmackDown Live, sperando che vada meglio dei pronostici per Survivor Series. Alla settimana prossima con il Planet, sempre su tuttowrestling.com!

WWE PLANET: THEN, NOW, FOREVER.

Scritto da Marco Astori
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